- Le elezioni americane non hanno ancora un vincitore certo, decisivi i voti per corrispondenza;
- Dopo una prima reazione negativa i mercati azionari si stabilizzano, acquisti sul Dollaro USA;
- L'affermazione dell'uno o l'altro candidato avrà effetti rilevanti sui rapporti con la Cina, il fisco e le infrastrutture
Si deciderà all'ultimo conteggio. Quello che alcuni sospettavano, cioè una riproposizione di quanto successe nel 2016, si sta almeno in gran parte materializzando. Donald Trump venderà cara la pelle fino alla fine e se dovesse decadere sarà solo per una manciata di voti. La conquista in rimonta di Florida, Georgia, Ohio e Texas ha riequilibrato una bilancia che i sondaggisti facevano pendere con troppa disinvoltura verso lo sfidante Joe Biden, che ora punta tutto sul Midwest.
Probabilmente saranno decisivi i voti per posta a cui hanno ricorso 65 milioni di americani, ma che potrebbero rappresentare una miccia pronta a esplodere se i Democratici dovessero avere la meglio. In tal caso il tycoon tirerebbe fuori a gran voce l'argomento dei brogli elettorali e farebbe finire la contesa di fronte alla Giustizia americana.
I mercati già da subito sono piombati nella totale incertezza, come dimostra l'apertura dei mercati di stamane, con le Borse europee tutte in rosso. Tuttavia, dopo i primi scambi le Piazze finanziarie sembrano essersi stabilizzate e ora virano al rialzo con i futures statunitensi che segnano +1,05%. Nella notte si è rafforzato il Dollaro USA, che ha guadagnato terreno nei confronti di tutte le principali valute.
Chi alla fine la spunterà determinerà un impatto nel Paese che avrà riflessi a lungo termine e che probabilmente cambierà la vita degli americani. Prendendo spunto da un'analisi di Dave Sekera, strategist di Morningstar Research Services, vediamo come potrebbe essere l'effetto su tre grandi temi che interessano il popolano statunitense: l'estero, il fisco e le infrastrutture.
USA-Cina: con una vittoria di Trump sarà guerra aperta
Secondo Sekera, qualunque sia l'esito elettorale tra USA e Cina sarà guerra aperta, la differenza la farà la diplomazia. Trump adotterà un atteggiamento più aggressivo e calcherà la mano con divieti e dazi, mentre un'Amministrazione democratica lascerà più spazio ai negoziati.
In entrambi i casi le due superpotenze continueranno a guardarsi con sospetto, con gli USA che cercheranno con ogni mezzo di affermare la propria supremazia tecnologica e di difendere la proprietà intellettuale. Di mezzo c'è il Covid-19 che dovrebbe essere un nemico comune ma che, a conti fatti, rischia di creare dipendenza degli Stati Uniti dalle forniture cinesi. Per questa ragione le aziende USA potrebbero cercare altre fonti di approvvigionamento magari più sicure.
Tasse: per le società tempi duri con un'affermazione di Biden
Se l'attuale inquilino alla Casa Bianca dovesse alla fine riconfermarsi probabilmente metterebbe ancora mano ai tagli fiscali alle aziende. Eventualità che verrebbe però mitigata se alla Camera dovessero prevalere i Democratici. La cosa cambierebbe radicalmente con Biden alla Presidenza degli Stati Uniti. In tal caso le imposte sulle società aumenterebbero inevitabilmente dal 21% al 28% e le valutazioni delle azioni subirebbero un mutamento anche rilevante.
A giudizio dello strategist infatti, un'azienda che opera sul mercato interno e che non sia devastata da un forte indebitamento, potrebbe flettere di circa il 7-8%. Minore sarebbe l'impatto sul settore bancario dove i riflessi negativi comporterebbero perdite dal 2% al 6%. Le società energetiche dovrebbero soffrire meno in quanto hanno la possibilità di scaricare sugli utenti le maggiori tasse imposte, attraverso un aumento delle bollette.
Infrastrutture: con Biden la spesa pubblica sarà verde
Le intenzioni dei due contendenti sono quelle di investire molto nelle infrastrutture delle Nazione. Tuttavia la differenza la farà il dove. Donald Trump sfrutterebbe la spesa pubblica per costruire autostrade, ponti e migliorare i trasporti nel modo più tradizionale. Joe Biden concentrerebbe maggiormente l'attenzione sull'efficienza energetica e sull'energia pulita. Il sogno democratico del resto è proprio quello ad esempio di trasformare gli immobili esistenti in edifici verdi.