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Negli ultimi tempi, l'oro ha perso la tradizionale funzione di bene rifugio;
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Le Banche centrali stanno vendendo oro attingendo alle riserve auree;
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Il futuro dell'oro si lega alle politiche monetarie delle Banche centrali
Cosa sta succedendo all'oro? Davanti a una crisi di queste proporzioni la logica vorrebbe che gli investitori si dirigessero verso il bene rifugio per eccellenza, facendone aumentare le quotazioni. Invece il metallo giallo sta perdendo decisamente terreno, dopo che questa estate aveva raggiunto il suo massimo storico a 2.075 dollari l'oncia.
È pur vero che una parte del rally di quest'anno dell'oro è stato determinato dalla debolezza del Dollaro americano, partita proprio quando è scoppiata la pandemia. In questi ultimi giorni in cui il biglietto verde ha recuperato forza, il prezioso ne ha risentito.
È altrettanto vero però che la materia prima ha finora mantenuto la sua tradizionale correlazione diretta con il crollo delle Borse. Oggi tale correlazione non sembra più in essere e in questo momento stiamo assistendo a un'inversione di tendenza, con gli indici borsistici mondiali che accumulano perdite e il Gold che li segue a ruota.
Calo delle quotazioni dell'oro: 3 possibili cause
Per rispondere agli interrogativi degli investitori attoniti di fronte alla riduzione del prezzo dell'oro, potremmo far riferimento a tre fatti che spiegano le dinamiche del mercato della materia prima:
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Dopo 10 anni le Banche centrali nel terzo trimestre 2020 sono diventate venditori netti, con uno smaltimento di 12,1 tonnellate di lingotti. Nel 2019 invece gli acquisti erano stati di 141,9 tonnellate. Ovviamente alcuni istituti hanno approfittato dei prezzi alle stelle di agosto per monetizzare, fatto sta che oggi si assiste a un fatto alquanto anomalo. Secondo il rapporto del World Gold Council, sono state soprattutto le Banche centrali di Uzbekistan e Turchia che hanno fatto registrare le vendite maggiori, con rispettivamente 22,3 e 34,9 tonnellate di oro ceduto nel terzo trimestre.
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La produzione mineraria è calata vistosamente per via del Covid-19, anche quando le restrizioni da lockdown sono state rimosse. E la cosa si è sentita in maniera particolare in Paesi come il Sudafrica che detiene le miniere più grandi del mondo e che rappresenta più del 10% della quota di estrazione globale. Per effetto di ciò, l'offerta totale di oro è diminuita del 3% su base annua
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Dal lato della domanda, vi è stata una richiesta di gioielli che si è abbassata del 19% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La discesa proviene dai maggiori Paesi richiedenti metalli preziosi quali l'India e la Cina e avrebbe potuto essere maggiore se non vi fosse stato comunque un aumento della domanda da parte degli investitori privati del 21%.
Oro: la chiave riguarda le riserve auree delle Banche centrali?
Cosa ne sarà del futuro dell'oro? Gli analisti negli ultimi mesi si sono cimentati a fare previsioni, spesso condizionate dal trend in corso. La gran parte vedeva il metallo giallo superare abbondantemente la soglia psicologica di 2.000 dollari l'oncia, fino ad arrivare a cifre di addirittura 2.400 dollari.
Attualmente le stime sono state ridimensionate, ma bisognerà tenere conto probabilmente di un fatto importante che riguarda le riserve auree delle Banche centrali. A quanto pare la vendita di questi giorni ha a che fare con il riposizionamento delle riserve, come hanno affermato gli esperti del World Gold Council. In verità, vista la crisi in atto e per evitare di alimentare sfiducia nel sistema, gli istituti centrali devono attentamente misurare le azioni quando muovono la pedina delle riserve auree.
Il pericolo in teoria non viene dalla BCE, che tradizionalmente detiene una quantità più limitata di riserve rispetto alla FED e soprattutto alla Banche centrali cinesi e russe che negli ultimi 10 anni hanno investito tantissimo in oro. Il problema è che comunque tutto questo si lega alla politica monetaria che dovrà essere necessariamente accomodante a lungo, per fronteggiare questa drammatica situazione di crisi. Tra poco si riunisce la BCE e anche su questo fronte sapremo di più su quali saranno le scelte a venire per i prossimi mesi.