I dati sul mercato del lavoro di domani assumono una grande importanza nel contesto attuale, in cui la
Federal Reserve si appresta a riprendere il ciclo dei tagli dei tassi di interesse interrotto quest'anno. Il mese scorso l'occupazione americana ha dato palesi segnali di rallentamento, il che, unendosi ad altri dati macroeconomici deludenti e ad alcune trimestrali al di sotto delle aspettative, ha fatto scattare un segnale di allarme per l'economia a stelle e strisce.
Un'ulteriore debolezza sul fronte lavorativo spalancherebbe le porte a una serie di sforbiciate della Banca centrale americana già a partire dalla riunione del 16/17 settembre. Il mercato ha già incorporato nei prezzi una riduzione del costo del denaro di 25 punti base questo mese, con il FedWatch Tool del CME Group che assegna una probabilità del 92% perché ciò accada. C'è però chi non esclude una mossa più coraggiosa se il numero di nuovi posti di lavoro creati nel mese di agosto e il tasso di disoccupazione dovessero mostrare un quadro preoccupante.
Il mercato del lavoro e le paure dei lavoratori
Le decisioni di politica monetaria della Fed sono legate a doppio filo a quanto succede nel mercato del lavoro, perché in gioco ci sono le finanze dei lavoratori stessi. Al riguardo, secondo un recente sondaggio di Bank of America, lo stress degli occupati statunitensi per via dell'aumento dei debiti personali e della salute finanziaria è in costante crescita.
Nello specifico, tra le oltre 1.000 persone intervistate che lavorano a tempo pieno, solo il 47% ha affermato di sentirsi in uno stato di benessere finanziario, a fronte del 52% di inizio anno. Tra di esse, l'85% ha dichiarato di avere un qualche tipo di debito personale, mentre poco più di un quarto sta facendo riferimento a risparmi di emergenza.
L'aspetto più inquietante dell'indagine è che il livello di ottimismo dal punto di vista finanziario è diminuito se si volge lo sguardo al futuro, in particolare con riferimento al prossimo anno. Facendo una proiezione per i prossimi tre anni, invece, quasi sette dipendenti su dieci si sono dichiarati più ottimisti. La principale fonte di angoscia dei lavoratori è l'economia, con quasi il 77% degli interpellati che si è definito preoccupato in merito.
Lo studio può essere abbinato a un recente rapporto della società di credit scoring VantageScore, che ha riportato come il mercato del lavoro statunitense sia in rallentamento e il rimborso del debito stia vacillando nei consumatori con i punteggi di credito più elevati. Un aspetto, questo, che porta alla memoria quanto accadde nel 2007/2008, quando la bolla dei mutui subprime avvelenò l'economia americana dando vita a una delle più profonde crisi economiche e finanziarie degli ultimi 100 anni.