Certificati: investire su metalli preziosi e decarbonizzazione | Investire.biz

Certificati: investire su metalli preziosi e decarbonizzazione

26 mar 2021 - 13:30

29 giu 2021 - 12:19

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L'andamento di diversi metalli preziosi è strettamente legato all'avanzata del processo di decarbonizzazione. Vediamo come investire sulle aziende estrattrici

Nel corso del 2020 il mercato dei metalli preziosi è riuscito a mettere a segno performance veramente interessanti principalmente grazie al processo di transizione energetica che è iniziato in tutto il mondo, con i piani di sostegno all’economia dopo il Covid-19 che hanno accelerato il megatrend della decarbonizzazione.

Per quanto invece riguarda l’oro, questo ha beneficiato delle politiche monetarie ultra espansive delle Banche centrali, della flessione dei tassi reali e dalle preoccupazioni sulla ripresa economica da parte degli investitori.

Questi ultimi due elementi con l’inizio del 2021 sono però venuti a mancare con le prospettive di ripartenza che si sono rafforzate grazie agli stimoli fiscali e soprattutto per il via alla campagna vaccinale anti-Covid. Il metallo giallo potrebbe comunque tornare sotto gli occhi degli investitori nel caso in cui i timori relativi al rialzo dell’inflazione trovassero fondamento nei dati.

Il prezioso viene utilizzato anche in elettronica e la sua domanda in un contesto caratterizzato dall’uso sempre più importante di dispositivi elettronici potrebbe comunque mantenersi elevata. Per gran parte degli altri metalli preziosi però il focus più importante è quello delle rinnovabili.

Oltre alla sua correlazione con l’oro, l’argento ha importanti applicazioni nel campo delle energie pulite, in particolar modo per quanto concerne il solare. Questo elemento è importante se contestualizzato nell’ambito di una ricerca di CRU Consulting, la quale prevede che la generazione di elettricità dal sole salirà a 1.053 terawatt l’ora entro il 2025, il doppio rispetto al 2019.

Le stime indicano inoltre come i produttori di celle fotovoltaiche consumeranno entro il 2030 888 milioni di once di metallo grigio, 51,5 milioni in più rispetto all’output totale delle miniere di argento nel 2019. Oltre a questo, il prezioso viene utilizzato per numerose tecnologie emergenti tra cui il 5G, i veicoli elettrici, i semiconduttori, l’internet delle cose.

In tal senso, Precious Metals Commodity Management prevede che al 2025 l’ammontare di argento utilizzato per le applicazioni passera da 7,5 milioni di once a 16 milioni e, entro il 2040, a 23 milioni. Guardando ora al platino, è da segnalare come nei prossimi tempi possa diventare sempre più importante.

L'utilizzo per questa commodity riguarda in particolar modo la sua funzione di catalizzatore nelle celle a idrogeno. Da mettere in luce anche le sue applicazioni nei motori a combustione interna dei veicoli elettrici, che stanno prendendo sempre più quote di mercato in tutto il mondo a discapito delle auto tradizionali.

Veniamo infine al rame. Il metallo rosso è considerato il miglior conduttore di elettricità e calore. Per le rinnovabili, questa materia prima viene usato per l’energia solare, per le celle fotovoltaiche e l’eolico. Oltre a questo le automobili elettrificate richiedono molto più rame rispetto a quelle con motori a combustione fossile.

La crescente importanza dei processi di decarbonizzazione rende quindi interessante il Certificato Express di UBS con ISIN DE000UE7UWR0 e sottostante un basket composto dalle azioni Anglo American, Glencore, Freeport McMoRan e Rio Tinto.

 

Analisi dei sottostanti

Le società del paniere lavora nel campo dell’estrazione di metalli preziosi. Anglo American si occupa dell’estrazione di rame, diamanti, platino, ferro, carbone, polialite, nickel e manganese. Nel 2020 l’azienda ha registrato ricavi per 30,902 miliardi di dollari, il 3% in più rispetto al 2019.

L’Ebitda è sceso del 2% a 9,802 miliardi mentre l’utile attribuibile ai soci si è attestato a 2,1 miliardi (-41% a/a). Il dividendo per il 2020 è di 1 dollaro per azione, in flessione rispetto agli 1,09 dollari del 2019. La prima metà dell’anno è stata penalizzata dal Covid-19, mentre la seconda ha beneficiato dell’incremento dei prezzi delle materie prime.

L’azienda potrebbe beneficiare della ripresa economica a livello globale che sembra sempre più solida e le commodity potrebbero fornire una copertura significativa dall’inflazione. Positivo evidenziare la riduzione del debito, passato da 12,9 miliardi di dollari nel 2015 ai 5,6 miliardi di dollari di fine 2020. La società prevede anche di ridurre del 30% le emissioni inquinanti entro il 2030, e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040.

Glencore si occupa della produzione e della vendita di rame, cobalto, zonco, nickel e leghe di ferro. Nel 2020 il gruppo ha registrato una perdita di 1,9 miliardi di dollari con ricavi scesi del 34% a 142 miliardi di dollari. L’azienda è fortemente esposta sui metalli base e sul rame, che beneficiano di forti acquisti da parte degli investitori.

In particolare gli analisti notano come il gruppo detenga il 40% dell’Ebitda di tutte le aziende minerarie inglesi. Gli esperti evidenziano anche come i prezzi più alti delle commodity nel 2021 avranno un impatto trasformativo sugli utili e il cash flow di Glencore. JP Morgan prevede che l’Ebitda passi a 17,9 miliardi di dollari nel 2021 e a 18,2 miliardi del 2022 contro gli 11,6 miliardi del 2019 e 2020.

Un incremento delle materie prime del 10% provoca un +43% degli EPS del gruppo contro il 15% dei competitor Rio Tinto e del 20% di Anglo American. Tuttavia la società ha rischi maggiori in ambito ambientale, sociale e di governance rispetto alla concorrenza.

Freeport McMoRan si occupa invece è una società del comparto minerario statunitense con miniere di rame, oro, argento e molibdeno in Nord America, Sudamerica e Indonesia. Nel 2020 il gruppo ha registrato ricavi per 14,198 miliardi di dollari contro i 14,402 miliardi del 2019, e un utile di 599 milioni di dollari (contro una perdita di 239 milioni di dollari nel 2019).

Di recente l’azienda ha ripristinato il suo dividendo a 0,075 dollari al trimestre, il 50% in più rispetto ai livelli precedenti il fermo. Secondo gli analisti, la crescita prevista nei prossimi anni del gruppo potrebbe far tornare la cedola trimestrale a 0,25 dollari.

Rio Tinto è una società inglese che si occupa dell’estrazione, della ricerca e della lavorazione di diversi metalli tra cui l’alluminio, l’argento, l’oro e il ferro. Nel 2020 il gruppo ha registrato ricavi in crescita del 3% a 44,611 miliardi di dollari, un Ebitda a +13% a/a a 23,902 miliardi di dollari e utili a 9,769 milioni di dollari (+22% a/a).

L’azienda ha anche aumentato il dividendo del 26% portandolo da 0,443 dollari a 0,557 dollari per azione. Diversi analisti sostengono come Rio Tinto abbia un bilancio estremamente solido, con le stime per l’anno fiscale 2021 che vedono una crescita degli utili del 75,5%.

 

Struttura del Certificato

Il Certificato Express di UBS con ISIN DE000UE7UWR0 è stato emesso sul mercato EuroTLX di Borsa Italiana dallo scorso 23 marzo ad un prezzo di 100 euro. Con questo prodotto gli investitori possono ricevere un premio trimestrale di 2,85 euro a patto che alle Date di Valutazione periodiche il prezzo di tutti i sottostanti del paniere sia pari o superiore a quello del Livello di Default della cedola, posto come la Barriera al 60% dello Strike Iniziale. Il rendimento annuale è quindi dell’11,40%.

Tre le opzioni che caratterizzano la struttura del prodotto:

 

  • Effetto Memoria: consente all’investitore di incassare successivamente i premi non pagati;
  • Opzione Autocallable: dal 27 settembre 2021 permette al prodotto di scadere anticipatamente a patto che alla Data per il Rimborso Anticipato il prezzo di tutti i sottostanti del paniere quoteranno ad un livello pari o superiore a quello del Livello Autocall, posto al 100% del Valore Iniziale.
  • Opzione Quanto: protegge dalle fluttuazioni del cambio, visto che le azioni International Anglo American, Glencore e Rio Tinto sono quotate in sterline inglesi, mentre quelle di Freeport McMoRan in dollari USA.

 

Ecco i livelli da monitorare per tutti i sottostanti del paniere:

 

  • Anglo American: Valore Iniziale, Strike e Livello Autocall a 29,025 sterline; Livello Default Cedola e Barriera a 17,415 sterline.
  • Glencore: Valore Iniziale, Strike e Livello Autocall a 2,875 sterline; Livello Default Cedola e Barriera a 1,725 sterline.
  • Freeport McMoRan: Valore Iniziale, Strike e Livello Autocall a 35,42 dollari; Livello Default Cedola e Barriera a 21,252 dollari.
  • Rio Tinto: Valore Iniziale, Strike e Livello Autocall a 55,58 sterline; Livello Default Cedola e Barriera a 33,348 sterline.

 

Alla scadenza fissata per il 25 marzo 2026 potranno verificarsi due scenari:

 

  1. Se il prezzo di tutti i sottostanti del paniere è superiore a quello della Barriera Kick-In, l’investitore riceverà il Valore Nominale di 100 euro maggiorato dell’ultima cedola e di quelle eventualmente non pagate;
  2. Se il prezzo del peggiore sottostante del paniere è pari o inferiore a quello della Barriera Kick-In, l’investitore riceverà un importo commisurato alla relativa.

 

La valutazione dell’Ufficio Studi di Investire.biz

Il paniere di investimento del Certificato Express di UBS appena descritto è particolarmente interessante in quanto guarda a società che beneficiano dell’andamento dei prezzi delle materie prime, che con la ripartenza economica post-Covid alle porte potrebbero venire ancora più privilegiate da parte degli investitori. Oltre a questo, essendo aziende legate all’economia reale sono rafforzate anche dal contesto di rotazione settoriale.

L’eventuale ripartenza dell’inflazione permetterebbe inoltre a queste compagnie di avere una naturale protezione contro il surriscaldamento dell’indice dei prezzi al consumo. Guardando alla struttura del prodotto, oltre alla presenza dell’Effetto Memoria, dell’Opzione Autocallable e della copertura dal rischio di cambio offerta dall’Opzione Quanto, è positivo il posizionamento della Barriera posta al 60% del prezzo di Strike.

 

 

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1 - Commento

Marco B.

Marco B. - 26/03/2021 13:55 Rispondi

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