Grazie al rally delle azioni tecnologiche, quest'anno l'intelligenza artificiale ha guidato per buona parte i guadagni a Wall Street. Tutto è partito dall'enorme successo del chatbot ChatGPT, lanciato dalla start-up americana OpenAI alla fine di novembre e che ha innescato una rincorsa folle da parte delle più grandi aziende tech del mondo all'applicazione dell'AI (Artificial Intelligence) generativa nella loro attività.
C'è da aspettarsi che negli anni la macchina sostituirà l'uomo in un numero sempre maggiore di mansioni, il che renderebbe i processi aziendali più veloci, efficienti ed economici, e che grandi società come Nvidia, Microsoft e Alphabet godranno di grandi vantaggi grazie alla nuova tecnologia. Ma andrà davvero tutto liscio? Non ne è convinta la società di ricerca e analisti CSS Insight, secondo cui nel 2024 arriverà una vera e propria doccia fredda per l'intelligenza artificiale.
Intelligenza artificiale: 2 venti contrari nel 2024
Gli analisti di CSS Insight vedono due grandi insidie che potrebbero porre fine all'hype intorno alla nuova tecnologia. Il primo riguarda l'aumento dei costi necessari per gestire le applicazioni. I modelli AI come OpenAI, Google Bard, Claude di Anthropic e Synthesia hanno bisogno di una quantità enorme di dati e potenza di calcolo per eseguire complessi sistemi matematici che permettono agli utenti di ricevere risposte come se stessero interagendo con un essere umano.
Questo significa che occorrono chip ad altissima potenza per eseguire le applicazioni. Tali semiconduttori sono per lo più unità di elaborazione grafica avanzate, o GPU, progettate da aziende come Nvidia. Già acquisire questi chip è molto costoso. Poi vi sono colossi come Amazon, Google, Alibaba e Meta, a cui si aggiunge anche OpenAI, che stanno effettuando una progettazione di chip personalizzati da utilizzare nei programmi di intelligenza artificiale. "Solo il costo dell'implementazione e del mantenimento dell'AI generativa è immenso", ha riferito Ben Wood, capo analista di CCS Insight. Le grandi aziende potrebbero anche sostenere la spesa, a suo avviso, ma "per molti sviluppatori tutto ciò risulterà troppo costoso".
Il secondo grande vento contrario deriva dalla regolamentazione. Per CSS Insight, le autorità dell'Unione Europea saranno le prime a muoversi con una normativa specifica per l'AI, sebbene questa sarà rivista e ridisegnata più volte. "La legislazione non sarà finalizzata fino alla fine del 2024, lasciando all'industria il compito di compiere i primi passi verso l'autoregolamentazione", ha previsto Wood.
Il problema di fondo è che l'intelligenza artificiale ha un enorme potenziale, ma i funzionari governativi sono preoccupati che il suo avanzamento provochi uno sterminio di posti di lavoro. Per questo i governi chiedono delle regole chiare.
Tra l'altro, vi sono questioni da affrontare sul fronte della sicurezza dei dati personali. Nel 2024 CSS prevede anche che aumenteranno le strette per chi commette frodi attraverso l'AI, ad esempio impersonando altri soggetti. "I modelli di base per la generazione di immagini e la sintesi vocale possono essere personalizzati per impersonare un target utilizzando i dati pubblicati sui social media, consentendo la creazione di deepfake economici e realistici", ha affermato CCS Insight. "I potenziali impatti sono di ampia portata, compresi i danni alle relazioni personali e professionali e le frodi nel settore bancario e assicurativo".
CSS Insight rileva che le aziende che adottano modelli AI accoglierebbero anche con favore che vengano stabilite delle regole sul controllo e sui limiti dell'utilizzo della tecnologia. Tuttavia, "i loro approcci su come ciò deve essere fatto sono diversi", ha affermato la società di analisi.