Venerdì 13 gennaio si aprirà la stagione delle trimestrali a Wall Street, con la
pubblicazione dei dati di alcune grandi banche USA. JP Morgan, Citigroup, Bank of America e Wells Fargo scenderanno in campo dopodomani, precedendo Morgan Stanley e Goldman Sachs, che rilasceranno i risultati martedì 17 gennaio. Il livello di attenzione da parte degli investitori sarà massimo perché c'è grande attesa per vedere come la serie di strette sui tassi d'interesse da parte della
Federal Reserve avrà impatto sugli utili.
Negli ultimi trimestri gli istituti di credito statunitensi hanno aumentato gli accantonamenti proprio per
far fronte ad eventuali perdite dettate da un peggioramento del quadro economico. L'aumento del costo del denaro da parte della Fed da un lato favorisce le banche perché allarga il margine d'interesse, ma da un altro lato colpisce tutti altri segmenti attraverso una maggiore debolezza dell'economia. Quindi, tendono a diminuire gli introiti derivanti dai prestiti alle imprese e dai mutui concessi alle famiglie, così come i ricavi dalle commissioni per operazioni di fusioni e acquisizioni delle aziende, nonché le entrate dalle operazioni di
IPO. Inoltre, normalmente aumenta il livello dei crediti in sofferenza, visto che famiglie e imprese incontrano maggiori difficoltà a rimborsare il capitale ricevuto in prestito.
Banche USA: cosa aspettarsi venerdì
In teoria, lo scenario potrebbe essere tetro, visti quelli che sono solitamente gli effetti di una mossa restrittiva da parte della Federal Reserve sul sistema bancario. In realtà, durante la pandemia le banche USA hanno rafforzato i loro indici patrimoniali e hanno già mostrato una certa resilienza nei trimestri passati. Il quarto trimestre potrebbe ribadire la solidità del sistema finanziario oppure dare qualche segnale di scricchiolio.
Secondo le attese degli analisti, le banche dovrebbero registrare profitti per 28 miliardi di dollari nel quarto trimestre. Un dato che, se venisse confermato, evidenzierebbe un -15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma è anche normale attendersi un rallentamento dopo quanto successo nel 2022.
I ricavi dovrebbero aumentare per via del margine di interesse netto. Il consensus stima che JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo insieme hanno generato interessi attivi per l'ultimo trimestre del 2022 di quasi 60 miliardi di dollari, in crescita del 30% rispetto a un anno fa. Tuttavia, rimane qualche incertezza derivante dal fatto che gli istituti di credito hanno fatto a sportellate per trattenere i clienti a suon di tassi più alti sui depositi per evitare il passaggio alla concorrenza. "Penso che più andiamo avanti in questo ciclo di inasprimento della Fed e più ci muoviamo verso l'alto nei tassi, più difficile sarà per le banche mantenere bassi i costi di deposito", ha dichiarato Scott Siefers, analista bancario di Piper Sandler.
Ovviamente c'è da attendersi un calo drastico degli introiti derivanti dal mercato immobiliare, che con i mutui in calo è a un punto morto. Mentre, con i mercati dei titoli di Stato in picchiata, le banche hanno subito molte perdite sull'attività di trading. Nel terzo trimestre JP Morgan ci ha rimesso quasi 1 miliardo di dollari dalla vendita di Treasury e di titoli garantiti da ipoteca.
Le aspettative sono molto negative per quanto riguarda le commissioni ottenute dalle operazioni di finanza straordinaria. Gli M&A hanno avuto un netto calo nel 2022 in confronto agli anni precedenti, mentre l'andamento dei mercati finanziari ha portato molte aziende a rinviare lo sbarco in Borsa, comportando una diminuzione del business nelle offerte pubbliche iniziali.
Le banche di Wall Street sono state colpite lo scorso anno da un forte rallentamento dell'investment banking. Secondo gli analisti, Goldman, JPMorgan, Morgan Stanley, BofA e Citi dovrebbero registrare un calo anno su anno di circa il 50% dei ricavi da questa area di business nel quarto trimestre.