Il ritorno della crisi politica in Francia, dopo le dimissioni lampo del premier Sébastien Lecornu che solo ieri aveva presentato la lista dei ministri, ha frenato i mercati azionari del Vecchio Continente, i quali hanno chiuso la prima seduta della settimana in generale territorio negativo.
Con un clima che sui mercati rimane appesantito dal prolungato Shutdown negli Stati Uniti, il FTSE Mib ha terminato le contrattazioni in calo dello 0,26% a 43.146,13 punti. Il movimento odierno non cambia il trend presente sull'indice italiano che rimane confermato al rialzo.
Dal punto di vista operativo il ritorno dei corsi sopra i 43.250 punti dovrebbe far proseguire il recupero in direzione dei massimi degli ultimi 18 anni situati sui 43.500-43.550 punti. Al contrario segnali di debolezza si avrebbero solo con il ritorno dei corsi sotto i 42 mila punti.
Tra le azioni da seguire in queste ore ci trasferiamo a Wall Street con AbbVie, dopo che il produttore farmaceutico ha tagliato l'outlook per quanto riguarda i profitti del 2025. Andiamo a scoprire le motivazioni e i nuovi target.
AbbVie: utile rettificato 2025 rivisto al ribasso
Nella serata di venerdì scorso AbbVie, il produttore farmaceutico statunitense, ha abbassato le sue previsioni per quanto riguarda i profitti del 2025.
A causa di una spesa di quasi 2,7 miliardi di dollari nel corso del terzo trimestre, l'azienda statunitense prevede ora un utile per azione rettificato compreso tra i 10,38-10,58 dollari, rispetto alla precedente previsione posta tra gli 11,08-12,08 dollari per azione.
Il gruppo che non ha specificato come sia stata sostenuta questa spesa, ha spiegato che questi costi possono derivare da collaborazioni, accordi di licenza o acquisizioni di asset, ma non sono previste a causa dell'incertezza riguardo al momento e alla loro effettiva occorrenza.
Per quanto riguarda invece il terzo trimestre l'utile per azione dovrebbe invece attestarsi tra gli 1,74-1,78 dollari per azione, ampiamente sotto il consenso posto a 3,27 dollari.
Nel suo comunicato AbbVie ha dichiarato che i conti del trimestre, conclusosi lo scorso 30 settembre, non sono stati ancora finalizzati e rimangono soggetti alla procedura di chiusura del bilancio.
In occasione di questa comunicazione il produttore farmaceutico ha sottolineato di aver avviato la costruzione di uno stabilimento di produzione da 195 milioni di dollari nell'Illinois che, divenendo operativo entro il 2027, produrrà farmaci per immunologia, oncologia e neuroscienze.
Ricordiamo che AbbVie si sta affidando ai nuovi farmaci immunologici Skyrizi e Rinvoq per compensare il calo delle vendite del suo trattamento di punta per l'artrite, Humira, che dal 2023 sta soffrendo la concorrenza dei suoi competitors negli Stati Uniti.
Infine rimanendo nel campo degli studi, AbbVie ha annunciato in queste ore che Botox, noto anche come onabotulinumtoxinA, ha raggiunto l'obiettivo primario in uno studio di fase 2 che valuta l'iniezione come trattamento per il tremore essenziale degli arti superiori. L'azienda ha dichiarato che, rispetto al placebo, l'onabotulinumtoxinA ha mostrato miglioramenti "statisticamente significativi" nel punteggio della Tremor Disability Scale-Revised.
Azioni AbbVie: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a scoprire come si stanno muovendo le azioni AbbVie a Wall Street. Con volumi in aumento rispetto alle precedenti giornate, è un inizio di settimana all'insegna della debolezza per il titolo AbbVie, con le quotazioni che scendono sotto i 230 dollari.
Con un'impostazione di lungo e medio periodo che rimane confermata al rialzo, eventuali ulteriori discese fin verso i 223-220 dollari, dove troviamo l'indicatore daily del Supertrend, potrebbero rappresentare delle nuove occasioni di acquisto.
Dal punto di vista operativo la conferma sopra tali aree dovrebbe riattivare la tendenza ascendente, con primo target sui 235 dollari e successivamente i top assoluti situati sui 245 dollari. Oltre tali aree dovremmo avere un rafforzamento del quadro grafico, con possibili ulteriori apprezzamenti verso i 255 dollari e a seguire i 260 dollari.
Al contrario la perdita dei 220 dollari dovrebbe aprire la strada a una fase correttiva più marcata verso i 215 dollari e successivamente i 212,27 dollari, dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 11 settembre.
Sotto tali supporti, dove troviamo anche la media mobile a 50 giorni, dovrebbe proseguire la fase discendente prima in direzione dei 200 dollari e in seguito verso la media mobile di lungo periodo in area 194 dollari.
Nel caso in cui dovessimo assistere alla perdita di questi ultimi supporti, si avrebbe un indebolimento del quadro grafico con prossimi target i minimi degli ultimi 3 mesi in area 182 dollari.
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