Jamie Dimon, Amministratore delegato di JPMorgan Chase, lancia un monito agli investitori avvertendoli che la reazione positiva del mercato ai numeri sul raffreddamento dell'inflazione è eccessiva. "Temo che
l'inflazione potrebbe non scomparire così rapidamente", ha affermato il top manager della più grande banca del mondo. "La
Federal Reserve ha ragione a sospendere i rialzi per ora, ma potrebbe dover fare un po' di più", ha aggiunto.
I suoi commenti arrivano dopo che questa settimana il Bureau of Labor Statistics statunitense ha rilasciato i dati sull'indice dei prezzi al consumo relativi al mese di ottobre. L'inflazione USA è cresciuta del 3,2% su base annua, sotto le attese del 3,3% e in diminuzione rispetto al 3,7% di settembre. Il mercato si è subito fatto prendere dall'entusiasmo comprando le azioni in Borsa, sull'aspettativa che la Fed diventerà più accomodante. Soprattutto sembra aver scacciato la paura di un altro rialzo del costo del denaro entro la fine dell'anno e di una permanenza di tassi alti per un lungo periodo.
JPMorgan, con tassi Fed fino al 7% puntare sul Messico
Attualmente i tassi Fed sono fermi nell'intervallo 5,25%-5,5% da due riunioni. Nel meeting del 31 ottobre-1° novembre, il governatore
Jerome Powell ha detto che
la lotta all'inflazione non è ancora finita e ha lasciato aperta la porta per un nuovo intervento restrittivo. Tuttavia, ha utilizzato una formula magica che ha fatto brillare gli occhi agli operatori, ovvero quella relativa all'attenzione della Fed allo stato di salute dell'economia nell'attuazione della politica monetaria.
In sostanza, se i dati macroeconomici dovessero registrare un peggioramento - magari in sintonia con un'inflazione più bassa - la Fed potrebbe iniziare a tagliare i tassi più rapidamente. I dati di questo mese sull'occupazione USA hanno mostrato un mercato del lavoro meno surriscaldato, avallando così l'ipotesi di una Banca centrale più dovish.
Jamie Dimon però a settembre aveva detto ai clienti di JPMorgan di prepararsi a livelli dei tassi fino al 7% perché la Fed avrebbe potuto aumentare ancora il tasso di riferimento per combattere l'inflazione. Secondo il Ceo, l'inasprimento quantitativo, insieme alle tensioni geopolitiche, avrebbe messo sotto pressione i consumatori e le imprese statunitensi. Questo inevitabilmente avrebbe prodotto scossoni sul mercato azionario a stelle e strisce. Scossoni che Dimon oggi conferma per il futuro.
Viceversa l'ad di JPMorgan vede "enormi opportunità" in Messico, che farebbe leva su alcuni fattori cruciali come la produzione, l'agricoltura e il mercato dei capitali. Al riguardo, negli ultimi sei anni, JPMorgan ha "raddoppiato o triplicato" il suo capitale nel Paese nordamericano, con attualmente 6 mila dipendenti nell'area, ha sottolineato Dimon.