Il fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo con un valore di circa 2.000 miliardi di dollari, ha registrato un rendimento del 5,8% nel terzo trimestre del 2025, pari a un profitto di circa 103 miliardi di dollari.
A comunicarlo è stata Norges Bank Investment Management (NBIM), la società che gestisce il fondo per conto del popolo norvegese. L’istituzione ha attribuito la forte performance ai guadagni nei settori dei materiali di base, delle telecomunicazioni e dei servizi finanziari, oltre all’effetto trainante della corsa all’intelligenza artificiale, che continua a sostenere i titoli tech globali.
 
Focus su azioni, settore AI e Asia-Pacifico
Le partecipazioni azionarie, che rappresentano oltre i due terzi del portafoglio, hanno registrato un rendimento del 7,7%, mentre le obbligazioni si sono fermate all’1,4%. Gli investimenti in immobiliare e infrastrutture per l’energia rinnovabile hanno reso rispettivamente l’1,1% e lo 0,3%.
Il vice CEO di NBIM, Trond Grande, ha evidenziato l’andamento positivo dei mercati azionari dell’Asia-Pacifico, in particolare Giappone e Corea del Sud, dove si osservano miglioramenti nella governance societaria.
Grande ha riconosciuto la presenza di valutazioni elevate nei titoli legati all’AI, ma ha escluso che si possa parlare di una “bolla” vera e propria: “Vediamo prezzi alti, ma anche utili solidi. Il punto è capire chi saprà monetizzare meglio questa tecnologia.”
 
La struttura del fondo sovrano norvegese
Il fondo, ufficialmente chiamato Government Pension Fund Global, è stato istituito negli anni ’90 per investire gli utili derivanti dal petrolio e dal gas norvegese e garantirne i benefici alle generazioni future.
Oggi il fondo norvegese è investito in oltre 9.000 società in 70 Paesi, con una ripartizione del portafoglio pari al 71,2% in azioni, 26,6% in obbligazioni, 1,8% in immobili non quotati e 0,4% in infrastrutture energetiche rinnovabili.
Tra le principali partecipazioni del fondo figurano Meta Platforms, Alphabet, Amazon, Nvidia, Microsoft, JPMorgan, Walmart, Eli Lilly e Coca-Cola. Circa il 40% delle sue posizioni azionarie è concentrato negli Stati Uniti.