Gli investimenti dell'Unione Europea nella difesa sono cresciuti a livelli record dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 e il parziale defilarsi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump dal sostegno al continente.
Secondo i dati del Consiglio europeo, nel 2024 la spesa complessiva dei Paesi membri ha raggiunto 343 miliardi di euro, segnando un aumento del 19% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un livello record per l’UE. Di questa cifra, oltre 106 miliardi sono stati destinati agli investimenti diretti, tra procurement di nuovi equipaggiamenti, ricerca e sviluppo e modernizzazione delle forze armate.
La quota più significativa riguarda il procurement di materiali e sistemi militari, che nel 2024 ha superato gli 88 miliardi di euro, registrando un incremento del 39% rispetto al 2023. In parallelo, la spesa per la ricerca e sviluppo difensiva ha toccato 13 miliardi di euro, con una previsione di crescita a 17 miliardi nel 2025, a testimonianza dell’attenzione crescente verso tecnologie avanzate e capacità innovative.
A livello comunitario, il bilancio UE 2021‑2027 prevede 8,8 miliardi di euro per l'European Defence Fund (EDF), dedicati a progetti di ricerca e sviluppo congiunti tra Stati membri, mentre il nuovo meccanismo SAFE (“Security Action for Europe”) punta a mobilitare fino a 150 miliardi di euro per l’acquisto di equipaggiamenti militari europei. Guardando più avanti, il piano di “Prontezza alla difesa” potrebbe portare, entro il 2030, a un ulteriore aumento degli investimenti fino a 800 miliardi di euro, rafforzando così le capacità dell’industria della difesa e la sicurezza comune.
Difesa: l’Europa punta sulle nuove tecnologie
I dati sopra esposti raccontano una storia chiara: l’Europa non solo sta aumentando i suoi budget militari, ma punta anche su innovazione, cooperazione e indipendenza strategica. La combinazione di spese record, investimenti in ricerca e iniziative comunitarie come EDF e SAFE mostra come l’UE stia cercando di costruire un sistema di difesa più solido e resiliente, capace di affrontare sfide future in un contesto geopolitico sempre più complesso.
In questo contesto, la spesa militare deve finanziare anche tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e il calcolo quantistico. Secondo Henna Virkkunen, commissario alla tecnologia e alla sicurezza dell’UE, queste tecnologie possono avere applicazioni militari. “È molto importante che l’Unione Europea sia sicura che il nostro settore della difesa diventi competitivo in futuro”, ha dichiarato al Financial Times. “Vogliamo ora incoraggiare gli Stati membri a investire una parte maggiore, il 10%, in queste tecnologie dirompenti”.
L’Europa cerca inoltre di ispirarsi all’esperienza dell’Ucraina, favorendo la connessione tra start-up deep-tech e produttori tradizionali di armi. “Dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, sono state create più di 230 start-up per la difesa nell’UE”, ha spiegato Virkkunen. “Per aiutarle a crescere, la Commissione lancerà un fondo da 1 miliardo di euro, sostenuto dalla Banca Europea degli Investimenti”.
Il campo di battaglia in Ucraina è diventato “un banco di prova per nuove tecnologie, offrendo lezioni all’UE su come accelerare i cicli di innovazione,” ha aggiunto. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dai prodotti sviluppati negli Stati Uniti e in Cina, recuperando un ritardo soprattutto nell’intelligenza artificiale generativa e nella robotica.