La Cina alza il tetto agli investimenti esteri. Secondo quanto riportato dalla SAFE (
State Administration of Foreign Exchange), il "cap" agli investimenti esteri degli operatori istituzionali qualificati dalla fine di maggio è stato fissato a
167,8 miliardi di dollari, dai 165,5 miliardi di dollari precedenti. Si tratta del
primo aumento dal luglio scorso.
I fondi che soddisfano determinate condizioni quindi possono investire maggiormente in titoli esteri nei limiti della quota prescritta. Ciò arriva dopo che la Cina aveva sospeso il programma di espansione in modo da frenare il deflusso di capitali e allentare la pressione sullo yuan. Proprio la debolezza della moneta cinese spingeva molti investitori a cercare opportunità all'estero mettendo in difficoltà anche la Banca centrale nella politica di mantenere un equilibrio rispetto al dollaro USA.
Cina: quali effetti sui mercati finanziari dell'aumento del tetto
Il primo effetto delle misure adottate da Pechino potrebbe essere di una
fuga di capitali incoraggiata dalla debolezza valutaria. Per via della divergenza di politica monetaria tra la Federal Reserve e la
People's Bank of China - la prima restrittiva, la seconda accomodante - si è allargato lo spread di tassi di interesse tra USA e Cina, il che ha determinato un rafforzamento del dollaro in confronto allo yuan. Le condizioni quindi sembrano ora
favorire l'investimento in asset denominati in dollari a scapito di quelli in yuan.
"Quest'anno c'è un entusiasmo relativamente alto per gli investimenti nei mercati esteri", ha affermato Zhu Zhenxin, capo economista di Asymptote Investment Research. Tuttavia, "attualmente la pressione sullo yuan non è significativa. La valuta potrebbe subire un certo deprezzamento nel breve termine, ma nel complesso si prevede che si stabilizzerà in futuro", ha aggiunto l'esperto.
Un altro effetto da tenere in considerazione riguarda il mercato azionario. Quest'anno le azioni cinesi onshore si sono riprese dopo un triennio da incubo, ma gli indici stanno ancora sottoperformando le controparti offshore a causa di una ripresa macroeconomica del Paese balbettante. Il rischio è che l'aumento del tetto agli investimenti in titoli esteri possa causare pressione alle Borse cinesi. Non è però di questo avviso Xiaojia Zhi, economista del Credit Agricole, che considera tale aumento come "molto piccolo rispetto alla domanda di investimenti esteri". A suo giudizio, la mossa di Pechino serve più che altro come "gesto politico per mostrare un'ulteriore apertura verso i capitali all'estero".
Azioni cinesi: sono ancora un'opportunità?
Se l'aumento del tetto agli investimenti esteri non porterà a un deflusso consistente di capitali, ci si chiede se investire nelle azioni cinesi sia una strategia vincente. Secondo Wenli Zheng, gestore del fondo China Evolution Equity di T. Rowe Price, ci sono due ragioni per cui la Cina è ancora un'opportunità.
La prima attiene ai dividendi e ai riacquisti azionari. Rispetto al 2019, le remunerazioni per gli azionisti delle aziende cinesi quotate a Hong Kong e negli Stati Uniti sono aumentate di oltre il 30%. "Il miglioramento dei ricavi per i soci rappresenta uno sviluppo positivo per la rivalutazione e la realizzazione di valore", ha detto Zheng. "Per aziende statali come quelle dell’energia o delle telecomunicazioni, gli stacchi di cedola verranno cioè supportati dalla stabilità dei flussi di cassa e dalla riduzione delle spese in conto capitale. Non solo: la crescita del 130% registrata tra il 2022 e il 2023 dai dividendi delle compagnie internet dimostra come anche il settore privato sia interessato dal fenomeno", ha aggiunto.
La seconda motivazione sta nelle valutazioni interessanti dei settori tradizionali, in armonia con i fondamentali delle aziende. Zheng osserva come l'immobiliare abbia sostenuto una contrazione profonda per la crisi terribile che sta vivendo, l'economia sostenibile abbia dovuto affrontare un rallentamento per una maggiore concorrenza e una temporanea sovraccapacità, e le grandi società di consumo abbiano registrato un calo della crescita. Ciò nonostante, le difficoltà che le aziende stanno affrontando "sono ben note e quindi dovrebbero essere ampiamente scontate nelle attuali valutazioni". Ciò aprirebbe le porte per occasioni interessanti.