L'ottimismo degli investitori sulle azioni globali è il più alto da giugno 2020. Questo è quanto affermato dagli strategist di Bank of America a seguito di un sondaggio condotto tra gli investitori nel periodo 4-10 ottobre. Secondo i numeri riportati dallo studio, le allocazioni azionarie sono quasi triplicate rispetto al mese scorso, con un sovrappeso netto nel portafoglio del 31%. Allo stesso tempo sono diminuiti l'esposizione obbligazionaria (-3,9%) e i livelli di liquidità (-4,2%).
BofA individua tre motivi per cui gli investitori si sono dirottati verso le azioni: i tagli ai tassi di interesse delle Banche centrali, la resilienza dell'economia e gli stimoli fiscali e monetari varati dalle autorità cinesi. Gli istituti monetari hanno iniziato il ciclo di accomodamento, ma ha colpito in modo particolare il maxi-taglio del costo del denaro di 0,5 punti percentuali attuato dalla
Federal Reserve durante la riunione del 17-18 settembre.
Contestualmente, l'economia americana ha mostrato incoraggianti segnali di forza, soprattutto sul fronte del mercato del lavoro, dopo la paura dei rilasci di settembre e agosto in cui il calo dell'occupazione faceva temere per l'arrivo di una recessione.
A partire dalla fine di settembre, le autorità cinesi hanno annunciato una serie di misure di natura monetaria e fiscale per centinaia di miliardi di dollari. Gli stimoli sono volti a rilanciare il credito e il mercato immobiliare in grave crisi attraverso il taglio dei tassi sui prestiti e sui mutui ipotecari, nonché a far ripartire i consumi con misure che accrescono il reddito delle persone. Non solo. Pechino ha attuato piani per sostenere il mercato azionario e ricapitalizzare le banche statali.
Azioni globali: cosa aspettarsi ora
L'entusiasmo verso le azioni globali potrebbe però essere dannoso, secondo gli strategist di BofA, se si guarda al passato. Gli esperti infatti riportano che dal 2011 a oggi, ci sono stati 11 segnali di vendita quando si è raggiunto un livello così elevato di ottimismo, con le azioni che sono scese in media del 2,5% in un mese e dello 0,8% nei tre mesi successivi.
Ci sono comunque due fattori da considerare nei mesi che mancano prima della chiusura del 2024: la stagione delle trimestrali e le elezioni americane. Riguardo gli utili, i primi segnali derivanti dai dati delle grandi banche statunitensi sono confortanti, con risultati che per lo più hanno battuto le previsioni degli analisti. Quanto alle elezioni, in questo momento regna l'incertezza su chi verrà eletto presidente degli Stati Uniti. I sondaggi attuali danno un testa a testa tra Donald Trump e Kamala Harris che probabilmente si trascinerà fino al 5 novembre, quando gli elettori saranno chiamati alle urne. Circa un terzo degli intervistati del sondaggio ha riferito che aumenterà la copertura prima delle elezioni statunitensi, nella convinzione che un'impennata dei rendimenti obbligazionari finisca per colpire gli indici azionari.
Ad ogni modo, tra i rischi di coda, gli investitori hanno indicato principalmente quelli derivanti dal conflitto geopolitico (33%), seguiti dal ritorno dell'inflazione (26%), da una recessione negli Stati Uniti (19%), dal fattore elezioni (14%) e da eventi sistemici del credito (8%).