Torna la paura per il gas europeo alla Borsa di Amsterdam, dopo che le quotazioni si sono impennate oggi fino al 30% a quasi 50 euro a megawattora, prima di ritracciare a circa 45 euro. Dai minimi di inizio mese, il prezzo del combustibile è raddoppiato e oggi ha trovato spinta dalle indiscrezioni che i Paesi Bassi chiuderanno definitivamente il giacimento di Groningen a far data dal 1° ottobre.
L'hub è un punto di riferimento chiave per gran parte dell'Europa occidentale, ma sembra che la scelta di chiuderlo sia inevitabile dopo che gli abitanti di Groningen sono stati colpiti da centinaia di terremoti negli anni, con magnitudo fino a 3,6, a causa delle trivellazioni.
Secondo quanto riportato dal Groningen Mining Damage Institute, delle circa 327.000 case nella regione, almeno 127.000 hanno riportato danni, mentre 3.300 edifici sono stati demoliti nel 2012 per via della loro insicurezza generata proprio dai sisma. I residenti saranno ricompensati, secondo un piano del governo che si è impegnato a elargire 22 miliardi di euro nell'arco di 30 anni. Mentre il primo ministro Mark Rutte si è scusato pubblicamente con gli abitanti di Groningen per quanto accaduto.
Gas naturale: quanto è importante il giacimento di Groningen
Attualmente il giacimento di Groningen sta funzionando a livelli minimi, azionato con una luce pilota. Questo comporta che da qui a ottobre saranno estratti al massimo 2,8 miliardi di metri cubi. Dall'anno prossimo, il pozzo sarà riempito di cemento.
Il governo mirava a chiudere battenti entro ottobre 2024, in base alla situazione geopolitica, ma ora esigenze di sicurezza impongono l'improcrastinabilità della scelta. Tuttavia, persone vicine alla questione affermano che la decisione non è completamente irrevocabile, in quanto un'altra crisi energetica o un inverno particolarmente freddo potrebbero richiamare una riapertura, che avverrebbe nell'arco di un paio di settimane. Ad ogni modo, da ottobre l'Europa potrebbe rivedere un nuovo deficit dell'offerta, il che avrebbe delle ripercussioni sul prezzo del gas.
Anche dopo oltre mezzo secolo dalla sua creazione avvenuta nel 1963, il pozzo di Groningen è in grado di estrarre fino a 450 miliardi di metri cubi di gas, per un valore di circa 1.000 miliardi di dollari. Inoltre, secondo Shell - uno dei gestori del giacimento - vi è spazio per produrre circa 50 miliardi di metri cubi all'anno in più rispetto al livello attuale. Quanto basta per rendere l'idea della perdita che sul mercato del combustibile ci potrà essere e delle turbolenze che ne potranno nascere.