Microsoft e Apple abbandonano il ruolo di osservatori nel Consiglio di amministrazione di OpenAI, la start-up che ha rivoluzionato il mondo dell'intelligenza artificiale con ChatGPT. In verità, è il gigante di Redmond che occupava tale posizione attraverso suoi esponenti, mentre Apple avrebbe dovuto presto ricoprire una carica simile.
Microsoft ha investito 13 miliardi di dollari in OpenAI, integrando i servizi dell'azienda AI (Artificial Intelligence) nelle sue piattaforme Windows e Copilot AI. Apple invece ha recentemente siglato una partnership con la start-up per l'utilizzo del chatbot di quest'ultima nei dispositivi del colosso di Cupertino come iPhone, iPad, iPod, Mac e Siri.
Microsoft ha assunto la posizione di osservatore senza diritto di voto nel Cda di OpenAI lo scorso anno, dopo il clamoroso licenziamento - seguito poi dal reintegro - di
Sam Altman come Amministratore delegato della società. "Negli ultimi otto mesi abbiamo assistito a progressi significativi da parte del Consiglio di amministrazione appena formato e siamo fiduciosi nella direzione dell'azienda", ha scritto Microsoft in una nota. "Non crediamo più che il nostro ruolo limitato di osservatori sia necessario".
Dal canto suo, OpenAI non ha commentato le decisioni delle due Big Tech, limitandosi a esprimere gratitudine nei confronti dell'azienda guidata da Satya Nadella "per aver espresso fiducia nel consiglio di amministrazione e nella direzione dell'azienda". Attualmente il Cda di OpenAI è composto da otto persone tra cui troviamo il CEO Altman, il presidente Bret Taylor, ex co-CEO di Salesforce, Lawrence Summers, ex segretario al Tesoro degli Stati Uniti e Fidji Simo, Amministratore delegato della società di consegna di generi alimentari Instacart. A completare il board ci pensano Adam D’Angelo, Sue Desmond-Hellmann, Paul M. Nakasone e Nicole Seligman.
OpenAI: ecco i motivi della scelta di Microsoft e Apple
Cosa ha spitno Microsoft e Apple a mettere in campo questa decisione? Secondo alcune indiscrezioni, il ritiro dal Consiglio di amministrazione è motivato dalle
pressioni esercitate dalle autorità di regolamentazione. Sia in Europa che negli Stati Uniti, le authority hanno espresso preoccupazione circa l'influenza di Microsoft in OpenAI, il che consentirebbe all'azienda californiana di esercitare un dominio importante nel campo dell'intelligenza artificiale. I regolatori USA hanno già avviato delle indagini, mentre la
Commissione Europea sta esplorando la possibilità di seguire le orme americane in base al controllo delle norme sulle concentrazioni.
Anche l'antitrust britannico è in prima linea e attualmente valuta se approfondire il legame tra Microsoft e OpenAI. Alla base dei regolatori del Regno Unito ci stanno le preoccupazioni che le partnership stipulate dalle Big Tech siano utilizzate per "proteggersi dalla concorrenza". Questo nonostante le collaborazioni in essere siano una sorta di ancora di salvezza per le start-up per portare avanti i progetti sull'intelligenza artificiale.
Gli ostacoli regolamentari non impediscono comunque a OpenAI di continuare a stabilire collaborazioni con potenziali partner interessati e investitori futuri, come ha sostenuto la stessa azienda. "Ospiteremo incontri regolari per condividere i progressi della nostra missione e garantire una collaborazione più forte in materia di sicurezza e protezione", ha scritto la società nata nel 2015 come organizzazione senza scopo di lucro.