Il Coronavirus morde le caviglie dell'economia italiana e il nuovo lockdown rende urgente trovare fondi per poter affrontare le spese di ristoro sempre più consistenti. Attendere solo l'arrivo del Recovery Fund non è una strada praticabile visto che, se tutto va bene, i fondi dall'Europa non dovrebbero sopraggiungere prima della metà del 2021.
Così il Governo ha pensato di rivolgersi direttamente ai risparmi delle famiglie italiane, quantomeno per mettere una pezza sulla situazione disastrata. Così il Tesoro collocherà tra il 9 e il 13 novembre il BTP Futura bis, dopo il successo ottenuto durante l'emissione di luglio.
Lo Stato italiano farà leva ancora una volta sul "fattore Coronavirus", nel senso che il denaro raccolto verrà utilizzato solo a coprire le spese causate dalla pandemia, sperando in questa maniera di sensibilizzare gli italiani, stimolandoli all'investimento. Vediamo insieme tutte le caratteristiche e il funzionamento di questo titolo di Stato.
BTP Futura: caratteristiche e funzionamento
A differenza del primo BTP Futura, quello di novembre avrà una scadenza di 8 anni e non più di 10. Per il resto funziona allo stesso modo. Queste le caratteristiche:
Cedole
Ci saranno tre cedole: la prima sarà fissa per 3 anni, le altre due saranno variabili al rialzo, una per i successivi 3 anni e l'altra per gli altri 2. Le cedole variabili verranno confermate il 13 novembre, mentre i tassi minimi garantiti, comunicati il 6 di novembre, sono i seguenti: 0,35% dal primo al terzo anno, 0,60% dal quarto al sesto anno e 1% dal settimo all'ottavo anno.
Premio fedeltà
Oltre il rendimento normale vi è anche il premio fedeltà che viene riconosciuto ai risparmiatori che detengono il titolo fino alla scadenza. Tale premio può variare dall'1% al 3%, a seconda del tasso di crescita del PIL nominale, che viene calcolato dall'ISTAT.
Dove comprare il BTP Futura
Il BTP Futura viene scambiato sul mercato secondario dei titoli di Stato, può essere acquistato o rivolgendosi al proprio ufficio bancario o postale, oppure utilizzando una piattaforma di trading online che tratta strumenti del debito pubblico, facendo riferimento al codice ISIN IT0005425753.
BTP Futura: conviene acquistarlo?
Se si fa il raffronto con il BTP classico della stessa scadenza, si trovano subiti due vantaggi non irrilevanti. Il primo è che il BTP Futura adegua le cedole variabili all'aumento effettivo dei rendimenti di mercato, il che consente una compensazione della riduzione del corso netto del titolo. Il secondo attiene al premio fedeltà che, attraverso la correlazione con il PIL nominale, garantisce in questo modo una protezione dal tasso d'inflazione.
Oggi il BTP con scadenza residua di 8 anni rende circa lo 0,58% lordo; per determinare approssimativamente il rendimento del BTP Futura andrebbe aggiunto uno 0,375% annuo di premio fedeltà, nella migliore delle ipotesi che si arrivi al 3% complessivo.
Se si guarda all'andamento della prima edizione del BTP Futura ci sono dei segnali incoraggianti. Chi lo avesse acquistato a luglio e venduto a ottobre, quando il prezzo di mercato è arrivato quasi a 104, avrebbe ricevuto una bella plusvalenza. Sempre fermo restando che avrebbe optato per non incamerare i flussi delle cedole e incassare il premio fedeltà alla scadenza.
Tuttavia, nei mercati finanziari non è mai buona cosa contare troppo sulla ripetitività degli eventi. La crescita di valutazione in questi mesi dei titoli di Stato hanno scontato rendimenti di nuova emissione molto bassi, grazie soprattutto a una BCE estremamente vigile. C'è da attendersi la stessa attenzione nei prossimi tempi da parte dell'istituto guidato da Christine Lagarde, però nulla garantisce che i rendimenti rimangano tali.
I tassi sono già a zero e, a partire dal 2021, il mercato comincerà presumibilmente a scontare una ripresa dell'economia, in virtù anche del fatto che arriverà il vaccino per il Covid-19. Di conseguenza, tassi quantomeno stabili difficilmente faranno lievitare le quotazioni dei titoli in circolazione.
A corollario di tutto questo ci sarà l'effetto del giudizio sul debito italiano delle agenzie di rating. Il 23 ottobre e il 6 novembre si sono espresse rispettivamente Standard&Poor's e Moody's, mentre il 4 dicembre sarà la volta di Fitch. Un eventuale declassamento potrà creare qualche scossone sui titoli di Stato italiani, con ripercussioni nel tempo che non è dato in questo momento di quantificare.