Come sta andando (veramente) l'economia con Trump? | Investire.biz

Come sta andando (veramente) l'economia con Trump?

20 set 2025 - 09:00

Trump è alla Casa Bianca da otto mesi: com’è cambiata davvero l’economia americana? I dati raccontano una storia diversa da quella dei giornali

Donald Trump è tornato alla Casa Bianca da otto mesi e, in questo periodo, giornali e televisioni hanno commentato in modo incessante ogni mossa della nuova amministrazione. Ma al di là delle opinioni, delle polemiche e dei post su Twitter, come sta davvero andando l’economia americana da quando Trump è tornato al potere?

Per rispondere a questa domanda oggi non ci baseremo sulle interpretazioni dei media, ma sui dati concreti. Analizzeremo quindi gli indicatori economici principali degli Stati Uniti, raccolti da fonti ufficiali, per capire se la promessa di un’America economicamente più forte stia trovando riscontro nei numeri.

 

 

Crescita del PIL: un ritorno a buoni livelli

Il primo dato da osservare è il GDP (Gross Domestic Product), ovvero il prodotto interno lordo. L’ultimo aggiornamento disponibile, relativo al secondo trimestre 2025, mostra una crescita del 3,3%. Si tratta del secondo miglior risultato dal 2022, superato solo dal +4,4% registrato nel terzo trimestre 2023.

Il primo trimestre del 2025 era stato deludente, ma la ripresa immediata rappresenta un segnale incoraggiante. Questo dato indica che, complessivamente, la produzione di beni e servizi negli Stati Uniti sta andando bene e che l’economia ha ritrovato slancio.

 

Fonte: Tradingeconomics.com

 

Mercato del lavoro: disoccupazione bassa, ma segnali di fragilità

Altro indicatore fondamentale è il tasso di disoccupazione, che ad agosto 2025 si attesta al 4,3%. Un livello assolutamente positivo, soprattutto se confrontato con gli anni precedenti.

Durante la presidenza Obama e la successiva amministrazione Biden, in periodi di crescita economica, la disoccupazione era stata più alta, arrivando anche oltre il 5%. L’unica eccezione resta la parentesi drammatica del Covid-19, quando il tasso era schizzato al 15%.

 

Fonte: Tradingeconomics.com

 

Tuttavia, va rilevato che le Non-Farm Payrolls, cioè il saldo delle buste paga nei settori non agricoli, evidenzia una tendenza preoccupante: a giugno 2025 si è registrato un saldo negativo, mentre a luglio e agosto si è visto un recupero solo parziale, con appena 22.000 nuovi posti di lavoro nell’ultimo mese. È un chiaro segnale che il mercato del lavoro fatica a mantenere lo stesso ritmo di crescita del passato.

Questa difficoltà spiega perché Trump continui a insistere pubblicamente affinché la Federal Reserve abbassi i tassi di interesse, stimolando così consumi e investimenti, in particolare nel settore immobiliare.

 

Fonte: Tradingeconomics.com

 

Inflazione: sotto controllo

L’inflazione è il grande tema che preoccupa le Banche centrali di tutto il mondo. Negli Stati Uniti, ad agosto 2025, si colloca al 2,9%, non lontano dall’obiettivo di stabilità intorno al 2%.

Il dato è significativo perché risulta più basso rispetto alla media dell’era Biden, quando l’inflazione era salita fino a livelli molto superiori, soprattutto nella fase post-pandemica. Nell’estate 2024, ad esempio, era intorno al 3,3%.

In altre parole, l’inflazione è sotto controllo e contribuisce a consolidare la fiducia nella solidità della ripresa.

 

Fonte: Tradingeconomics.com

 

Settore manifatturiero e servizi: ottimismo crescente

Uno degli indicatori più interessanti è il Manufacturing PMI (Purchasing Managers’ Index), che misura il sentiment e l’attività delle imprese manifatturiere. Il dato attuale è di 53 punti, sopra la soglia dei 50 che separa la crescita dalla contrazione.

Il trend è positivo e indica che la produzione industriale sta migliorando rispetto al passato. Dopo i minimi del dicembre 2022 e del settembre 2024, il PMI ha intrapreso una traiettoria rialzista proprio dall’inizio del 2025, cioè con Trump alla Casa Bianca.

Lo stesso vale per il Services PMI, relativo al settore dei servizi. Da quando Trump si è insediato, l’indice non è mai sceso sotto quota 50, mantenendosi costantemente in territorio positivo. Dopo una lieve flessione tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, il trend è tornato in crescita, confermando la buona salute del comparto.

 

Fonte: Tradingeconomics.com

 

Fiducia dei consumatori: ancora bassa, ma in ripresa

Il Consumer Sentiment Index, elaborato dall’Università del Michigan, fotografa lo stato d’animo dei cittadini americani. Da inizio 2025, con l’arrivo di Trump, il livello di fiducia ha subito un calo, segnalando un certo pessimismo della popolazione.

Tuttavia, i valori attuali restano superiori ai minimi toccati nel giugno 2022, durante la presidenza Biden, e sembra esserci una inversione di tendenza. Se la discesa dei tassi di interesse dovesse effettivamente rilanciare il settore immobiliare e migliorare le condizioni del ceto medio, la fiducia dei consumatori potrebbe risalire sensibilmente.

 

Fonte: Tradingeconomics.com

 

Bilancia commerciale: inversione di tendenza

Uno dei punti più delicati riguarda la bilancia commerciale. Gli Stati Uniti importano tradizionalmente più di quanto esportino, generando un saldo negativo che da sempre irrita Trump.

Nel 2022, sotto Biden, il deficit commerciale aveva toccato un picco di 99 miliardi di dollari. Con l’arrivo di Trump, a inizio 2025, si è verificato un nuovo peggioramento, causato da una corsa agli acquisti dall’estero per anticipare i dazi minacciati dal nuovo presidente.

Da allora, però, i dati mostrano un graduale miglioramento: il deficit resta negativo, ma sta tornando su valori più gestibili. In questo senso, la politica di Trump per riportare parte della produzione sul suolo americano sembra iniziare a dare risultati, anche se serviranno ulteriori conferme nel medio-lungo termine. Se ricordate, ne avevamo già parlato in un articolo dedicato (I dazi di Trump: mossa vincente o errore fatale per l'economia USA?) perché si tratta di un tema davvero caro al Presidente USA.

 

Fonte: Tradingeconomics.com

 

Tassi di interesse e settore immobiliare: il vero nodo

I tassi di interesse sono oggi al 4,5% (o meglio, lo erano fino a due giorni fa) un livello elevato che scoraggia mutui e investimenti immobiliari. Non sorprende che Trump, imprenditore immobiliare di lunga data, consideri questo un punto cruciale.

Un segnale arriva proprio da un altro dato chiave: i permessi di costruzione (building permits). Ad agosto 2025 si sono fermati a 1,36 milioni, il livello più basso degli ultimi sette anni (al netto della parentesi Covid). Con tassi così alti, molte famiglie rinunciano o rinviano la costruzione o l’acquisto di una casa, bloccando un settore che ha tradizionalmente un forte effetto moltiplicatore sull’economia.

 

Fonte: Tradingeconomics.com

 

Proprio per questo, la recentissima decisione della Fed di ridurre i tassi dello 0,25% potrebbe rappresentare un primo passo verso la ripresa del comparto edilizio, con benefici indiretti anche sull’occupazione e sulla fiducia dei consumatori. Sul grafico vedete infatti la discesa dal 4,5 al 4,25%, cha infatti proprio ieri è stata molto apprezzata dai mercati.

 

Fonte: Tradingeconomics.com

 

Borse ai massimi storici

Sul fronte finanziario, l’indice S&P 500 si trova su livelli record. Questo riflette non solo la solidità delle grandi aziende americane, ma anche la fiducia degli investitori verso la politica economica in atto.

L’andamento delle Borse, pur non rappresentando l’economia reale nella sua interezza, resta un indicatore importante del sentiment dei mercati e della capacità di attrarre capitali.

 

 

Conclusioni: economia in salute, ma con nodi irrisolti

Guardando ai numeri, senza lasciarsi influenzare da opinioni o retorica politica, l’economia americana appare complessivamente in buona salute.

  • PIL in crescita al 3,3%

  • Disoccupazione contenuta al 4,3%

  • Inflazione sotto controllo al 2,9%

  • Manifattura e servizi in espansione

  • Bilancia commerciale ancora negativa ma in miglioramento

Restano però alcune criticità: la creazione di nuovi posti di lavoro rallenta, la fiducia dei consumatori è fragile e il settore immobiliare soffre a causa dei tassi elevati.

Se la recente politica monetaria più accomodante della Fed riuscirà a stimolare edilizia e occupazione, la classe media americana potrebbe tornare a beneficiarne in modo diretto, migliorando anche il sentiment complessivo.

Con le Borse ai massimi storici e un’economia che mostra segni di vitalità, Trump può vantare di aver rispettato, almeno in parte, le promesse fatte in campagna elettorale. Sarà interessante capire quali saranno le prossime mosse della Casa Bianca e come i dati economici continueranno a rispondere alle sue scelte.

 

 

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