Le quotazioni del gas naturale in Europa sono letteralmente crollate grazie all'aumento delle forniture russe attraverso Veike Kapusany. Il punto di inteconnessione al confine con l'Ucraina rappresenta una rotta chiave per far fluire il combustibile verso l'Europa.
Questo dà un po' di ossigeno a un mercato che è stato fortemente sotto stress in questo inverno. Ora con le temperature un pò più miti di questi giorni, la domanda si è leggermente abbassata e con questo anche la pressione sui prezzi. I futures europei del gas sono scesi dell'8,4% a 77,55 euro ad Amsterdam, mentre i contratti nel Regno Unito hanno perso il 6,3% a 190,20 pence.
Gas naturale: le tensioni al confine ucraino restano alte
La situazione a livello geopolitico comunque rimane molto tesa. I flussi di gas russi mediante la Palonia e verso la Germania sono ancora bloccati. Oggi è previsto un incontro telefonico tra il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il Segretario di Stato americano Antony Blinken per cercare di placare i venti della crisi. Nel contempo Vladmir Putin incontrerà il leader ungherese Viktor Orban, dopo aver parlato con Macron.
Si sta cercando uno spiraglio per scongiurare un conflitto a fuoco tra la Russia e l'Ucraina, che ormai sembra alle porte e che potrebbe seriamente compromettere l'approvvigionamento di gas naturale dell'Europa. Il Vecchio Continente dal canto suo si è messo in uno stato d'allerta e ha colloquiato con gli altri fornitori, come gli Stati Uniti, il Qatar e l'Azerbaigian, per tenersi pronti a spedizioni di emergenza nel caso la crisi ucraina dovesse peggiorare e Putin chiudere i rubinetti.
Secondo RBC Capital Markets, in atto vi sono sforzi notevoli per ridurre la dipendenza dalla Russia riguardo le forniture di gas in Europa, attingendo ad altre fonti. In realtà il 30% della materia prima sopraggiunge da Mosca e quindi non è facile staccarsi dalle consegne del Cremlino. I prezzi quindi rimangono altamente esposti agli squilibri che si vengono a creare tra la domanda e l'offerta.
Guerra Russia-Ucraina: gli USA preparano le sanzioni
Intanto negli Stati Uniti al Senato si sta discutendo circa un pacchetto di sanzioni alla Russia proprio per scoraggiare l'invasione in Ucraina. In sostanza, verrebbero imposte delle tariffe sui prodotti subordinate a un attacco armato proveniente da Mosca.
Un altro atto che potrebbe essere messo in pratica qualora Putin oltrepassasse il confine, sarebbe quello di escludere la Russia dal sistema finanziario Swift. Questo sarebbe un provvedimento molto pesante e delicato, perché con gli istituti di credito russi fuori gioco, il danno potrebbe estendersi anche in Europa.
In extrema ratio tale soluzione però non sarebbe del tutto da escludere. Il senatore Ben Cardin, un democratico del Maryland, ha affermato che la rimozione delle banche russe dal sistema Swifts sarebbe una mano piuttosto grave però, se si verifica un'incursione in Ucraina, a quel punto diventa una possibilità sicuramente sul tavolo.