OPA Wall Street: ecco le 4 più grandi di sempre | Investire.biz

OPA Wall Street: ecco le 4 più grandi di sempre

27 ott 2025 - 12:03

Presentiamo le più grandi OPA della storia a Wall Street, mettendo in evidenza i numeri delle operazioni, le motivazioni e le conseguenze per le aziende coinvolte

Wall Street è sempre stata teatro di grandi offerte pubbliche di acquisto (OPA). Ogni giorno vengono effettuate trattative per arrivare a un consolidamento settoriale e in alcuni casi non si conclude un accordo solo perché vi è l'opposizione da parte delle autorità di vigilanza. Un caso emblematico è quello del più grande produttore di chip al mondo, Nvidia, che ha dovuto rinunciare negli ultimi anni all'acquisizione del progettista di semiconduttori britannico Arm Holdings, poi quotatosi alla Borsa americana.

Negli Stati Uniti il mercato delle OPA è molto diverso da quello europeo, sia riguardo il premio offerto agli azionisti della società target, sovente molto superiore rispetto al prezzo di mercato, sia sul fronte delle regole che rendono una scalata più difficile. Ad esempio, in USA c'è l'obbligo di rendere note le partecipazioni che superano il 5%, mentre in Europa la soglia è del 3%. Tutto ciò è stabilito per impedire a potenziali acquirenti di operare nell'ombra accumulando gradualmente quote prima di uscire allo scoperto e spiazzare i mercati.

A Wall Street, inoltre, c'è un potere enorme degli amministratori della società obiettivo per ostacolare la scalata. Chi intende acquisire una società deve scendere a patti con il management se vuole avere via libera. I dirigenti, infatti, potrebbero intralciare l'operazione attraverso alcune misure "scoraggianti" come le shark repellents (modifiche dell'atto costitutivo per cambiare le norme sull'elezione del board e sulle operazioni straordinarie), le poison pills (aumento di capitale gratuito o a prezzo di favore ai soci esistenti per rendere più costoso il takeover) e le dual class stock (emissioni di azioni a voto multiplo per incrementare il peso di alcuni azionisti). Queste misure sono alcune tra le componenti che alla fine rendono le OPA a Wall Street più costose.

 

 

OPA Wall Street: ecco le principali

Negli ultimi anni il mercato delle OPA a Wall Street ha avuto un rallentamento in quanto i tassi di interesse elevati, conseguenti all'inflazione più aggressiva degli ultimi 40 anni, hanno frenato molte operazioni di leveraged buyout. Il contesto generale nella storia statunitense è sempre stato quello di grandi operazioni. Ma quali sono state le più grandi OPA mai registrate a Wall Street? Ecco le principali quattro.

 

America Online - Time Warner

Alla fine degli anni ’90, America Online (AOL) era il principale fornitore di servizi Internet negli Stati Uniti, simbolo della "nuova economia digitale". Time Warner, invece, era un colosso dei media tradizionali: possedeva CNN, Warner Bros., HBO, Time Magazine e altri marchi prestigiosi. Nel gennaio 2000, AOL annunciò l’acquisizione di Time Warner per circa 165 miliardi di dollari in quella che fu una delle fusioni più grandi della storia. L’obiettivo era creare una sinergia tra Internet e i media tradizionali, unendo contenuti e distribuzione digitale.

Nel gennaio 2001, l'integrazione fu completata e nacque AOL Time Warner Inc. Le aspettative erano che AOL avrebbe portato milioni di utenti Internet e tecnologie digitali, mentre Time Warner avrebbe contribuito con i suoi contenuti e marchi forti. In sostanza, l’idea di base era quella di anticipare l’era dei media digitali integrati.

Tuttavia, pochi mesi dopo esplose la bolla delle dot-com, facendo crollare il valore di AOL. Le differenze culturali tra i manager “digitali” di AOL e quelli “tradizionali” di Time Warner crearono conflitti interni. Le entrate pubblicitarie online diminuirono drasticamente. La realtà combinata accumulò grandi perdite e il valore delle azioni crollò.

La conseguenza fu che nel 2003, il nome tornò a essere semplicemente Time Warner. AOL fu scorporata nel 2009 come società indipendente, venendo acquisita nel 2015 da Verizon, mentre Time Warner fu acquistata nel 2018 da AT&T, diventando WarnerMedia, prima di fondersi quattro anni più tardi con Discovery per la creazione di Warner Bros.

 

Verizon Communications - Vodafone Group (acquisto della quota di Vodafone in Verizon Wireless)

Nel settembre 2013, Verizon annunciò un accordo per acquistare il 45% di Verizon Wireless detenuto da Vodafone. Valore complessivo dell’operazione: circa 130 miliardi di dollari. La transazione fu completata nel febbraio 2014. Verizon pagò circa 58,9 miliardi in contanti e il resto in azioni Verizon. Per Verizon, l’operazione rappresentò un modo per integrare i ricavi e gestire liberamente la strategia mobile negli USA attraverso il controllo della parte più redditizia del gruppo Vodafone. Per Vodafone, la vendita fornì liquidità enorme per ridurre il debito e investire in Europa. Dopo la cessione, il gruppo con sede nel Regno Unito lanciò il piano “Project Spring”, per ammodernare le reti 4G e le infrastrutture.

 

AT&T - Time Warner

Nel 2018 Il gigante delle telecomunicazioni AT&T ha completato l'acquisizione di Time Warner Inc., che possedeva oltre ai marchi su citati, una serie di canali via cavo tra cui TNT, TBS e Cartoon Network. L'offerta è ammontata a circa 85 miliardi di dollari, di cui 42,5 miliardi di dollari in contanti e il resto in azioni AT&T. Più specificatamente, gli azionisti di Time Warner hanno ricevuto per ogni azione detenuta 53,75 dollari in cash e 1,437 azioni ordinarie di AT&A. Rispetto alle quotazioni del titolo Time Warner quando è stata lanciata l'offerta a ottobre 2016, la proposta ha rappresentato un premio del 15%.

L'operazione non è avvenuta senza ostacoli. Il Dipartimento di Giustizia americana aveva iniziato una causa con l'accusa che la società combinata sarebbe stata troppo grande e potente rischiando di danneggiare fortemente la concorrenza e i consumatori. La pretesa di annullare l'operazione è stata però respinta dal giudice della Corte Distrettuale degli Stati Uniti Richard Leon a giugno del 2018. Time Warner è stata delistata da Wall Street il 14 giugno 2018, con una capitalizzazione di 77,27 miliardi di dollari, superiore al valore di mercato di circa 62 miliardi di dollari che aveva quando è stata lanciata l'offerta nell'ottobre del 2016.

 

Disney - Century Fox

Un altro big deal nel campo cinematografico si è consumato a marzo 2019 tra Disney e Century Fox, dopo un'estenuante fase di trattative che ha visto coinvolti più player. A dicembre del 2017 la Casa di Topolino aveva proposto l'acquisizione di Century Fox per 52,4 miliardi di dollari, ma nella contrattazione si è inserita Comcast con un'offerta da 65 miliardi di dollari. A quel punto Disney ha rilanciato alzando l'asta a 71,3 miliardi di dollari, costringendo il rivale ad abbandonare la partita, e ricevendo il consenso da parte della società del magnate australiano Rupert Murdoch.

Nel frattempo la combinazione ha dovuto ricevere il via libera degli antitrust americano, europeo, brasiliano e cinese. Con l'acquisizione di Fox, Disney controlla tra l'altro gli studi di produzione cinematografica e televisiva della società con sede a Los Angeles, i canali via cavo FX, Fox Searchlight, National Geographic e la tv indiana Star India. Il 17 gennaio 2020, Disney ha rinominato l'azienda acquisita 20th Century Studios.

 

 

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