L'esposizione ai mercati immobiliari commerciali è uno dei principali rischi che UBS dovrà a affrontare. È quanto emerge dal report annuale per il 2023 che la banca svizzera ha pubblicato la scorsa settimana, nel quale viene messo in luce come i costi di finanziamento più alti e il crollo della domanda degli uffici dopo la pandemia abbiano messo in crisi il settore immobiliare. Il più grande istituto finanziario svizzero ha riportato un'esposizione per il 2023 di 55,09 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 47,1 miliardi di dollari del 2022.
Tale crescita è determinata in larga misura dall'acquisizione del Credit Suisse avvenuta a marzo dello scorso anno per oltre 3 miliardi di dollari. I rischi che la banca corre vengono definiti nel rapporto come "principali ed emergenti", ossia che possono concretizzarsi nell'arco di un anno e impattare in maniera significativa sui conti finanziari del gruppo.
FMI e Finma lanciano lo stesso avvertimento
Il rapporto di UBS fa il paio con lo studio in cui il
Fondo Monetario Internazionale, in occasione della sua revisione sull'economia del Paese, ha suggerito alle banche svizzere di vigilare sui rischi immobiliari. L'istituto con sede a Washington ha affermato che, sebbene il settore finanziario abbia accumulato forti riserve che lo rendono resiliente,
"le vulnerabilità del settore immobiliare rimangono".
La scorsa settimana si è espressa sull'argomento anche la
Finma, l'autorità di regolamentazione finanziaria svizzera, che ha parlato di "un potenziale di perdita significativo per le banche svizzere in caso di correzioni sui mercati immobiliari". Al riguardo, il regolatore ha richiamato alla prudenza gli istituti di credito elvetici. "Molte banche concedono troppi prestiti che non rispettano determinati criteri e ciò è in contraddizione con una prassi di credito prudente, oltre a non essere nello spirito della regolamentazione e dell’autoregolamentazione del settore”, ha affermato.
UBS: immobili e clima
Nel suo rapporto, UBS ha messo in relazione l'esposizione agli immobili commerciali con la questione legata al clima. Secondo la banca guidata da Sergio Ermotti, nel 2023 l'approvazione della legge sul clima ha avuto un impatto sull'efficienza energetica. Le banche svizzere stanno cercando di tagliare i prestiti immobiliari con riferimento a quegli edifici che non sono efficienti dal punto di vista energetico e quindi forieri di emissioni di carbonio.
Nella documentazione fornita da UBS si legge che la banca svizzera ha come obiettivo quello di ridurre del 45% le emissioni legate al suo portafoglio di immobili residenziali in Svizzera entro il 2030 e del 48% quelle relative agli immobili commerciali nello stesso periodo.
Il raggiungimento del traguardo non è facile, perché l'integrazione con il Credit Suisse ha comportato qualche problema al riguardo. Entrambi gli istituti di credito si erano impegnati a emissioni zero entro la metà del secolo, ma i piani per arrivarci erano molto diversi. "Dalle differenze di base nella definizione di 'finanza sostenibile' alla valutazione dei piani net-zero dei clienti, il processo è stato complesso", ha affermato il Chief Sustainability Officer di UBS, Michael Baldinger.