- Le stime dei danni per l'economia italiana non sono molto confortanti;
- Il G20 e il FMI sono pronti per politiche coordinate;
- I corsi azionari saranno probabilmente determinati dalle politiche messe in atto per affrontare la crisi
Dopo il rimbalzo di ieri, oggi su Piazza Affari e più in generale su tutti gli indici di Borsa del Vecchio Continente sono ritornate le vendite degli investitori. Vendite a piene mani, con cali superiori al 2%. A contribuire al clima pesante l'allargamento a macchia di leopardo del numero di contagi da Coronavirus che si stanno registrando in Europa, in Italia in primis. Di poco fa le dichiarazioni di Isabel Schnabel. Il membro del Comitato esecutivo della BCE è stato molto chiaro nell'esprimere la visione dell'Eurotower: la Banca centrale europea è "molto preoccupata" per la diffusione del coronavirus. In gioco vi sono infatti anche gli effetti positivi sull'economia reale delle politice monetarie espansive adottate negli ultimi anni.
Economia: l'epidemia farà danni seri?
Le ricadute sull'economia della diffusione del virus saranno probabilmente pesanti, da più parti però ci si interroga sull'entità del danno che subirà l'economia italiana in tutti i settori. Secondo il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, i settori del turismo, del commercio e dell'agricoltura subiranno delle perdite notevoli sia nel lungo che nel brevissimo termine in ragione del fatto che le regioni del Nord Italia che oggi vivono l'isolamento come Lombardia e Veneto, insieme all'Emilia Romagna, rappresentano il 40% del PIL nazionale. A questo proposito la Confcommercio quantifica in 5-7 miliardi il danno subito nel caso in cui l'agonia dovesse prolungarsi fino al mese di maggio. In particolar modo nel settore del turismo vi è stato un crollo delle prenotazioni per i viaggi pasquali in un segmento dell'economia che contribuisce per il 12% del PIL nazionale e che rappresenta in denaro qualcosa come 146 miliardi di euro. A Roma, città indubbiamente distante dal focolaio del Nord, si parla di cancellazioni delle prenotazioni superiori al 90% del totale.
Nel settore industriale la situazione non è da meno. Nelle zone dove vi sono i focolai ci sono 6 mila lavoratori metalmeccanici che hanno dovuto ridurre l'orario di lavoro con conseguenti danni evidenti sulla produttività. Nel comparto automobilistico la riduzione della fornitura di componenti auto dalla Cina ha fatto calare gli approvvigionamenti industriali e di riflesso si attende un calo generalizzato della produzione. Il conto salato arriverà tuttavia dall'export, che solo per l'area più interessata dal virus vale 138 miliardi di euro. Coldiretti stima che per i prodotti gastronomici verso la Cina ci sarà nel 2020 un calo dell'11,9% delle esportazioni. Nel settore della moda, le eccellenze italiane subiranno un contraccolpo importante. La Camera della Moda ha stimato perdite ben oltre quelle che si sono registrate nel mese di febbraio (-1,8%) per tutto il 2020.
Le contromisure per combattere gli effetti negativi sull'economia
All'ultimo G20 il governatore della Banca d'Italia, Iganzio Visco, ha dichiarato che il Pil nazionale calerà per più dello 0,2% su base annua e che è necessario intervenire a livello mondiale con delle politiche fiscali e di spesa per frenare la voragine creata dal diffondersi dell'epidemia di Covid-19. Nulla da dire, secondo Visco, sulla politica monetaria della BCE che continua a mostrarsi espansiva e che quindi prova a favorire la crescita. Il G20, sollecitato anche dalle parole del ministro dell'economia Gualtieri è pronto ad adottare misure economiche coordinate nel caso la crisi si aggravi. A questo fa seguito la dichiarazione del direttore generale del FMI, Kristalina Georgieva, che parla di una cooperazione mondiale per contenere gli effetti di una "tragedia umana". Il numero uno del FMI avverte anche che nel caso l'epidemia riesca ad essere contenuta non bisogna sottovalutare l'impatto che avrà sulla crescita in Cina e che si rifletterà sugli altri paesi, soprattutto quelli che hanno elevati livelli di debito.
Cosa dovremo aspettarci per i nostri investimenti?
E' indubbio che a livello globale la situazione non è sottovalutata e che in qualche modo si sta elaborando un piano per intervenire sui fondamentali che poi guideranno i corsi azionari, ma è altrettanto evidente che nel breve termine ci sia da fare i conti con l'alta volatilità con cui dovremo convivere sui mercati, almeno fino a quando non si conoscerà con esattezza l'entità del danno subito dalle nostre aziende. Probabilmente in questo caso non sarà più sufficiente l'apporto delle banche centrali per sostenere le borse, grazie ai quali i governi si sono un pò sentiti deresponsabilizzati, quindi forse l'efficacia degli interventi su indicati da parte degli organismi sovranazionali potrebbe influire in modo determinante nella direzione che gli indici azionari possano prendere nei prossimi mesi, se non anni.