Wall Street ieri si è presa un giorno di pausa per la festa del
Labor Day negli Stati Uniti. Come succede spesso in questi momenti di break, si coglie l'occasione per fare un bilancio della situazione. Dopo un 2022 disastroso, quest'anno gli indici americani hanno realizzato importanti guadagni: l'
S&P 500 è cresciuto del 17,61%, il
Nasdaq del 34,06% e il
Dow Jones Industrial Average del 5,10%.
A suonare la carica sono stati soprattutto i titoli tecnologici, che hanno fatto leva sull'allentamento della pressione sui tassi d'interesse da parte della
Federal Reserve e sul boom dell'intelligenza artificiale. Una società come
Nvidia ha triplicato il suo valore, mentre
Apple questa estate ha varcato la soglia di 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Cosa ci riservi il futuro si presta a parecchi elementi di incertezza. Fino ad oggi molti hanno temuto che il sopraggiungere di una recessione nell'economia americana finisse per atterrare le azioni in Borsa. Per il momento però non c'è l'ombra di tutto questo, nonostante qualche segnale di rallentamento cominci a intravedersi.
Il mercato del lavoro ancora scoppia di salute, con gli ultimi dati di agosto rilasciati venerdì che hanno riportato una creazione di nuovi occupati superiore alle aspettative. Tuttavia, il tasso di disoccupazione è balzato dal 3,5% al 3,8% e questo basta per vedere la differenza rispetto a qualche mese fa.
Wall Street: cosa aspettarsi ora?
L'occhio lungo di molti trader proietta lo sguardo al medio-lungo termine per costruire il proprio portafoglio di investimento. Per chi guarda invece ai prossimi giorni, sarebbe interessante osservare come si comporta solitamente la Borsa americana nelle sedute successive al Labor Day.
Secondo i dati rilasciati dal Dow Jones Market Data, dal 1939 a oggi, l'S&P 500 è sceso in media dello 0,1% nella settimana successiva al Labor Day. La migliore settimana il principale indice borsistico a stelle strisce l'ha avuta, ironia della sorte, nel pessimo 2022, quando ha realizzato una performance del 3,7%.
Se si considera l'intero mese di settembre, gli investitori non hanno di fronte una statistica confortante, dal momento che dal 1928 il benchmark è scivolato in media dell'1,1% (per conoscere le serie storiche di tutti gli strumenti finanziari è possibile visitare
Forecaster.biz).
Quest'anno sarà diverso? Un certo sottofondo di ottimismo da parte del mercato c'è dopo i dati sull'occupazione di venerdì, perché
sono cresciute le aspettative che la Fed metta in pausa i tassi di interesse. Secondo il CME FedWatch Tool - lo strumento che il mercato utilizza per proiettare quelle che saranno le decisioni del
FOMC nella prossima riunione - nell'ultima settimana il 93% degli operatori ha scontato una pausa nel meeting del 19-20 settembre della Banca centrale americana. L'aumento è consistente rispetto all'80% della settimana precedente.
"Andare a settembre, il mese stagionalmente più debole, con un forte rally di fine mese è incoraggiante", ha scritto Louis Navellier, Chief investment officer di Navellier Calculated Investing. Questo significherebbe che "la tendenza rialzista è intatta e potrebbe beneficiare di una spinta nel caso in cui la Fed saltasse un aumento a settembre".