Gli investitori istituzionali si stanno disaffezionando alle azioni Tesla, che quest'anno sono scivolate di quasi 30 punti percentuali e rispetto al record storico del 2021 hanno perso più della metà del loro valore. Da allora il gigante americano delle auto elettriche ha
bruciato circa 600 miliardi di capitalizzazione, perdendo la corona del più grande venditore del mondo a beneficio di BYD. Proprio l'ascesa del competitor cinese è stata uno dei leitmotiv del declino dell'azienda guidata da
Elon Musk, ma è un po' l'intensificarsi della concorrenza nel settore che ha reso meno brillante la stella di Austin.
Tesla ha dovuto iniziare una guerra dei prezzi quest'anno per cercare di essere competitiva, ma questo ha inevitabilmente ridotto i margini portando gli investitori a un ulteriore allontanamento. Il primo trimestre del 2024 è risultato deludente, con un calo delle vendite preoccupante, per quanto Musk abbia rilanciato con prospettive più interessanti grazie a nuovi modelli a partire dal 2025.
Azioni Tesla: un problema di fondamentali
A convincere poco gli investitori sulle azioni Tesla sono i fondamentali della società. Al massimo del suo splendore, quando faceva parte della top ten delle aziende più capitalizzate al mondo, Tesla aveva un valore di mercato superiore a quello delle 15 più grandi case automobilistiche del mondo messe insieme.
Il mercato era entusiasmato dal clamore intorno alle auto elettriche e soprattutto dal fatto che la compagnia americana dominasse la scena. Gli investitori erano anche folgorati dalle idee brillanti di Musk e dal suo approccio alla rivoluzione tecnologica. Tutto quanto ha fatto sì che i sostenitori dell'azienda resistessero all'idea di vendere le azioni anche durante le fasi critiche della società, che non sono mancate, come quando ad esempio Musk ha venduto le azioni per finanziare l'acquisto di Twitter.
Tuttavia, il fatturato e gli utili di Tesla non erano minimamente paragonabili a quelli di colossi come Toyota e Volkswagen, ad esempio. Ciò significa che la compagnia americana è stata considerata più che una casa automobilistica, un'azienda tecnologica. Solo così poteva almeno in parte giustificare un aumento delle valutazioni di mercato di quasi 14 volte in un quinquennio, con multipli esagerati (p/e oggi a 64, il doppio di quello di Nvidia) e completamente slacciati dai fondamentali.
I nodi però sono venuti al pettine. Non appena l'azienda ha mostrato i primi seri scricchiolii mettendo a forte rischio la sua leadership, i grandi investitori ne hanno preso atto e sono passati alle contromisure. Anche i più irriducibili sono diventati scettici che la società riesca ad espandersi in futuro e ritengono che comprare le azioni oggi sia estremamente rischioso.
John Belton, gestore di portafoglio di Gabelli Funds, ha venduto quest'anno le 65.900 azioni Tesla della sua azienda che aveva acquisito a inizio 2022. "Sembra che i fondamentali si stiano staccando dalla realtà. Pensiamo che il titolo funzioni meglio quando ci sono fondamentali della società automobilistica che giustificano il prezzo delle azioni", ha affermato.
Anche Ross Gerber, numero uno della Gerber Kawasaki Wealth & Investment Management con sede a Los Angeles, si è liberato in parte delle azioni Tesla. L'acquisto di 500 mila unità eseguito oltre 10 anni fa è stato ridotto a circa 300 mila. Le azioni rimanenti saranno date in beneficienza per alleviare le conseguenze fiscali della vendita o verranno usate come sottostante per opzioni put, ha affermato. "Penso che la storia sia finita, è il modo migliore per dirlo", ha dichiarato. Gerber cita alcuni motivi che fanno pensare all'inesorabile declino del titolo in Borsa, come i finanziamenti insufficienti ricevuti dall'azienda e le "distrazioni di Musk da questioni politiche e culturali". A suo avviso, le azioni hanno un valore reale di 100 dollari, ovvero oltre il 40% in meno rispetto all'ultima chiusura a Wall Street di 174,72 dollari.
Secondo un'analisi di Morningstar, dei 18 fondi comuni monitorati che avevano in portafoglio azioni Tesla dal 2019, 10 hanno tagliato le loro posizioni nel primo trimestre del 2024, dei quali 4 di almeno il 15%. Tuttavia, c'è chi ancora rimane fedele al titolo, basandosi sul fatto che la società sia all'avanguardia rispetto agli altri sul fronte tecnologico, mentre la spinta verso la guida autonoma riporterà l'azienda in una posizione di forza.
Dan Ives, analista di Wedbush Securities,
vede le azioni a 275 dollari, citando proprio la guida autonoma come "ingrediente chiave per il successo". Si spinge molto più avanti la fondatrice di Ark Invest,
Cathie Wood, da sempre grande sostenitrice di Tesla, le cui azioni ad aprile 2022 aveva stimato a un valore di 2.000 dollari entro il 2027. Coerentemente con le sue affermazioni, la stock-picker di Wall Street ha acquistato ad aprile 2024 azioni Tesla per un controvalore di 100 milioni di dollari.