Trump, Cina e il trade della speranza: tregua o svolta strategica? | Investire.biz

Trump, Cina e il trade della speranza: tregua o svolta strategica?

16 mag 2025 - 12:45

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Nel nuovo appuntamento con “Lupo’s Way” ci concentriamo sulle ultime news che hanno guidato i mercati e su come affrontare questo periodo

In questo nuovo appuntamento di “Lupo’s Way”, come di consueto analizzo il quadro macro e grafico dei principali mercati finanziari. Negli ultimi giorni, i mercati globali sono stati positivamente scossi dall'annuncio di una tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Dopo settimane di tensioni, l'amministrazione Trump ha deciso di ridurre drasticamente i dazi sulle importazioni cinesi, portandoli dal 145% al 30%. Questa mossa ha sorpreso molti analisti, i quali si interrogano se si tratti di un successo negoziale o di un necessario passo indietro.

 

Il contesto: dalla guerra commerciale alla tregua

Facciamo un recap fino a oggi. Secondo Reuters, dal suo reinsediamento il 20 gennaio 2025, Donald Trump ha rilanciato la sua dottrina commerciale basata su dazi e reciprocità. Il 2 aprile, in un giorno che lui stesso ha ribattezzato "Liberation Day", ha annunciato tariffe del 10% su tutte le importazioni e fino al 145% su quelle dalla Cina, giustificando tali misure con dichiarazioni molto dure.

La Cina ha risposto con tariffe speculari fino al 125%, innescando una guerra commerciale totale. A fine aprile, diverse catene di distribuzione e aziende americane hanno segnalato alla Casa Bianca che le scorte stavano esaurendo e i prezzi salendo. In particolare, aziende come Walmart, Home Depot e Target hanno manifestato difficoltà nel reperire nuovi materiali.

Secondo The Guardian, il compromesso raggiunto il 12 maggio a Ginevra rappresenta in realtà una ritirata mascherata da parte di Washington. Gli Stati Uniti hanno ridotto i dazi dal 145% al 30%, mentre la Cina ha ridotto i propri dal 125% al 10%. Tuttavia, non esiste ancora un documento ufficiale né un calendario operativo per l’implementazione degli accordi.

 

Reazioni dei mercati e prospettive

I mercati hanno reagito con euforia, ma secondo Reuters, si tratta di un classico "trade della speranza": si compra oggi sperando che domani arrivino misure concrete. È interessante notare che la riduzione dei dazi riguarda principalmente le spedizioni "de minimis", cioè i piccoli pacchi da e-commerce, passati dal 120% al 54%.

Bloomberg evidenzia un fenomeno psicologico: i mercati stanno operando con una logica binaria – o Bull Market o Crash – senza considerare zone intermedie. Secondo Moody’s Analytics, a fine maggio le richieste di sussidio di disoccupazione potrebbero aumentare, mentre il CPI di giugno potrebbe segnalare un rimbalzo inflattivo, causato proprio dalla guerra commerciale.

 

USA-Cina: tregua o ritirata?

In sintesi, la tregua rappresenta un compromesso fragile. L’amministrazione Trump ha evitato una crisi interna, ma ha pagato il prezzo di ridurre drasticamente il proprio potere negoziale. Il Council on Foreign Relations afferma che la credibilità degli Stati Uniti come partner commerciale ne risulta indebolita.

Dopo settimane di retorica incendiaria, Trump ha cambiato posizione sotto la pressione interna della Casa Bianca. Ora il rischio è che, una volta terminata la tregua, si ritorni all'escalation oppure che i mercati si rendano conto della mancanza di progressi concreti, reagendo con volatilità.

 

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La panoramica sui principali mercati

Andiamo ora ad analizzare – come di consueto - la situazione tecnica e grafica dei principali mercati, partendo dallo S&P 500.

 

S&P 500

Di recente, l'indice ha registrato un forte spike al rialzo, accompagnato da un gap situato intorno all'area di resistenza a 5.706 punti. Questo movimento potrebbe indicare un possibile proseguimento della fase rialzista, con potenziali target verso l'area 5.990 punti e l'eventuale raggiungimento di nuovi massimi storici.

Il rialzo in corso è stato principalmente trainato dagli acquisti dei retail, ma, con l'inizio della settimana, la FOMO generata da questo spike ha iniziato ad attirare anche operatori professionali. Questi ultimi erano rimasti fuori dal mercato a causa dell'incertezza legata all'amministrazione Trump.

Al momento, non si osservano movimenti ribassisti significativi. Tuttavia, è fondamentale notare che la volatilità rimane elevata, quindi spike improvvisi al ribasso potrebbero verificarsi in qualsiasi momento. Per questo motivo, è essenziale adottare una corretta gestione del rischio.

Il supporto principale si trova ancora in area 5.706 punti. La precedente resistenza è stata superata, e, finché i movimenti al ribasso non dovessero rompere questo livello, le attuali condizioni di mercato potrebbero favorire una fase di accumulazione.

 

Nasdaq 100

Passiamo ora al Nasdaq 100, che ha mostrato un movimento molto simile a quello dell'S&P 500, recuperando diversi livelli orizzontali e aprendo la strada a un possibile attacco alla resistenza situata a 21.425 punti.

Il superamento di questo livello potrebbe avviare un nuovo percorso verso i massimi storici. Secondo Reuters, l'avvicinamento dei retail al mercato tecnologico, favorito dalle ottime trimestrali, ha portato a un significativo afflusso di liquidità nel Nasdaq.

Tuttavia, va notato che molti operatori sono ancora fuori dal mercato e il movimento rialzista in atto si è sviluppato in modo piuttosto verticale. Nelle attuali condizioni di mercato, l'area 20.606 punti rappresenta il supporto chiave da monitorare, mentre la resistenza a 21.425 punti, se mantenuta su base settimanale, potrebbe offrire spazio per una nuova fase di accumulazione e ulteriori rialzi.

 

Dow Jones

Passiamo ora al Dow Jones, che rispetto allo S&P 500 e al Nasdaq 100 risulta leggermente indietro. Le attuali condizioni di mercato mostrano una fase rialzista, ma meno marcata rispetto agli altri indici. Secondo Bloomberg, il problema principale risiede nella "Old Economy", che costituisce una parte significativa di questo indice.

In particolare, si evidenziano difficoltà legate ai futuri consumi e alla capacità delle aziende di mantenere prezzi contenuti, soprattutto a causa dell'introduzione dei dazi. Attualmente, i corsi stanno attaccando l'area dei 42.638 punti, un livello importante poiché coincide con la media mobile semplice a 200 giorni, che rappresenta un primo ostacolo.

Per ora, i prezzi tengono anche in prossimità dell'area dei 41.160 punti, che, dopo essere stata una resistenza, si è trasformata nel nuovo supporto.

 

DAX

Passiamo ora al mercato europeo, che mostra una notevole verticalità. In particolare, il DAX ha raggiunto nuovi massimi storici e, secondo le indicazioni di Bloomberg, il piano fiscale infrastrutturale e gli investimenti nella difesa potrebbero favorire un ulteriore allungo degli indici verso nuovi record, specialmente per il DAX, che attualmente mostra una forza significativa. Alle attuali condizioni di mercato, non si escludono veloci ritracciamenti. Le zone da monitorare sono a 23.156 e 22.300 punti.

 

FTSE Mib

Anche l’indice italiano non è da meno ed è riuscito a migliorare i suoi massimi annuali, raggiungendo l’area dei 40.000 punti. Il FTSE Mib ha superato con successo le ultime resistenze poste in area 37.906 e 38.832 punti, confermando un quadro tecnico positivo.

Alle attuali condizioni di mercato, l’obiettivo reale per il FTSE Mib sono i massimi a 43.000 punti, e considerando la velocità dell’attuale movimento rialzista, è plausibile che questo target venga raggiunto a breve. La forza del FTSE Mib rimarrà intatta su base settimanale finché sarà difesa l’area dei 38.000 punti.

 

Hang Seng

In Asia, l’indice Hang Seng continua a mostrare ulteriori rialzi, chiudendo il gap del 3 aprile e procedendo con un recupero significativo. Secondo Reuters, questo movimento è legato al nuovo stimolo fiscale introdotto dalla Cina attraverso la banca centrale, che potrebbe portare i prezzi a testare l’area dei 24.709 punti.

 

VIX

L'indice VIX sta mostrando un crollo verticale nell'ultima settimana, confermando la propensione al rischio da parte degli operatori, che continuano ad acquistare azioni a livello globale. I valori attuali indicano un ritorno a una zona caratterizzata da una bassa propensione alla volatilità.

Tuttavia, è fondamentale considerare che le dichiarazioni di Trump potrebbero modificare rapidamente questo scenario. Il ritorno sotto l'area 20,66 apre la strada a una fase di stabilizzazione, suggerendo che gli indici potrebbero entrare in una fase rialzista, poiché un calo del VIX segnala generalmente una minore necessità di copertura da parte degli operatori e, quindi, una tendenza agli acquisti.

L'area di 17,84 rappresenta il prossimo obiettivo al ribasso, mentre la resistenza principale rimane tra 23,70 e 24,21.

 

Dollaro USA

L'indice del dollaro ha registrato un forte recupero dopo l'annuncio di un dialogo costruttivo tra le delegazioni di USA e Cina. I prezzi si sono avvicinati all'area corrispondente alla media mobile a 50 periodi, che offre un'indicazione visiva della forza del trend attuale.

In queste condizioni di mercato, resta da capire se questo spike rialzista potrà proseguire, soprattutto considerando la tenuta dell'area 99, un supporto storico già evidenziato nelle analisi precedenti.

 

EUR/USD

L'euro-dollaro ha attraversato una fase correttiva, toccando livelli critici già identificati nella scorsa settimana, intorno a 1,1150 e 1,1088. I prezzi hanno tentato di rompere questi livelli, ma il movimento è stato rapidamente recuperato, indicando una fase di incertezza nel breve termine.

Le attuali condizioni di mercato continuano a mostrare una fase rialzista solida sull'euro-dollaro, seppur con alcune correzioni. Un ritorno dei prezzi sopra l'area 1,1312 potrebbe spingere nuovamente il cambio verso i massimi e favorire una ripartenza al rialzo. Al contrario, una fase ribassista più strutturata potrebbe prendere forma solo se i prezzi scendessero al di sotto dell'area 1,1088.

 

GBP/USD

La sterlina, nonostante il recente taglio dei tassi da parte della BoE, ha registrato un significativo recupero dovuto alla debolezza del dollaro USA. Il grafico giornaliero mostra una serie di minimi crescenti, che mantiene un’impostazione rialzista.

I prezzi si trovano attualmente molto vicini alla resistenza mensile in area 1,3424 e, come già accennato, la tendenza al rialzo potrebbe portare a un test dei livelli di gennaio 2022 in area 1,369 nelle prossime settimane. Il supporto principale rimane fissato in area 1,3148.

 

USD/JPY

Il cambio dollaro/yen ha registrato un recupero grazie al rafforzamento del dollaro. Tuttavia, secondo l'analisi di Bloomberg, questo rimbalzo è dovuto più alla ripresa del dollaro che a un effettivo rafforzamento dello yen, che è stato venduto in modo massiccio insieme al franco svizzero e all'euro, in seguito all'entusiasmo dei mercati dopo le dichiarazioni delle delegazioni USA-Cina. Questo ha portato a un calo della domanda per asset di protezione.

Al momento, i prezzi hanno mostrato una prima reazione al rialzo intorno alla zona di 148, già identificata come potenziale target nelle precedenti analisi. Tuttavia, il contesto rimane fragile poiché il dollaro risente delle dichiarazioni di Trump, che intende mantenere una valuta debole per attrarre produzioni interne e favorire le esportazioni.

L'area tra 141,63 e 143, caratterizzata da una fase accumulativa nelle scorse settimane, rappresenta un livello chiave da monitorare: se i prezzi dovessero tornare in questa fascia, potrebbero emergere ulteriori ribassi. Per stabilizzare il trend, il cambio dovrebbe superare la soglia di 150.

 

Oro e argento

Il mercato delle materie prime mostra dinamiche differenti per oro e argento. L’oro ha recentemente registrato un significativo pullback, seguito da un ritracciamento che ha delineato un pattern ribassista, suggerendo la possibilità di ulteriori cali.

Al momento, la pressione al ribasso sembra essere alimentata dalla rotazione verso asset più rischiosi, come già evidenziato. Le attuali condizioni di mercato indicano la possibilità di un raggiungimento dell’area dei 3.190 dollari, con una possibile estensione verso la media mobile a 50 periodi situata intorno ai 3.150 dollari, che potrebbe fungere da primo supporto. La zona dei 3.300 dollari rimane una resistenza settimanale significativa da monitorare.

L’argento, invece, continua a muoversi in una fase laterale, ma mantiene un’impostazione rialzista. I supporti non sono stati ancora testati e l’area dei 30,88 dollari resta distante. La resistenza a 33,92 dollari rappresenta l’ostacolo principale: una sua rottura potrebbe innescare una nuova fase rialzista con un target potenziale verso i massimi del 2010, situati intorno ai 40 dollari. La fase accumulativa in corso supporta l’ipotesi di un nuovo slancio al rialzo.

 

Petrolio

Il petrolio WTI continua a oscillare tra incertezze legate alla forza della crescita economica globale e l’aumento dell’offerta da parte dell’OPEC. Recentemente, il petrolio ha formato un doppio minimo in area 55 dollari al barile, tentando ora di raggiungere l’area di resistenza a 64 dollari. In caso di rottura di questo livello, esistono concrete possibilità di ulteriori rialzi, con target potenziali compresi tra 66 e 68 dollari.

Il supporto principale si trova in area 61 dollari: una sua perdita potrebbe compromettere il trend attuale, aprendo la strada a nuove discese dei prezzi. Al momento, il mercato resta in attesa di segnali più chiari sulla domanda globale e sulle mosse future dell’OPEC.

 

Bitcoin ed Ethereum

Il mercato delle criptovalute continua a mostrare dinamiche interessanti, con Bitcoin ed Ethereum protagonisti di movimenti significativi. Bitcoin ha registrato una performance impressionante negli ultimi sette giorni, con un aumento di oltre il 13%.

Sarà fondamentale monitorare l’area dei 100.199 dollari, che corrisponde ai minimi precedenti e potrebbe rappresentare un livello critico per ulteriori ribassi. Il supporto si trova nel range compreso tra 93.607 e 95.642 dollari: solo una rottura al ribasso di questa fascia potrebbe compromettere il trend. La struttura attuale del mercato suggerisce una possibile fase di accumulazione per nuovi rialzi e potenziali massimi storici.

Ethereum ha anch’esso mostrato una forza significativa, registrando un rialzo superiore al 50%. Attualmente, i prezzi sono tornati a ridosso della resistenza annuale in area 2.913 dollari, livello in cui si era verificato un tentativo di breakout successivamente negato.

Per consolidare questa ripresa, sarà importante monitorare l’area a 2.913 dollari come possibile punto di stabilizzazione. Nel breve termine, il supporto chiave da osservare è quello in area 2.277 dollari: la sua tenuta potrebbe confermare la validità del movimento rialzista.

 

 

 

 

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