Il consolidamento bancario è destinato a proseguire ed il “funding” non subirà rallentamenti grazie alle fonti di finanziamento alternative. Sono due le direttrici lungo le quali si svilupperà il comparto bancario italiano nel 2025 secondo quanto emerge dal “Global Banks, Country Outlook”, il report di S&P dedicato al comparto bancario globale.
Per quanto riguarda il consolidamento bancario, Mirko Sanna di S&P evidenzia come “la saga UniCredit-Commerzbank continuerà probabilmente ad attirare la maggiore attenzione” e “potrebbe anche stimolare un'ulteriore reazione da parte degli operatori nazionali, dato che il governo sta finalizzando l'uscita dal Monte dei Paschi di Siena (MPS: il Tesoro colloca il 15% delle azioni, ecco chi ha comprato)”.
Nel caso dei finanziamenti al settore bancario dopo la fine delle operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine della Banca Centrale Europea, Sanna da un lato rileva che “tutte le banche hanno rimborsato questi fondi mantenendo adeguati indici di liquidità e di finanziamento stabile netto” e dall’altro evidenzia che “la maggior parte di esse ha sostituito i fondi con altre fonti, in particolare con finanziamenti garantiti”.
Banche Italiane: cosa ci riserva il 2025?
In un contesto caratterizzato da un'economia in fase di stabilizzazione, S&P stima che il Pil del Belpaese aumenterà dell'1% nel 2025, la redditività del comparto bancario rimarrà solida nonostante i tassi in calo.
“Prevediamo - continua Sanna - che il rendimento medio del capitale proprio per le banche italiane continuerà a superare il 10% il prossimo anno. I rendimenti rimarranno superiori al costo del capitale per la maggior parte delle banche, sebbene in graduale calo rispetto ai massimi del 2023 e del 2024”.
Buone nuove anche dalla qualità degli asset, “che si è dimostrata più resiliente del previsto”, mentre i fondi Next Generation EU “svolgeranno un ruolo fondamentale nella crescita futura”.
Banche globali: dazi di Trump non spaventano il comparto
Con l’80% dei gruppi bancari globali che presenta un outlook stabile, la tendenza sembrerebbe destinata a continuare anche nel 2025. “I movimenti positivi dei rating saranno più probabilmente determinati da fattori idiosincratici specifici del Paese e della banca”.
Il comparto, riporta lo studio di S&P, si trova a dover fronteggiare un contesto caratterizzato da 4 rischi:
- un rallentamento dell'economia globale al di fuori dello scenario di base;
- un deterioramento del settore immobiliare peggiore del previsto;
- tassi di interesse ancora elevati che si sommano all'elevata leva finanziaria dei governi e delle imprese;
- rischi in evoluzione, tra cui le nuove tecnologie (come l'intelligenza artificiale), il cambiamento climatico e il cyber, che potrebbero ampliare la differenziazione del credito.
Nonostante questi possibili fattori negativi, S&P prevede che il settore “possa in generale adattarsi bene a qualsiasi impatto di secondo ordine derivante dall'aumento delle tariffe commerciali globali o da altri cambiamenti successivi alle elezioni statunitensi”.