Bel dilemma. Il mondo degli investitori è spaccato su dove impiegare i propri risparmi, dal momento che vige un'incertezza di fondo su quella che sarà la situazione post Covid riguardo i mercati finanziari. Le istituzioni, per quanto stiano facendo il possibile per dare delle risposte a domande impellenti, non sono in grado di fornire le giuste rassicurazioni. Quindi si prova a destreggiarsi tra tante ipotesi, girovagando in mezzo a immaginifici scenari futuri che potranno verificarsi. In questo ginepraio, è sempre vivo e vegeto lo scontro partigiano tra azionisti o obbligazionisti che ha storicamente calcato la scena nel mondo della finanza. In verità esistono sempre buone ragioni per propendere da una parte o dall'altra, qualsiasi sia il contesto che ci si potrà trovare a fronteggiare. Gli analisti ne illustrano alcune, vediamo quali.
Il mercato sconta il taglio dei dividendi per i titoli azionari
Sicuramente obbligazionista è Neuberger Berman, società d'investimenti americana. Secondo i suoi analisti, le azioni hanno corso troppo dai minimi di marzo, mentre nel frattempo gli utili aziendali sono precipitati per via del calo della domanda. Questo ha alzato in modo considerevole il rapporto price/earnings, che non trova così più attinenza con le quotazioni dei titoli. È normale quindi attendersi un riequilibrio del mercato.
Per le obbligazioni il recupero non è stato così vistoso, di conseguenza la correzione di valori non potrà essere altrettanto marcata. Un'altra ragione che spingerebbe verso l'acquisto dei bond sta nel fatto che in tempi di crisi questi ultimi rispondono meglio rispetto all'equity. Ciò avviene perché il mercato incassa comunque le cedole dell'investimento obbligazionario, mentre per le azioni sconta un taglio dei dividendi e del buyback (come del resto è avvenuto puntualmente in moltissime società, ndr). In aggiunta a questo la mole di aiuti di Stato e il denaro dato a gratis dalle Banche Centrali rende più difficile distribuire denaro agli azionisti. Un'ulteriore ragione per preferire le obbligazioni deriverebbe dai tassi bassi che verosimilmente resteranno tali a lungo. Questo quindi non creerà un rischio di prezzo per i bond in circolazione.
All'interno del comparto obbligazionario, a giudizio di Neuberger Berman è preferibile scegliere in base allo scenario previsto. Qualora si immagini una ripresa a L allora sarebbe il caso di puntare su obbligazioni conservative Investment Grade, nel caso si pensa a una ripresa a U o addirittura a V, si potrebbe maggiormente rischiare inserendo in portafoglio High Yield Bond. L'ideale sarebbe costruire una struttura multisettoriale per potersi muovere agevolmente all'interno del portafoglio, con un'allocazione efficiente delle risorse.
Le Small Cap una grande opportunità, se si sa scegliere...
Non proprio sulla stessa lunghezza d'onda si colloca Amiral Gestion, che evidenzia nelle obbligazioni qualche zona d'ombra. La società di gestione francese ritiene che l'apporto della FED prima e della BCE dopo, di inserire obbligazioni High Yield nei loro piani programmatici di politica monetaria, sia stato fondamentale per ridurre gli spread. A questo si contrapporrebbe però un rischio di insolvenza in aumento. Secondo le stime di Moody's il tasso passerebbe dal 2% di qualche mese fa all'8% entro il 2021, il che rappresenterebbe un campanello d'allarme da non sottovalutare.
Ciò nonostante Amiral Gestion ha ridotto la liquidità del fondo gestito dal 35% al 15% posizionandosi su titoli obbligazionari a 4/5 anni, con cedole dal 6% al 7% e di aziende sane come Elis, FNAC, Rexel e Faurecia.
Mentre sta alla finestra riguardo i "fallen angel" e i titoli declassati o in procinto di esserlo. Tale comportamento strategico dipenderebbe da alcune variabili come ad esempio la decisione delle Banche Centrali di comprenderli nel piano di acquisti e il supporto dello Stato. A tal proposito alcune compagnie aeree come Air France e EasyJet, che hanno usufruito dell'appoggio statale, potrebbero essere obiettivi allettanti in quanto offrono dei rendimenti vantaggiosi, sebbene i bilanci si sono vistosamente deteriorati per il crollo della domanda.
Riguardo l'azionario gli esperti vedono nelle Small Cap delle opportunità interessanti e per varie ragioni. Intanto il divario di rendimento rispetto alle Large Cap comincia a ridursi dopo diversi anni. In secondo luogo il rapporto prezzo/valore contabile dell'indice CAC Small è inferiore rispetto a quello del 2012-13 quando l'Eurozona era sprofondata nella crisi del debito sovrano; oggi avrebbe infatti uno sconto di valutazione del 30%. In terzo luogo vi è un interesse crescente da parte di alcuni investitori istituzionali che aumenteranno sempre di più il peso dei titoli Small Cap nei portafogli di investimento. Infine le azioni a bassa capitalizzazione storicamente hanno un rendimento maggiore nel lungo periodo rispetto al benchmark.
Lo cosa importante però sarebbe quella di selezionare attraverso una vera e propria operazione di stock picking, vertendo su titoli di società dalle solide fondamenta, a partecipazione familiare e che mira ad obiettivi di lungo periodo. Ovviamente conditio sine qua non sarebbe quella di avere un modello di business qualitativo.
Gli High Yield Bond sono sempre a rischio downgrade
JP Morgan Asset Management pone l'accento sulla situazione degli High Yield Bond. La casa d'affari USA rileva come lo spread si sia notevolmente ridotto rispetto agli Investment Grade dal picco della pandemia. Il recupero in due mesi e mezzo è stato del 70%, con il divario che è passato da 591 basis point a soli 80. Questo avrebbe sicuramente posto un freno al downgrade da parte delle agenzie di rating. Però tale eventualità negativa non sarebbe scongiurata. Anzi nuovi declassamenti potrebbero avere luogo soprattutto se dovesse arrivare una seconda ondata di contagi, le tensioni tra USA e Cina dovessero tornare in auge e i dati economici risentissero di tutto il peso del virus.
JP Morgan però puntualizza come le Banche Centrali rappresentano un ombrello alle turbolenze in atto, per cui non vede per il momento un deflusso di investimenti High Yield, sia in America che in Europa.