Il mondo intero è stato scosso nel fine settimana dall'attacco di Hamas nei confronti di Israele. Il gruppo militante islamista che ha preso il controllo della striscia di Gaza nel 2007 ha sparato 2.200 missili e inviato i suoi combattenti a sud del Paese guidato da Benjamin Netanyahu. Ciò ha spinto il primo ministro israeliano a dichiarare lo stato di guerra.
L'orrore che si sta consumando tra la popolazione del posto è qualcosa di indicibile: assalti casa per casa, rapimenti, esecuzioni a freddo, ma soprattutto finora oltre 700 morti e 2.500 feriti. Il bilancio è destinato a diventare ancora più pesante nei prossimi giorni e il mondo si prepara a vivere un altro lungo ed estenuante conflitto.
I mercati finanziari hanno reagito allo shock in maniera netta, con cali azionari, il rialzo dei prezzi del petrolio per il timore che le tensioni si trasferiscano a tutto il Medioriente e la corsa a oro e dollaro come beni rifugio.
Mercati finanziari: ecco cosa comprare e vendere
Ora gli investitori dovranno probabilmente rivedere qualcosa nelle loro scelte di portafoglio, condizionate dalle ripercussioni che la guerra in Israele potrà avere sui vari asset di mercato. Vediamo nel dettaglio quale potrebbe essere l'impatto.
Petrolio
Una delle principali attività nel mirino non può che essere il petrolio. Oggi il greggio ha fatto un balzo fino al 5% tornando alle soglie di 90 dollari al barile. Israele non è un grande produttore di petrolio, ma il pericolo proviene dai Paesi vicini. Se le tensioni geopolitiche divampano, non è esclusa una stretta nella produzione e nel trasporto di petrolio che potrebbe portare in alto le quotazioni.
L'Iran, il più indiziato a sostenere i terroristi di Hamas, è lo Stato che desta maggiori preoccupazioni per l'importanza che riveste sul fronte della fornitura di greggio. Nel contempo la major petrolifere come Chevron, BP, Shell e TotalEnergies potrebbero veder crescere le proprie azioni. Probabilmente è presto per prevedere un rally come quello del 2022, ma la situazione generale sta creando tutte le premesse.
Oro e diamanti
Gli investitori sono corsi a comprare oro dopo l'attacco e il metallo giallo ha guadagnato circa l'1% a 1.863 dollari l'oncia. Il prezioso è il bene rifugio per eccellenza ed è normale che quando a livello internazionale si avvertono grandi tensioni e aumenta la volatilità di mercato, i trader preferiscono trovare riparo in porti sicuri.
Per i diamanti vale lo stesso discorso, con l'aggiunta che Israele è un grande esportatore dei preziosi, sebbene l'industria della nazione sia focalizzata sul taglio e sulla lucidatura, piuttosto che sull'estrazione.
Sul versante azionario, potrebbero gioire alcuni grandi minatori e produttori di gioielli, come l'australiana Newcrest Mining Ltd, le indiane NMDC, Kalyan Jewellers India Ltd e Titan Co. e la cinese SF Diamond Co.
Valute
Oggi i trader hanno acquistato soprattutto dollari americani, ma anche yen e franchi svizzeri. In particolare il Dollar Index è salito dello 0,4% a 106,23. A guidare il mercato verso queste divise è sicuramente la loro funzione di asset rifugio nei momenti in cui tutti quanti scappano dalle attività a rischio. C'è da aspettarsi un ulteriore rafforzamento con l'esacerbarsi del conflitto in Medioriente.
Azioni tech
La tecnologia sarà colpita nella misura in cui è legata ad operazioni con e in Israele. Un'azienda che potrebbe ricevere un grosso impatto è probabilmente il gigante dei semiconduttori Intel, che ha firmato un accordo da 25 miliardi di dollari per costruire un nuovo impianto di produzione sul territorio israeliano. Di riflesso alcune società in affari con Intel potrebbero subire il colpo, tipo Nvidia, Applied Materials, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. e Samsung Electronics.
Rilevante è la situazione anche nel settore informatico, dove alcuni esportatori di software indiani sono molto esposti tipo Tata Consultancy Services Ltd., Infosys Ltd, Tech Mahindra Ltd e Wipro Ltd.
Azioni della difesa
In qualsiasi conflitto, i titoli della difesa emergono in quanto le società che producono armi e attrezzature militari vedono incrementare notevolmente il giro d'affari. Tutto ciò è tanto più vero quanto più le altre nazioni saranno coinvolte nella guerra in Israele. Sotto osservazione quindi vi sono le azioni di Lockheed Martin Corp. negli Stati Uniti e BAE Systems Plc in Europa.
Auto elettriche
Il settore delle
auto elettriche oggi è tra quelli più sensibili agli eventi che in qualche modo lo riguardano, vista l'importanza che riveste nell'ambito del passaggio storico verso nuove forme di energia. Il colosso cinese
BYD oggi ha subito un contraccolpo alla Borsa di Shenzhen arrivando a perdere fino al 3%, prima di recuperare le perdite e chiudere la seduta in positivo. Lo scorso anno,
la società sostenuta da Warren Buffett ha aggiunto Israele ai suoi mercati.