Il debito italiano? Ingente ma sostenibile | Investire.biz

Il debito italiano? Ingente ma sostenibile

26 mag 2020 - 16:30

Ascolta questo articolo ora...

Alla vigilia della delicata giornata sul Recovery Fund, un'analisi di Unicredit dimostra come il nostro debito pubblico, essendo in mano agli italiani, sia sostenibile.

  • Domani la Commissione Europea elaborerà il piano per salvare i Paesi europei colpiti dalla pandemia, sulla base della proposta Macron-Merkel;
  • I Paesi del Nord Europa temono che il Recovery Fund possa inasprire il debito pubblico di Stati come l'Italia rendendolo insostenibile;
  • Un'analisi di Unicredit arriva alla conclusione che il nostro debito pubblico, essendo in gran parte in mano agli italiani, è sostenibile.

 

Spread BTP-Bund sotto 200 punti e Piazza Affari in verde nella giornata di oggi (+1,48%). Così l'Italia si prepara al delicatissimo verdetto di domani quando la Commissione Europea presenterà la proposta sul Recovery Fund. La sfida di Bruxelles sarà quella di conciliare la posizione franco-tedesca e quella degli inossidabili Paesi del Nord. L'asse Parigi-Berlino parteggia per la linea morbida: 500 miliardi a fondo perduto tramite l'emissione di Bond europei a tripla A, garantiti dagli Stati dell'Unione. Lo scopo è quello di sostenere i Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia, come l'Italia a cui andrebbero 120 miliardi. I Paesi dell'area Nord europea, con Olanda in testa, sono invece riluttanti a qualunque forma di condivisione del debito e optano per un prestito condizionato: nè più nè meno di come è fatto il funzionamento del MES secondo i rigidi criteri stabiliti dal trattato.

L'Italia come il Giappone: gran parte del debito è nazionale

La situazione non è scevra di tensioni e l'esito potrebbe essere tutt'altro che scontato. Perché il Recovery Fund prenda vita è necessario che ci sia il voto unanime di tutti e 27 i Paesi che fanno parte dell'Eurozona. Anche se alla fine verrà raggiunto un accordo, qualcuno teme che difficilmente il fondo sarà operativo prima del 2021. L'inghippo è sempre lo stesso: alcuni membri dell'Eurogruppo si preoccupano che Paesi come l'Italia possano cominciare a spendere allegramente al di là dell'emergenza, cosa ritenuta ancora più grave in un contesto in cui il debito italiano rischia di non essere più sostenibile.

Ma è proprio così? Uno studio degli analisti di Unicredit sembra smentire un tale incrollabile assunto. Gli esperti della seconda banca italiana prendono a riferimento il caso del Giappone. Il debito del Sol Levante ha raggiunto una cifra del 237% del PIL eppure non è insidiato dalle valutazioni delle agenzie di rating che mantengono un giudizio alto. Perché questo succede? Perché quasi tutti i Bond di Stato sono comprati dalla Bank of Japan e da risparmiatori giapponesi, giocoforza non vengono esposti alle fluttuazioni del mercato come altri titoli di Stato che sono messi alla mercé degli investitori stranieri.

La situazione italiana non è poi così diversa, sottolinea il capo economista di Unicredit, Erik Nielsen. Solo il 34% dei BTP italiani è in mano agli stranieri, il 66% è distribuito tra investitori privati italiani (49%) e Bankitalia (17%) che ha comprato titoli per conto della BCE nel piano del Quantitative Easing iniziato da Mario Draghi. E la cifra potrebbe anche aumentare se si considera che il PEPP in caso di necessità potrebbe essere allargato, come più volte hanno precisato Christine Lagarde e altri esponenti di spicco all'interno del Consiglio Direttivo dell'Eurotower. Questo perché, occorre ricordare, ogni acquisto di Bond dei Paesi dell'Eurogruppo viene effettuato per l'80% attraverso le Banche Centrali nazionali e solo per il 20% attingendo alle risorse della BCE.

Il debito italiano è quindi sostenibile?

Verrebbe da chiedersi: se due terzi dei nostri titoli sono in mani sicure perché preoccuparsi così tanto? Difficilmente i risparmiatori italiani e Bankitalia si metteranno a speculare in caso di turbolenze, mettendo a repentaglio la sostenibilità del debito e del Paese. In verità bisogna fare una precisazione. Del 49% dei titoli posseduti da investitori privati italiani, solo il 5% è nel portafoglio di famiglie e imprese. Il rimanente 44% è gestito da investitori istituzionali come fondi di investimento italiani, banche e assicurazioni. Questi, insieme agli investitori esteri, potrebbero ovviamente condizionare l'andamento dei nostri titoli di Stato sul mercato in caso di tempesta finanziaria.

Unicredit però ritiene che nel suo complesso il problema è ingigantito. Gli italiani hanno un risparmio privato di 4.400 miliardi di euro che è in gran parte tenuto in conto corrente e per un terzo investito in azioni, obbligazioni e fondi comuni. Basterebbe un'opera di convincimento che allontani lo spauracchio della sostenibilità per riversare gran parte delle risorse investite sui nostri titoli. Emblematica è la dimostrazione data con il BTP Italia dove tra risparmiatori e investitori istituzionali sono entrate nelle casse pubbliche 22,3 miliardi di euro. Risultato che è andato al di là delle più trionfalistiche previsioni.

0 - Commenti

I Nostri Partners



Malta

ELP Finance LTD

34, Wied Ghomor Street, St. Julians STJ 2043 – Malta

+356 20 341590

Switzerland

ELP SA

Corso San Gottardo 8A, 6830 Chiasso, Switzerland

+41 91 9228171

Investire.biz non offre servizi finanziari, regolamentati o di investimento. Le informazioni presenti sul sito non devono essere considerate consigli di investimento personalizzati e sono disseminate sul sito e accessibili al pubblico in generale. Tutti i link e i banner sui siti web della società puntano verso società finanziarie, fornitori di servizi di investimento o banche regolamentate in Europa. Si prega di leggere Dichiarazione di non responsabilità, Informativa sui rischi, Informativa sul trattamento dei dati personali e Termini e condizioni prima di utilizzare questo sito Web.

L’utilizzo del presente sito è soggetto al diritto svizzero, che ha giurisdizione esclusiva in relazione all’interpretazione, applicazione ed effetti delle condizioni d’uso. Il tribunale cantonale competente avrà giurisdizione esclusiva su tutti i reclami o le controversie derivanti da, in relazione a o in relazione al presente sito web ed al suo utilizzo.

Le informazioni presenti sul sito web non devono essere considerate consigli di investimento personalizzati e sono disseminate sul sito e accessibili al pubblico in generale. Tutti i link e i banner sui siti web di ELP SA o ELP Finance LTD (di seguito il “gruppo ELP” o “ELP”) indirizzano verso società finanziarie, fornitori di servizi di investimento o banche regolamentate in Europa. Gli strumenti finanziari menzionati nel presente sito web possono essere soggetti a restrizioni di vendita in alcune giurisdizioni.

Continuando ad accedere o utilizzare questo sito web o qualsiasi servizio su questo sito, dichiari di accettarne i termini e condizioni. Tutti gli investimenti finanziari comportano un certo livello di rischio. Il trading e la speculazione finanziaria comportano un alto livello di rischio e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. Prima di decidere di investire dovresti considerare attentamente i tuoi obiettivi di investimento, il livello della tua esperienza, la tua disponibilità ad assumersi dei rischi e consultare un consulente indipendente. C'è sempre la possibilità di perdere l'investimento, per intero o parte di esso. Quindi ti suggeriamo di investire denaro che puoi permetterti di perdere.

Dichiarazione di non responsabilità - Informativa sui rischi - MAR - Informativa sul trattamento dei dati personali - Termini e condizioni - Codice Etico - Cookie policy - Privacy Policy

© 2024 Investire.biz, all rights reserved.