L'apertura di Wall Street è all'insegna delle vendite per le azioni dei produttori di auto elettriche. Tesla crolla del 4,3%, Rivian Automotive è in calo del 2,48% e Lucid Grup scende del 3,77%. Anche le ADR cinesi sono tutte in ribasso, con NIO, Li Auto e Xpeng che perdono rispettivamente il 3,08%, il 2,65% e il 3,3%. Ad aver alterato l'umore degli investitori ovviamente
la decisione da parte della Federal Reserve di aumentare i tassi d'interesse dello 0,75% nella riunione di ieri, portando il tasso di riferimento all'1,5%. L'obiettivo della Banca Centrale americana è quello di abbattere
l'inflazione che sta causando non pochi danni anche al settore delle auto elettriche.
Gli alti costi che le case automobilistiche devono sostenere per materie prime e componenti vanno a impattare sui margini di profitto, in quanto le aziende non riescono a trasferire totalmente i costi di input al consumatore finale. Alcuni produttori come NIO e Tesla hanno aumentato i prezzi di certi modelli di auto, ma non possono spingersi troppo oltre senza causare un crollo della domanda. Ad esempio, il prezzo della Model X di Tesla è aumentato a 126.490 dollari dai 120.490 dollari del 18 maggio, mentre la Model Y ora costa 67.990 dollari rispetto ai 64.990 dollari del mese scorso, e il prezzo di listino della Model S è salito a 109.490 dollari da 104.490 dollari nello stesso periodo.
Tuttavia, l'aumento dei tassi della Fed non viene visto in maniera positiva dal mercato, perché stiamo parlando sempre di aziende che investono molto nella tecnologia, con ritorni che arriveranno anche nel lungo termine. Questo rende più magri i valori attualizzati dei flussi di cassa futuri e più onerose le condizioni di accesso al finanziamento per sostenere gli investimenti.
Auto elettriche: Jefferies abbassa le stime di vendita
Stamattina è arrivato anche un rapporto sulle previsioni di vendita degli analisti di Jefferies, che ha affermato di aspettarsi quest'anno 8,7 milioni di veicoli elettrici consegnati, in diminuzione rispetto ai 9 milioni precedentemente previsti. Anche per il 2023 le stime sono state riviste al ribasso da parte della banca americana, con 11,5 milioni di vendite, 300 mila in meno di quanto previsto nel report scorso. Questo significa che la ripresa del mercato risulterà più lenta di quanto si poteva immaginare nelle 3 Regioni dove esso è sviluppato, ovvero Cina, Europa e Stati Uniti.
La domanda però rimane solida, a giudizio di Jefferies, con un tasso di penetrazione aumentato dal 10% all'11% per l'anno in corso e dal 13% al 14% per quello venturo. L'istituto finanziario per il lungo periodo prevede che le vendite complessive arriveranno a 19 e 36 milioni rispettivamente a metà e a fine decennio.