Puntare contro Tesla non si sta rivelando una scommessa vincente a Wall Street. Dal 25 giugno all'ultima chiusura settimanale del 5 luglio, le azioni hanno inanellato otto sedute consecutive in verde, con un guadagno complessivo di quasi il 38%. Il rally è stato impreziosito dal balzo del 10,2% del 2 luglio, quando la casa automobilistica ha rivelato consegne del secondo trimestre in calo, ma oltre le aspettative degli analisti.
Molti hedge fund si sono quindi scottati accumulando posizioni short sulle azioni Tesla. Secondo i dati monitorati da Hazeltree, alla fine di giugno circa il 18% degli oltre 500 hedge fund osservati erano posizionati al ribasso sul titolo, segnando la percentuale più alta degli ultimi 12 mesi. Alla fine di marzo, i fondi in posizione di vendita corrispondevano a meno del 15% del totale.
I motivi per cui gli hedge fund si sono posti in maniera contrarian verso la società guidata da
Elon Musk sono diversi. Innanzitutto, la
guerra ai prezzi innescata proprio da Tesla è stata alla fine dannosa perché ha ridotto i margini, quantunque forse sia stata inevitabile con l'ascesa delle compagnie cinesi. Queste ultime non fanno concorrenza a Tesla negli Stati Uniti perché il clima ostile a livello governativo le tiene lontane, ma sfidano l'azienda di Austin sul proprio territorio e in Europa, dove da anni si sono insediate sempre di più.
C'è inoltre da segnalare un altro aspetto di carattere politico che ha frenato gli investitori su Tesla, ovvero le prossime elezioni americane. Se, come è probabile stando ai sondaggi, Donald Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, il tycoon ha annunciato che eliminerà almeno buona parte delle agevolazioni fiscali introdotte dall'Amministrazione Biden sulle auto elettriche, che considera "folli". Questo per Tesla non è certamente un vantaggio. Tuttavia, ci potrebbe essere un effetto compensativo dal fatto che Trump vorrebbe inasprire le tariffe verso le aziende cinesi.
Tesla: cosa aspettarsi sulle azioni?
Gli investitori sono al momento combattuti nella decisione se dare ancora fiducia al pioniere delle auto elettriche oppure abbandonarlo definitivamente. "Tesla è molto difficile da posizionare per noi", ha affermato Fabio Pecce, chief investment officer di Ambienta, dove supervisiona 700 milioni di dollari, inclusa la gestione dell'hedge fund Ambienta x Alpha. "Non è chiaro se abbiamo a che fare con un'azienda di alto livello con un ottimo team di gestione o se si tratti di un franchise in difficoltà con una governance aziendale carente", ha aggiunto. Tuttavia, "se Trump vincerà le elezioni, per Tesla sarà positivo perché ci si aspetta che imponga massici dazi nei confronti degli attori cinesi", ha concluso.
Soren Aandahl, fondatore e Chief of investiment officer di Blue Orca Capital, invece traccia un quadro del settore dei veicoli elettrici, definendo le relative valutazioni "così malconce" al punto da evitare di vendere allo scoperto. L'esperto però sottolinea come "la bolla si stia sgonfiando". Sull'argomento è intervenuto anche Eirik Hogner, vice gestore di portafoglio dell'hedge fund da 2,7 miliardi di dollari Clean Energy Transition, secondo cui nel settore "ci sono ancora troppe startup con margini lordi semplicemente troppo bassi", il che implica "una dinamica domanda-offerta del mercato ancora molto negativa". In definitiva, "penso che sia necessario vedere più fallimenti prima che il mercato inizi a sembrare più sano", ha chiosato.
Una ventata di ottimismo arriva da Seth Goldstein, analista azionario di Morningstar, che ritiene probabile un miglioramento dei margini di profitto di Tesla, grazie alla riduzione dei costi di produzione e delle materie prime. "La società probabilmente tornerà alla crescita dei profitti l'anno prossimo, ma sarà fondamentale il modo in cui gestirà l'attenzione del mercato alle auto a prezzi accessibili", ha scritto in una nota ai clienti.