- Secondo un report di S&P Global Ratings nell'ultimo mese si è accorciata la lista di obbligazioni spazzatura;
- Il settore con il più elevato tasso di fallen angel è quello automobilistico;
- Investire in fallen angels cercando un maggiore rendimento può essere una decisione condizionata dalla politica delle Banche centrali
Gli angeli non cadono più. Questo il responso di uno studio di S&P Global Ratings che mette in risalto come il numero di bond che sono finiti nella categoria non investment grade abbia rallentato la crescita. Per la prima volta quest'anno c'è stata una diminuzione dei potenziali titoli obbligazionari che finiranno tra i junk bond: 120 rispetto a un picco massimo di 126 del bimestre maggio-giugno. Anche gli attuali fallen angels con outlook negativo sono scesi dal 16% del mese scorso al 13% di oggi. Se si pensa che ad aprile la situazione era molto più seria con una percentuale che si aggirava intorno al 27%, forse c'è da essere ottimisti per il futuro.
Fallen angels: chi entra e chi esce dalla lista di S&P Global Ratings
Nel 2020 fino al mese di luglio i titoli spazzatura sono aumentati a 40: ciò significa che il mercato ha in pancia 340 miliardi di dollari di debito ad alto rischio. Solo lo scorso mese ne sono stati aggiunti sei, per la precisione:
- Braskem S.A: produttore di resine termoplastiche con sede in Brasile;
- DIFC Investments: società immobiliare con sede negli Emirati Arabi Uniti;
- Emaar Properties PJSC: azienda edile di Dubai
- Zijin Mining Group: società mineraria cinese
- Verwaltungs GmbH: produttore tedesco di sistemi automobilistici IHO
- Valeo S.A: produttore francese di sistemi automobilistici.
Allo stesso tempo durante il mese di luglio sono stati tolti tre titoli dalla classifica dei junk bond:
- Argo Group U.S: società assicurativa americana, in quanto la sua controllante è stata declassata a rating BBB- e quindi automaticamente è diventata una potenziale fallen angel;
- Metso Corp: società di estrazione mineraria, poiché la sua valutazione è stata ritirata;
- Noble Energy: impresa texana di esplorazione idrocarburi, grazie al miglioramento dell'outlook che è passato a positivo.
Fallen angel: preoccupa il settore automobilistico
Gli ultimi due della lista delle new entry confermano come il settore automotive abbia subito un colpo letale dall'avanzata della pandemia. Il comparto automobilistico guida la classifica settoriale insieme ai trasporti. In verità, prima che il Covid-19 dilagasse in maniera incontrollata alcuni nomi eccellenti erano stati declassati. Uno degli esempi più autorevoli sono le obbligazioni di Ford, che hanno subito un downgrade a junk bond dopo la decisione di chiudere gli impianti produttivi in Europa e negli Stati Uniti.
A seguire troviamo i settori oil&gas e quello delle utilities, con 4 casi a testa. In queste situazioni la crisi del petrolio ha inciso in maniera determinante creando alcuni fallimenti e inevitabili downgrade. I dati evidenziano anche la difficoltà dell'immobiliare, che negli Emirati Arabi si stanno manifestando in maniera preoccupante. Nel Paese si stanno verificando sempre più squilibri di mercato, con il Governo di Dubai che non riesce più a sostenere le imprese del comparto con incentivi fiscali.
Riguardo ai potenziali fallen angel, il settore finanziario ha la maglia rosa con 21 casi. Anche se l'impatto a livello globale del comparto sia piuttosto limitato, solo il 5% di tali bond ha outlook negativo, ben al di sotto della media del 13%. La quota più alta di bond che potrebbero entrare nella categoria è quella del media e intrattenimento: il 63% del debito è in credit watch negativo.
Bond: si può investire nei fallen angel?
Investire nei fallen angel è un rischio, ma i dati sopra esposti dimostrano che la prospettiva è più confortante rispetto al passato. Restano delle incognite legate soprattutto alla politica monetaria delle Banche centrali . La FED non si è risparmiata e ha deciso di inserire questa tipologia di titoli di debito nelle operazioni di mercato aperto, in modo tale da fornire liquidità al sistema.
Discorso diverso è quello che concerne la BCE. Nell'ultima riunione ufficiale, l'Eurotower non ha fatto alcun cenno di inserire i junk bond nella lista della spesa. Difficilmente Christine Lagarde cambierà idea nel breve periodo, a meno che una seconda violenta ondata di contagi da Covid-19 non metta ancor di più in ginocchio un'economia del Vecchio Continente già fortemente provata.