Elon Musk lancia la sfida a OpenAI con la sua start-up di intelligenza artificiale xAI. Secondo quanto riferito dai ben informati, l'Amministratore delegato di Tesla starebbe provando, coinvolgendo investitori miliardari in tutto il mondo,
a raccogliere fino a 6 miliardi di dollari. Tramite questi finanziamenti, la valutazione di xAI arriverebbe a circa 20 miliardi di dollari.
Tra i soggetti potenzialmente interessati ci sarebbero alcuni family office di Hong Kong, fondi sovrani del Medio Oriente oltre a investitori giapponesi e coreani. A coordinare le operazioni di raccolta fondi sarebbe stata incaricata la big bank statunitense Morgan Stanley, che già si era prodigata a finanziare l'acquisizione di Twitter da parte di Musk nel 2022.
xAI: cosa sapere sulla start-up di Elon Musk
xAI è una società fondata il 9 marzo 2023 da Elon Musk per sviluppare l'intelligenza artificiale. L'azienda con sede in Nevada a dicembre aveva cercato di
raccogliere 1 miliardo di dollari di finanziamenti da investitori azionari, come dimostrano i documenti depositati presso la
Securities and Exchange Commission. Il deposito ha mostrato anche che
erano stati già raccolti 135 milioni di dollari, ma Musk non ha mai rivelato come xAI veniva finanziata.
L'unica informazione al riguardo si riferiva a un post su X di novembre in cui il miliardario affermava, senza approfondire, che i sostenitori di X avrebbero posseduto il 25% della società. Tra questi vanno annoverati il capo di Oracle Larry Ellison, Sequoia Capital, Andreessen Horowitz, Fidelity Management e il principe saudita Alwaleed bin Talal.
Il primo prodotto di xAI è stato lanciato il mese scorso. Si tratta del chatbot Grok, addestrato per X in modo da fornire risposte possibilmente più efficaci rispetto ai dispositivi dei competitor. La caratteristica principale di Grok è che risponde alle domande con umorismo, anche a richieste "piccanti" che dagli altri chatbot vengono respinte.
Le difficoltà di raccolta fondi
Raccogliere fondi per finanziare una start-up di intelligenza artificiale non è un'impresa facile perché le risorse necessarie a coprire gli enormi costi per sviluppare la tecnologia sono veramente ingenti. In sostanza, produrre modelli per testi, immagini e codici in pochi attimi richiede una potenza di calcolo spropositata, con grandi quantità di dati e i chip più avanzati. Per fare un paragone, OpenAI ha raccolto ben 13 miliardi di dollari solo da Microsoft e per poter aggiornare il suo chatbot ChatGPT in continua evoluzione necessita sempre di capitale fresco. Anche altre start-up come Anthropic e Cohere hanno ottenuto miliardi di dollari da colossi come Google e Amazon, ad esempio.
A queste difficoltà vanno ad aggiungersi le problematiche di carattere regolamentare. Musk si è sempre mostrato cauto sui progressi dell'intelligenza artificiale, sollevando un problema che potrebbe riguardare la sicurezza personale. In tale contesto, le autorità di tutto il mondo si stanno muovendo per cercare di mettere delle regole affinché vengano salvaguardati i dati sensibili e si impedisca il dilagare della criminalità su questo terreno.
Non ultimo c'è un discorso geopolitico che va affrontato. Musk sta cercando di raccogliere fondi per la sua start-up anche ad Hong Kong, territorio minato viste le tensioni in corso tra la Cina e gli Stati Uniti. Washington lo scorso anno ha vietato alcuni investimenti di società USA nell'intelligenza artificiale cinese; quindi, operare nell'area della seconda superpotenza mondiale potrebbe essere aprire le porte a scenari particolarmente delicati.