La guerra tra Israele e Iran ha fatto tremare il mondo intero non soltanto per i riflessi che avrebbe potuto avere dal punto di vista militare ma anche per le conseguenze sotto il profilo economico con riferimento allo Stretto di Hormuz.
L'Iran ha minacciato di chiuderlo attuando una specie di punizione nei confronti dei Paesi schierati a supporto di Israele come gli Stati Uniti. Di conseguenza, il prezzo del petrolio si è subito impennato innescando forti preoccupazioni a livello mondiale.
Ma perché è così importante lo Stretto di Hormuz? E qual è il motivo per cui l'Iran potrebbe utilizzarlo come arma contro gli altri Paesi? In questo articolo risponderemo a queste domande, mettendo in risalto le caratteristiche e l'importanza di questo canale del Golfo.
Stretto di Hormuz: cos'è e quale ruolo ha
Lo Stretto di Hormuz è un tratto di mare che collega il Golfo Persico e il Golfo dell'Oman all'Oceano Indiano e al Mar Arabico. Le acque territoriali sono di proprietà per metà dell'Iran e per metà dell'Oman. L'importanza del canale è data dal transito di combustibili come gas e petrolio necessari per il rifornimento energetico. In pratica, dallo stretto vi è il passaggio, attraverso le navi, del 25% del petrolio e del 20% del gas naturale liquefatto a livello globale. In pratica, rappresenta lo snodo marittimo principale per avere l'accesso ai giacimenti petroliferi mediorientali, oltre a essere il primo al mondo per volume giornaliero di greggio e prodotti raffinati.
Quasi il 90% del petrolio esportato dal Golfo Persico con destinazione Asia, Stati Uniti ed Europa transita dallo Stretto di Hormuz. Esistono in realtà rotte alternative per i Paesi produttori a trasportare i combustibili, come ad esempio il gasdotto Sumed che si affaccia al Mediterraneo, la tratta saudita verso il porto di Yanbu sul Mar Rosso e il passaggio che collega l'Iraq settentrionale verso Turchia e Siria. In realtà, queste vie non sono paragonabili per capacità di trasporto allo Stretto di Hormuz.
Stretto di Hormuz: cosa significherebbe una chiusura
Chiudere lo Stretto di Hormuz potrebbe avere un impatto rilevante sull'offerta di petrolio, che inesorabilmente crollerebbe facendo impennare i prezzi. Milioni di barili al giorno dovrebbero trovare un'altra rotta, che sarebbe più difficile e costosa. Il Paese esportatore a pagare maggiormente le conseguenze sarebbe l'Arabia Saudita che, stando ai dati forniti da Goldman Sachs, in media fa transitare circa 6 milioni di barili giornalieri. Seguono l'Iraq con quasi 4 milioni di barili, gli Emirati Arabi Uniti con oltre 3 milioni di barili e lo stesso Iran con oltre 2 milioni di barili.
Gli analisti di ING hanno affermato che un blocco effettivo dello stretto porterebbe il mercato petrolifero in forte deficit, che nemmeno le riserve inutilizzate dell'
Opec potrebbero colmare. Questo perché gran parte di tali riserve si trova proprio nel Golfo Persico e dovrebbe transitare proprio dallo Stretto di Hormuz per essere trasportata. Anche se gli Stati Uniti venissero in soccorso aumentando la produzione di scisto non riuscirebbero a risolvere il problema nel breve termine.
Chiaramente l'effetto sull'offerta del petrolio e sulle relative quotazioni sarebbe diverso a seconda di quanto tempo resterebbe chiuso lo stretto. ING stima che il Brent arriverebbe a 120 dollari al barile nel caso di interruzione breve e a 150 dollari qualora il blocco fosse prolungato. La regione più danneggiata sarebbe sicuramente l'Asia, che importa l'80% del petrolio che transita da Hormuz. Al riguardo, la più esposta è la Cina. Per questa ragione, gli Stati Uniti hanno fatto pressione su Pechino, che detiene buoni rapporti con l'Iran, per dissuadere l'ayatollah Ali Khamenei a ricorrere a una decisione così drastica.
L'Iran potrebbe davvero chiudere lo stretto?
Un'eventuale mossa dell'Iran di chiudere lo stretto comunque non sarebbe facile. Teheran è proprietario di metà delle acque territoriali, mentre l'altra metà appartiene all'Oman. Quindi, una decisione dovrebbe essere presumibilmente presa di concerto tra i due Paesi.
Ma soprattutto, anche se l'Iran riuscisse nell'intento, sarebbe danneggiato esso stesso in quanto, come visto, è il quarto esportatore più grande di oro nero che passa da Hormuz. Tra l'altro, tutto ciò scatenerebbe la dura reazione degli Stati Uniti, con sanzioni più profonde verso lo Stato mediorientale. "Sarebbe un suicidio economico", ha dichiarato poco tempo fa il segretario di Stato americano Marco Rubio.