La società statunitense di difesa e spazio Voyager Technologies ha fatto un ingresso trionfale a Wall Street, con un debutto in Borsa che ha più che raddoppiato il prezzo delle sue azioni e ha spinto la valutazione complessiva a 3,8 miliardi di dollari. Un risultato che riflette l’interesse crescente per il settore aerospaziale e della difesa, destinato a beneficiarne sotto la presidenza Trump. Vediamo i dettagli.
Voyager: le azioni decollano a Wall Street, valutazione a $3,8 miliardi
Ieri le azioni di Voyager hanno aperto a 69,75 dollari, con un balzo del 125% rispetto al prezzo iniziale di 31 dollari fissato per l’IPO. L’azienda ha raccolto 382,8 milioni di dollari collocando quasi 12,4 milioni di azioni in un’offerta pubblica ampliata.
L’IPO rappresenta un momento chiave per l’intero settore spaziale, avvicinandolo ulteriormente a una piena maturità commerciale. “Il sostegno strategico del governo e l’aumento della spesa per la difesa offrono un certo grado di protezione contro i rischi legati alle catene di approvvigionamento”, ha osservato Lukas Muehlbauer, ricercatore di IPOX.
Fondata nel 2019 e con sede a Denver, in Colorado, Voyager sviluppa tecnologie mission-critical per l’industria della difesa e dello spazio. Al 31 marzo, la società riportava un portafoglio ordini di 179,2 milioni di dollari.
Il contesto politico attuale sta favorendo il comparto: l’amministrazione Trump ha recentemente proposto un ambizioso progetto da 175 miliardi di dollari, denominato Golden Dome, volto a costruire uno scudo missilistico nazionale. In questo scenario, aziende come Voyager possono trarre vantaggio dalla spinta pubblica verso nuovi investimenti in sicurezza e difesa.
Voyager: committenze strategiche e progetti futuri
Nel 2024, Lockheed Martin ha selezionato Voyager per fornire sistemi di propulsione e guida ottica, fondamentali per la difesa statunitense contro minacce missilistiche a lungo raggio. In ambito spaziale, NASA ha assegnato 217,5 milioni di dollari a Voyager per sviluppare Starlab, la possibile erede della Stazione Spaziale Internazionale.
Il progetto sarà realizzato in collaborazione con Airbus, Mitsubishi e Palantir. Tra gli investitori di spicco che hanno mostrato interesse per l’IPO figurano Janus Henderson e Wellington Management, disposti a sottoscrivere fino a 60 milioni di dollari in azioni Voyager.
Settore difesa-spazio sempre più attraente
L’operazione di Voyager arriva a pochi mesi dalla quotazione di un’altra società del settore, Karman, le cui azioni sono anch’esse più che raddoppiate. Secondo gli analisti, nonostante le alte barriere d’ingresso tipiche del comparto difesa, l’attuale contesto macroeconomico e politico sta spingendo le aziende consolidate a considerare la Borsa come uno strumento naturale di crescita.
“Il momento è favorevole e il mercato dimostra chiaramente di saper riconoscere il valore strategico di queste realtà”, ha commentato Rob Desborough, managing director di Seraphim Space Investment Trust, tra i primi investitori di Voyager.
Con il successo dell’IPO, Voyager Technologies consolida la propria posizione come protagonista emergente nell’economia spaziale americana - una frontiera che promette di ridefinire non solo l’industria, ma anche gli equilibri geopolitici dei prossimi anni.