Come cambierà il Mondo se la Cina vincerà la guerra fredda | Investire.biz

Come cambierà il Mondo se la Cina vincerà la guerra fredda

25 nov 2020 - 07:15

06 dic 2022 - 09:21

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E se la Cina vincerà la guerra fredda con gli USA? E' una domanda inquietante per molti: il rischio sarebbe quello di decretare negli anni la fine del libero mercato

Il Coronavirus ci ha reso consapevoli di tante cose. Prima tra tutte forse che il quadro geopolitico a livello mondiale sta subendo una modifica che potrebbe perdurare per tantissimi anni. Questa tragedia secolare ci ha detto che le economie di tutti i Paesi del globo sono stati colpiti al cuore da un nemico invisibile, spuntato proprio da quello Stato che oggi si è rialzato in piedi e che domani potrebbe dettare le regole.

Al di là di ogni dietrologia che lascia il tempo che trova, vi è uno stato di fatto: la Cina è l'unico Paese a crescere nel 2020 e quello che crescerà di più nel 2021. E per gli anni a venire? Non è dato di saperlo per ora, ma il sospetto che il Dragone possa insidiarsi nel tessuto economico-produttivo raso quasi al suolo dal virus purtroppo c'è tutto. Partendo dall'ipotesi che la guerra fredda che dura da decenni tra USA e Cina abbia decretato un vincitore, quali scenari è possibile immaginare per i mercati mondiali?

 

La Cina verso il primato mondiale dell'economia

Prima di ipotizzare quello che succederà è bene cercare di capire ciò che è successo negli ultimi 30 anni. Mentre l'Occidente festeggiava il crollo del muro di Berlino e la fine del sogno comunista di matrice sovietica, l'ex Impero Celeste iniziava silenziosamente la sua ascesa. Tutto ero improntato su un governo monopartitico e un'economia incentrata sullo Stato. L'intreccio perfetto tra manodopera a basso costo, capitali forniti da un sistema bancario centralizzato e alta produttività ha condotto Pechino ad essere da anni la seconda superpotenza a livello planetario.

Oggi il Covid-19 ha spostato il centro di gravità economico da Ovest ad Est, con le economie avanzate che via via cedono il passo a quelle emergenti e il libero mercato che sente l'effetto del controllo statale. I dati parlano chiaro: la Cina nel 2000 non aveva ancora aderito all'Organizzazione Mondiale del Commercio, oggi invece ne rappresenta una fetta significativa; la produzione globale all'inizio del millennio era solo per il 20% cositituita dai mercati emergenti, secondo le stime degli analisti nel 2042 questi saranno i maggiori contributori del PIL mondiale e nel 2050 arriveranno al 60%. Nel 2035, la Cina diventerebbe la prima potenza al Mondo, superando gli Stati Uniti.

 

Con l'affermazione della Cina sarà la fine del libero mercato?

Ovviamente il passaggio non sarà scevro di asperità. Una reazione dell'Occidente è da attendersi. Durante l'Amministrazione Trump abbiamo assistito a una lotta sfrenata svoltasi a colpi di dazi e di provvedimenti sulla sicurezza tecnologica e militare. Soprattutto, il 15 gennaio 2020 è stato partorito un accordo commerciale che stabilisce cosa dovrebbe comprare la Cina e il Governo a stelle e strisce ha imposto alle proprie aziende di ottenere una licenza prima di vendere determinate tecnologie a Pechino.

Il punto è se ora gli Stati Uniti avranno la forza per continuare la battaglia al fronte dopo che il proprio status economico-sociale è rimasto visibilmente ammaccato dalla tragedia della pandemia. Soprattutto sarebbe da vedere quanta cooperazione ci sarebbe tra gli USA e l'Europa per tentare di controbattere all'egemonia asiatica.

Se l'affermazione della Cina dovesse concretizzarsi a tutti gli effetti, gli scenari per il futuro potrebbe essere minacciosi per il libero mercato. Ma anche se la guerra fredda non dichiarasse il vincitore che si pensa il modello economico a cui si assisterà potrebbe essere diverso dal passato.

Le limitazioni imposte da Trump sono state un assaggio, se la cosa dovesse continuare con l'Amministrazione Biden e dovesse trovare l'appoggio di tutto l'Occidente, sarebbe evidente come la presenza dello Stato prenderebbe il sopravvento su tutto il resto.

La difesa dei mercati liberi richiederebbe investimenti enormi nell'istruzione, nelle infrastrutture e nella ricerca. Viceversa sarebbe più da aspettarsi un mondo invaso di regole e regolamentazioni atte a tenere un equilibrio che potrebbe rivelarsi fragile. Tutto quanto andrebbe esteso dal mondo dell'economia reale alla finanza e agli strumenti finanziari che la rappresentano.

In definitiva, una cosa l'abbiamo forse imparata volgendo lo sguardo a 30 anni fa. Quello che pensavamo fosse la fine di un'era, in realtà stava mettendo le radici per la creazione di una nuova, dove l'equilibrio politico, economico e finanziario si è scavato una strada verso una luce che guarda a Oriente.

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