Tra le asset class più penalizzate dal coronavirus vi è sicuramente il petrolio. Le preoccupazioni degli investitori sulla materia prima
provengono sia sul fronte della domanda che da quello dell’offerta. Da un lato la richiesta è stata fortemente contratta dai lockdown e dalla conseguente impossibilità per le persone di utilizzare i derivati del petrolio, dall’altro la quantità offerta aveva raggiunto livelli tali da esaurire quasi totalmente i siti di stoccaggio. Questa condizione si è esasperata a tal punto che durante la seconda metà di aprile 2020 i corsi del petrolio WTI sono finiti in territorio negativo per la prima volta nella storia.
Petrolio WTI: i motivi del rialzo
Dopo due sedute consecutive di ribassi, le quotazioni del petrolio WTI oggi registrano un rialzo grazie alle parole ottimistiche dell’Amministratore Delegato del colosso petrolifero Saudi Aramco, Amin Nasser, che ha dichiarato di vedere una ripresa della domanda di oro nero in Asia. Spinte positive arrivano anche dal fronte dell’offerta. Lo scorso 7 agosto l’Iraq ha dichiarato che taglierà la produzione di altri 400.000 barili al giorno ad agosto e settembre in modo tale da compensare la sovraproduzione degli ultimi tre mesi.
Petrolio WTI: analisi tecnica e strategie operative
Il prezzo del petrolio WTI stanno faticando a superare la resistenza a 42,57 dollari, lasciata in eredità dai minimi del 26 dicembre 2018. Questo ostacolo rappresenta il
principale baluardo del fronte ribassista che, una volta superato, potrebbe permettere alle quotazioni di tornare al di sopra della soglia psicologica dei 50 dollari.
La strada per i compratori rimane comunque ricca di ostacoli. La dimensione dei corpi delle candele rialziste si sta facendo via via più ridotta, indice della progressiva diminuzione di forza degli acquirenti. Oltre a questo, è importante che i corsi riescano a mantenersi al di sopra della linea di tendenza che unisce i minimi del 27 maggio e 11 giugno 2020.
Se violato, questo sostegno permetterebbe ai venditori di incrementare la loro pressione verso la zona dei 30 dollari al barile. Operativamente
si potrebbero valutare delle strategie di natura short in caso di discesa delle quotazioni a 39,80 dollari. Lo stop loss sarebbe localizzato a 43,88 dollari, mentre l’obiettivo principale a 34 dollari.