L'S&P 500 ha chiuso l'ultima ottava a Wall Street con un rialzo dello 0,79%, portando il guadagno da inizio anno al 7,77%. Gli investitori sono tornati a comprare scontando le aspettative che alla fine la
Federal Reserve taglierà i tassi d'interesse entro la fine dell'anno. I dati più recenti sull'inflazione confortano tali attese, dal momento che l'indice dei prezzi al consumo del mese di marzo è scivolato al 5%, dal 6% di febbraio, mentre gli analisti stimavano un calo al 5,2%. Inoltre, dai verbali dell'ultima riunione della Banca centrale americana è emerso che il board ha discusso un deciso rallentamento alle strette sul costo del denaro. In definitiva,
il picco dei tassi potrebbe essere raggiunto molto presto e la Fed si prepara a tagliare.
Per diverso tempo il mercato ha ignorato i messaggi da falco arrivati dall'istituto guidato da
Jerome Powell e la crisi bancaria arrivata a metà a marzo sembra aver rimosso i dubbi residui. In pratica, gli operatori sono convinti che una recessione economica, aggravata dalla tempesta finanziaria, dissuaderà la Fed da qualunque velleità di mantenimento dei tassi alti per un lungo periodo. Un simile contesto
dovrebbe andare a vantaggio delle azioni, fortemente penalizzate nel 2022 da rendimenti a livelli che non si vedevano da decenni.
Wall Street: ecco perché non compare le azioni
Tuffarsi a capofitto sulle azioni americane però potrebbe non essere una buona idea. Di questo è fermamente convinto Michael Wilson, Chief Investment Officer di Morgan Stanley e da oltre un anno una delle voci più ribassiste di Wall Street. A suo giudizio, il rally dell'S&P 500 è guidato da un numero di esiguo di azioni, il più basso mai registrato in un trimestre. Questo metterebbe l'indice a rischio di nuovi minimi se i rendimenti obbligazionari dovessero tornare a crescere.
Per Wilson, le scommesse sulla Fed che smette di alzare i tassi per via del raffreddamento dell'inflazione sono premature.
Il pericolo maggiore potrebbe arrivare da un crollo del settore tecnologico se il carovita si dovesse mostrare ostico e i rendimenti obbligazionari dovessero salire. Quest'anno il
Nasdaq -100 è cresciuto circa del 20%, anche perché la crisi bancaria ha determinato una rotazione dai titoli finanziari verso quelli tech. Tuttavia, "se c'è una cosa che può raffreddare il rally delle mega-cap, sono i rendimenti più alti a causa di una Fed che non può smettere di alzare i tassi", ha scritto il top manager di Morgan Stanley.
La stagione delle trimestrali potrebbe rivelare molte cose, ma il CEO della banca avverte che le stime sugli utili sono rimaste troppo ottimistiche, anche se recentemente vi sono stati dei downgrade. Di conseguenza, sulla scorta di risultati deludenti snocciolati nei conti del trimestre dalle aziende di Wall Street, Wilson si aspetta che le revisioni al ribasso delle stime aumentino nei prossimi trimestri.