Il destino di Wall Street per quest'anno potrebbe decidersi nelle prossime settimane. Il 1° giugno scadrà il termine ultimo per trovare un accordo bipartisan sul tetto al debito USA e in questi giorni gli investitori stanno guardando con estremo interesse ciò che succede su quel fronte. Mentre verso la metà mese di giugno scenderà in campo la
Federal Reserve, con il mercato in fervente attesa che l'istituto monetario dia seguito a quanto annunciato nell'ultima riunione di marzo, ovvero di una pausa al rialzo dei tassi d'interesse.
Probabilmente non sarà solo la conferma dei Fed Funds a muovere le quotazioni nel meeting del 14 giugno, ma anche le intenzioni della Banca centrale di fronte a una crisi bancaria in corso, a una recessione incombente e a un'inflazione in discesa ma ancora elevata. In termini più espliciti, il mercato vorrà capire se la politica monetaria diventerà accomodante già quest'anno ed esattamente da quando.
Dove andrà Wall Street? Gli analisti sono divisi
La Borsa americana sta scontando un'inversione della Fed a partire dal terzo trimestre 2023: gli incrementi registrati da inizio anno (+9,35% per lo S&P500, +21,6% del Nasdaq) sono di buon auspicio, perché storicamente quando nei primi 100 giorni l'indice statunitense sale, si verificano rialzi per il resto dell'anno.
Michael Wilson, stratega di Morgan Stanley, prova però a spegnere gli entusiasmi parlando di un rally ingannevole. Wilson è conosciuto per essere tra i più pessimisti su Wall Street da oltre un anno. Era stato infatti uno dei pochi a prevedere il crollo del 2022 e continua a dichiararsi ribassista nonostante il buono stato di forma dei listini statunitensi.
A suo avviso, i guadagni sono temporanei a causa di valutazioni elevate, di una ristretta gamma di titoli che guida i rialzi e del fatto che le azioni difensive sovraperformano. "È finalmente questo il breakout per confermare un nuovo mercato rialzista? La risposta breve è no", ha scritto in una nota ai clienti questa settimana.
All'opposto, troviamo Savita Subramanian, analista di Bank of America, che ha alzato il suo obiettivo di prezzo per l'S&P 500. L'esperta vede il principale indice americano a 4.300 punti entro la fine dell'anno, da una stima precedente di 4.000. Il benchmark ha chiuso l'ultima ottava a 4.192.
"L'era del denaro facile è alle nostre spalle, ma potrebbe essere una buona cosa", ha scritto in un report. "La Corporate America ha spostato l'attenzione sui benefici strutturali – efficienza/automazione/AI – e si è guadagnata tempo per adattarsi attraverso il debito a tasso fisso a lunga scadenza. I ciclici della vecchia economia, affamati di capitale dal 2008, sono diventati disciplinati e autosufficienti, evidenziati da beta più bassi e utili più stabili".