Gli investimenti in Europa sono un porto sicuro in questo momento. L'affermazione proviene dagli strategist di Barclays, secondo cui il Vecchio Continente sta emergendo in un contesto in cui i mercati globali sono sotto pressione per le crescenti preoccupazioni del debito. In particolare, i titoli di Stato americani sono sotto attacco degli investitori, con i rendimenti a 30 anni che hanno superato la soglia psicologica del 5%, livello massimo da fine 2023.
La scorsa settimana, la Camera statunitense ha approvato il disegno di legge del presidente Usa
Donald Trump che prevede, tra l'altro, l'estensione dei tagli fiscali del 2017 in scadenza quest'anno. Un evento che gli investitori non hanno molto gradito, preoccupati per la
sostenibilità del debito a stelle e strisce. Anche il dollaro ne ha risentito, interrompendo quattro settimane consecutive di guadagni. L'azionariato ha rallentato il rally partito il mese scorso dopo il primo accordo per il congelamento dei dazi di Trump. "Vendere America è tornato di moda", ha scritto il team di Barclays guidato da Emmanuel Cau.
L'Europa invece appare più affidabile agli occhi degli strategist. La solida posizione fiscale della Germania ha aiutato l'Eurozona a resistere allo stress del mercato obbligazionario globale, mentre rimane il rischio di Francia e Italia che devono sostenere alti deficit e bassa crescita, hanno osservato gli esperti.
Tuttavia,
il taglio dei tassi della Banca Centrale Europea potrebbe venire in soccorso. "I nostri economisti vedono più spazio per la BCE di tagliare i tassi rispetto a Fed, BoE e BoJ, il che potrebbe anche aiutare a mantenere sotto controllo i rendimenti tedeschi e gli spread periferici", hanno scritto gli esperti nel loro rapporto (
BCE: l'andamento dei salari apre le porte al taglio dei tassi?).
Investimenti: da BofA arriva un no alle azioni europee
Se Barclays vede bene gli investimenti in Europa, Bank of America mantiene una visione negativa sulle azioni del Vecchio continente. Il motivo è che la banca americana vede rischi a breve termine, mentre le valutazioni sono diventate meno interessanti dopo il recente rally. A giudizio dei suoi strategist, la crescita globale dell'Eurozona perderà slancio e l'indice Stoxx 600 diminuirà dai livelli attuali. Inoltre, alcuni fattori positivi come l'allentamento fiscale della Germania, richiederanno tempo per influenzare gli utili delle aziende e il PIL della regione.
"I nostri economisti rimangono scettici sulle prospettive di crescita a breve termine", riporta una nota di BofA, citando proiezioni di una crescita del PIL nominale per l’area Euro di appena il 2,5% nel 2025, rispetto al 4-4,5% per gli Stati Uniti.
"In altre parole, i catalizzatori per una potenziale fine della sottoperformance strutturale delle azioni europee stanno entrando nel campo visivo, ma potrebbero volerci tempo e un po’ di fortuna perché inizino a manifestarsi nei dati", hanno aggiunto gli analisti guidati da Sebastian Raedler.
In definitiva, "la recente sovraperformance dal quarto trimestre 2024 delle azioni ha prezzato uno slancio di crescita relativa più forte di quanto riteniamo possa materializzarsi nel breve termine", hanno concluso.