Nonostante lo scontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Italia Viva, il Consiglio dei ministri ha finalmente approvato il Recovery plan, la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza che sarà inviata in queste ore alla Camera e al Senato.
Le ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, si sono astenute, chiedendo di inserire nel pacchetto anche il MES che, tuttavia, non rientra nel piano Next Generation EU, come spiegato dal premier. La crisi di governo sembra ormai inevitabile e potrebbe essere formalizzata già nel pomeriggio.
Intanto, la cosa positiva è che il governo ha messo al sicuro il Recovery plan, di fondamentale importanza per l’Italia per attuare il programma dell’UE e spendere i soldi stanziati contro l’emergenza sanitaria. Il piano, rispetto alla sua versione iniziale, prevede un aumento delle risorse investite per la sanità, per la cultura, per l'alta velocità al Sud e per l'istruzione. Nessun riferimento, nell'ultima versione del piano, al tema della governance. Ecco i dettagli.
Recovery plan Italia: i dettagli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Ammonta a 222 miliardi, di cui 144,2 per nuovi interventi, il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza dell"Italia messa a punto dal governo e all"esame del Consiglio dei ministri. Ma la cifra indicata arriva a quota 310 miliardi, considerando anche la programmazione di bilancio per il quinquennio 2021-2026.
Gli investimenti pubblici rappresentano più del 70% del piano, mentre gli incentivi a investimenti privati sono pari a circa il 21%. Attraverso le risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 non ancora programmate, inoltre, sono stati aumentati gli investimenti di circa 20 miliardi per nuovi progetti per settori come quello della rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale, la banda locale, il 5G, il ciclo dei rifiuti e il Mezzogiorno.
Secondo le previsioni del governo il primo 70% delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023. Il restante 30% sarà speso tra il 2023 e il 2025. Nei primi tre anni la maggior parte degli investimenti sarà sostenuta da sovvenzioni, mentre i prestiti aumenteranno nel corso del tempo, a partire dal 2024.
Il governo prevede che il Recovery plan impatterà in maniera significativa sulle principali variabili macroeconomiche e sugli indicatori di inclusione, equità e sviluppo sostenibile, attraverso i maggiori investimenti che attiverà direttamente e indirettamente e le innovazioni tecnologiche che introdurrà e stimolerà. Effetti che dovrebbero essere amplificati dalle riforme di contesto e da quelle più settoriali inserite nelle singole componenti del Piano.
Le 6 missioni del Recovery plan italiano
Il PNRR si articola in 6 missioni, che a loro volta raggruppano 16 componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del governo: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute.
Sul piatto ci sono 68,90 miliardi per il capitolo “green”, 12,62 miliardi per le "Politiche per il lavoro", 10,83 per le "Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore", 28,5 i miliardi per "Istruzione e ricerca", 31,98 miliardi per "Infrastrutture per una mobilità sostenibile", 46,18 miliardi per la "Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura", quasi 20 miliardi per la sanità, 27,62 miliardi per "Interventi di inclusione e coesione".
Resta aperto il nodo della "governance" che viene rinviato: il governo presenterà una proposta al Parlamento. Vediamo tutti i punti nel dettaglio.
Sanità
Per quanto riguarda la sanità sono 20 i miliardi in campo. Per la precisione si tratta di 19,72 miliardi: 11,82 miliardi per "Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria e 7,90 per “Assistenza di prossimità e telemedicina”. La novità è l'arrivo di 2.564 "case della Comunità", che diventeranno il punto di riferimento sul territorio, anche per l'assistenza domiciliare integrata sulla quale si conta di realizzare 575 centrali di coordinamento, attivare 51.750 medici e fornire kit a 282mila pazienti.
Rivoluzione verde e transizione ecologica
È il primo capitolo con una dote di 68,9 miliardi. La voce più consistente è quella dell"efficienza energetica e riqualificazione degli edifici con due linee progettuali: la realizzazione di un programma di efficientamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento a scuole, edilizia residenziale pubblica, comuni e cittadelle giudiziarie. Vi è anche l’incentivazione della riqualificazione energetica e l"adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato, ovvero il Superbonus 110%. Nel complesso la voce vale 29,35 miliardi e il programma dedicato all"efficientamento energetico e sismico edilizia residenziale privata e pubblica conta su 18,51 miliardi.
Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
In totale 46,18 miliardi di cui 11,45 per innovazione e sicurezza nella p.a e 8 miliardi per turismo e cultura 4.0. L’obiettivo è quello di garantire più servizi digitali, dalla “cittadinanza digitale” alla digitalizzazione dei pagamenti, ma anche per la cyber security e la gestione di dati sensibili.
Infrastrutture per una mobilità sostenibile
La dote è di 31,98 miliardi e in particolare all"Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale 4.0 andranno 28,30 miliardi e i restanti finanzieranno la logistica integrata. L'intervento più corposo (28,3 miliardi) è destinato a ferrovie e strade: si punta a rafforzare le grandi linee di comunicazione del Paese, innanzitutto ferroviarie, con un focus sul Mezzogiorno; risorse anche per la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali con maggiori criticità.
Istruzione e ricerca
Sale a 28,5 miliardi la dotazione, dei quali 16,7 da destinare al potenziamento delle competenze e diritto allo studio e 11,7 miliardi per finanziare il capitolo “dalla ricerca all’impresa”. Gli obiettivi sono colmare il deficit di competenze che limita il potenziale di crescita, migliorare i percorsi scolastici e universitari degli studenti agevolandone l'accesso e rafforzare i sistemi di ricerca e la loro interazione con il mondo delle imprese e delle istituzioni.
Inclusione e coesione
Le risorse ammontano a 27,6 miliardi di cui 12,62 per le "Politiche per il lavoro", 10,83 miliardi per le "infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore" e 4,18 per "Interventi speciali di coesione territoriale". La missione è dedicata al "sostegno all'empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere" e all'aumento dell'occupazione, soprattutto giovanile.