Wall Street: ecco perché alcuni evocano il crollo del 1987 | Investire.biz

Wall Street: ecco perché alcuni evocano il crollo del 1987

04 ott 2023 - 15:00

04 ott 2023 - 15:07

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Alcune similitudini tra la situazione attuale dei mercati e quella del 1987 inquietano gli investitori. Ecco perchè bisogna essere preoccupati

L'ultimo crollo di Wall Street inizia a spaventare gli investitori. Gli indici americani hanno chiuso la seduta di ieri con sonore perdite, adombrando scenari un po' inquietanti. Il mercato obbligazionario è travolto in questo momento da vendite incessanti, con i rendimenti dei titoli di Stato USA a lungo termine che hanno agguantato i massimi del 2007, quando il mondo stava per essere scosso dalla grande crisi finanziaria.
 
Gli operatori di Borsa si sono convinti che i tassi Fed rimarranno elevati ancora per molto tempo, a differenza di quanto prevedevano fino a poco tempo fa. Eppure la Banca centrale americana ha sempre mantenuto una linea stabile nelle sue uscite relative alla politica monetaria. La differenza sta nel fatto che ora il mercato le dà credito e prima no.
 
Probabilmente ciò che dirime la questione e fa uscire dall'equivoco è il messaggio secondo cui nel 2024 i tagli del costo del denaro non saranno più di due, mentre tutti erano convinti che in almeno quattro occasioni la Federal Reserve sarebbe intervenuta con riduzioni dei tassi. L'economia statunitense non lascia supporre per ora che ci sia questa necessità imminente di doverla stimolare, mentre l'inflazione ancora è in grado di dare colpi di coda che rischiano di pesare oltremodo sulle tasche dei consumatori.
 
 

Wall Street: cosa accomuna oggi ed il 1987

Gli ambienti finanziari quindi cominciano a evocare eventi sinistri del passato, in grado di destabilizzare i mercati finanziari e mettere in ginocchio l'economia, pur a volte per un lasso di tempo breve. Alcuni attualmente stanno effettuando un raffronto tra quanto sta accadendo adesso a Wall Street e i giorni che precedettero il crash del 1987 conosciuto come il Black Monday, in cui la Borsa americana perse il 22% in un giorno.
 
La prima similitudine è il mese. Anche allora ci si trovava a ottobre. Chiaramente ancora il disastro oggi non si è consumato, ma diverse premesse fanno presagire che possa verificarsi il peggio. All'epoca le obbligazioni sono state sottoposte a un sell-off per gran parte dell'anno; al contrario, le azioni erano in forte rally. L'aumento percentuale del rendimento a 10 anni dei titoli di Stato USA da inizio anno fu molto simile a quello che si sta vedendo nel 2023. Dopo che il 19 ottobre del 1987 successe l'infausto evento, la situazione tra obbligazioni e azioni si invertì rapidamente, con gli investitori che si precipitarono in massa a comprare titoli più sicuri. 
 
Un altro aspetto che fa riflettere è riportato da Chris Verrone, strategist di Strategas Research Partners. All'epoca, cita l'esperto, ci fu un "giorno di breakout" analogo a quello del 20 settembre in cui il FOMC ha rilanciato la sua politica monetaria aggressiva. La data era quella del 27 agosto 1987, allorché i rendimenti ruppero al rialzo e raggiunsero il picco del 10,23% il 15 ottobre, proprio pochi giorni prima della catastrofe. "Oggi, i rendimenti sarebbero l'equivalente di circa il 5% su 10 anni", ha affermato (non lontano dal livello attuale, che si attesta al 4,8%). 
 
Albert Edwards, analista di lunga data di Société Générale, ha affermato che l'attuale resilienza del mercato azionario ricorda molto gli eventi del 1987, quando il rally alla fine fu schiacciato. Inoltre, aggiunge che "la turbolenza valutaria nel 1987 ha svolto un ruolo chiave nell'esacerbare i timori di recessione in un mercato azionario scontato per l'inizio di un nuovo ciclo economico. Proprio come nel 1987, qualsiasi accenno di recessione sarebbe sicuramente un colpo devastante per le azioni".
 
 

Cosa aspettarsi davvero

Se quanto sta succedendo sul mercato azionario è il preludio per una tempesta in piena regola, la Fed dovrebbe essere più indulgente sui tassi d'interesse nei prossimi mesi. Tuttavia, ci sono alcuni motivi per sperare che alla fine non si vedrà un altro 1987.
 
L'ottimismo verte sugli utili societari. Con l'apertura della stagione delle trimestrali questo mese si avranno segnali più eloquenti su quanto solidi siano i bilanci delle aziende a Wall Street, ma le previsioni per il 2023 hanno superato il picco raggiunto nel giugno del 2022, secondo i dati riportati da Bloomberg.
 
Alcuni esperti però mettono in guardia. Andrew Lapthorne, di Société Générale, osserva che "le aspettative sugli utili sono aumentate costantemente per il Nasdaq-100, dominato dai gruppi tecnologici mega-cap, ma sono crollate del 25% nel terzo trimestre rispetto a inizio anno per le small cap nel Russell 2000".
 
A giudizio di Raphael Thuin, responsabile delle strategie dei mercati dei capitali di Tikehau Capital, invece, il consensus è troppo ottimistico. "La stima è che l'economia si riprenderà e che non avremo una recessione, ma c'è un rischio di liquidità, con un aumento del debito delle carte di credito", ha affermato.
 
 
 
 
 

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