In un periodo storico in cui nei mercati finanziari sembra dominare sempre più l'imprevedibilità, un segmento che sta attraendo molti investitori come non mai è quello delle materie prime. A parte alcune straordinarietà che stiamo vedendo sull'argento, legate alla nuova tendenza in atto degli investimenti social, i prezzi delle materie prime hanno preso a correre dopo anni di ribassi.
Basti pensare che il Goldman Sachs Commodity Index dai minimi di aprile 2020 è salito del 66%. Negli ultimi 10 anni lo stesso indice ha registrato un rendimento del -60%, a fronte di una crescita dell'S&P 500 del 263%. Potrebbe essere questo l'inizio di un lungo rally come quello che si verificò negli anni '70 quando l'oro aumentò di 25 volte? O come quello che portò il petrolio a 140 dollari al barile nell'ultimo scorcio degli anni 2000?
Investimenti: perché puntare sulle materie prime
L'ottimismo sul mercato delle commodities è supportato da una serie di fattori. La principale spinta arriva dalle Banche centrali le quali, con la loro politica monetaria largamente accomodante, spingono in alto l'inflazione.
Il processo verrebbe agevolato dalla ripresa dell'economia mondiale come riflesso di questo, ma anche come conseguenza dell'efficacia dei vaccini anti-Covid. Questi ultimi, rendendo inoffensivo il virus, metterebbero le attività produttive al riparo da ulteriori blocchi.
In aggiunta a tutto ciò, andrebbe considerato il valore del Dollaro USA, a cui le materie prime sono agganciate, che dovrebbe scendere con gli stimoli fiscali e monetari. E si sa che, quando il prezzo del biglietto verde si abbassa, il valore delle materie prime tende a crescere.
Un altro elemento che gioca a favore delle commodities è relativo alla tendenza all'elettrificazione che alimenta la domanda di quei metalli, come ad esempio l'argento, il rame e l'alluminio, che vengono molto utilizzati nei processi industriali.
Riguardo il rame ad esempio, nelle auto elettriche viene richiesto 4 volte di più rispetto ai veicoli a combustione interna. Così come i parchi eolici ne quadruplicano l'uso rispetto alle centrali elettriche tradizionali. In tutto questo una grande mano arriverebbe dalle politiche ambientaliste di Joe Biden, ma anche in generale dai piani di sviluppo orientati alla green economy dell'Europa e dell'Asia.
Materie prime: come guadagnare dal rally
La domanda che un investitore ora si pone è come sfruttare un possibile trend rialzista delle commodities. In realtà ci sono vari canali attraverso cui cogliere le opportunità che il mercato offre: uno è quello dei fondi che detengono materie prime fisiche; un altro è quello degli ETF che replicano l'andamento delle commodities quotate nei mercati regolamentati; un altro ancora è attraverso i contratti future; infine vi sono le azioni delle società che producono materie prime.
Ma quali sono le occasioni più interessanti attualmente? Ne abbiamo individuato alcune distinte per settore.
Nel settore dell'estrazione mineraria di ferro vi sono le azioni di due compagnie anglo-australiane: BHP e Rio Tinto.
La prima è la società mineraria più grande del Mondo. Ha quasi raddoppiato il suo valore di mercato dai minimi di marzo 2020 e il titolo rende il 3%, con un prezzo di 10 volte gli utili previsti. Rio Tinto è la terza più grande società mineraria del pianeta. Anch'essa è cresciuta molto dai minimi della prima ondata pandemica (quasi il 60%) e presenta multipli azionari di circa 10 volte. Le azioni distribuiscono un dividendo del 4,8%. Il punto di forza di entrambe le società è la grande solidità finanziaria, il che nel tempo attrarrà presumibilmente sempre più azionisti portando a una rivalutazione dei titoli in Borsa.
Riguardo il rame, una società interessante è l'americana Freeport-McMoRan, una delle più grandi produttrici globali di metallo rosso. L'azienda ha previsto il raddoppio del cash flow quest'anno, cosa che consentirebbe di colmare l'indebitamento e aumentare il dividendo. Inoltre il titolo potrebbe approfittare del rally del rame, il quale nell'ultimo anno è già cresciuto del 40%.
Un settore sottovalutato è quello dell'uranio, ma ha grandi potenzialità in futuro per via della costruzione di nuovi reattori soprattutto in Asia. Infatti, mentre in USA le centrali nucleari vengono chiuse, in Cina e in India l'energia nucleare è una fonte molto attraente di elettricità priva di emissione di carbonio. Gli analisti in proposito stimano una crescita della domanda di uranio del 40% entro il 2040. Un titolo su cui puntare è quello della società canadese, Cameco, che è cresciuta quasi del 50% negli ultimi 12 mesi.
Infine segnaliamo nel settore agricolo l'ETF Invesco DB Agricoltura, che replica in maniera ponderata vari prodotti come mais, soia, zucchero e caffè. Da giugno 2020 il fondo ha conseguito un rendimento del 23% e potrebbe crescere ancora grazie soprattutto all'aumento della domanda cinese di semi di soia per nutrire i maiali. In armonia con il fatto che il clima secco in Brasile, che è uno dei principali produttori mondiali, potrebbe deprimere il raccolto.