La scarsità di semiconduttori sta tormentando il mercato dell'approvvigionamento, creando non pochi problemi nella catena produttiva delle grandi aziende in svariati settori. In particolar modo il comparto automobilistico si trova a fare i conti con una domanda in continua crescita delle auto e un'offerta forzatamente ridotta, con alcune società che hanno dovuto chiudere gli stabilimenti.
Tutto questo ha generato quell'inflazione "cattiva" figlia di squilibri di mercato scaturiti da una carenza dell'offerta, che finisce per riflettersi pesantemente sui consumatori. La faccenda non è di facile risoluzione, secondo alcuni ci potrebbero volere anni prima di uscire dallo stallo.
Ad ogni modo, imprese e istituzioni stanno studiando tutte le modalità affinché si possa aumentare la produzione di chip e colmare quel gap che sta destabilizzando il mercato. Tesla ad esempio ha paventato l'ipotesi di pagare in anticipo per assicurarsi le forniture, oltre al fatto di esplorare la possibilità di acquistare un impianto di produzione di semiconduttori.
Carenza di chip: ecco il piano Biden
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden metterà in piedi in proposito una task force guidata dal Segretario al Commercio Gina Raimondo, dal Segretario ai Trasporti Pete Buttigieg e dal Segretario dell'Agricoltura Tom Vilsack, con lo scopo di trovare una soluzione per le interruzioni della catena di approvvigionamento che riguardano anche i semiconduttori. Su questi ultimi il piano prevede non solo di affrontare il problema nell'immediato, ma anche di prevenire e fronteggiare eventuali carenze nei prossimi anni.
I punti critici riguardano soprattutto la necessità degli Stati Uniti di investire sulla propria capacità produttiva e di ridurre la dipendenza da fornitori esterni, primo tra tutti la Cina. Per fare questo, il Dipartimento del Commercio proverà a imbastire un trade d'unione informativo efficace tra produttori, fornitori e consumatori finali di chip.
Tutto ciò sarà accompagnato da uno stanziamento di 50 miliardi di dollari per finanziare la ricerca e la produzione di semiconduttori in territorio statunitense. Questo rientra in un più ampio disegno di legge che sarà passato al vaglio del Senato.
Carenza di chip: l'allarme lanciato da Bosch
In Europa la situazione è ancora in una fase di stallo totale, sebbene l'Unione Europea abbia stanziato una parte del Recovery Plan da 750 miliardi di euro per rafforzare le capacità di progettazione e produzione di semiconduttori in territorio europeo.
Negli ultimi giorni sul tema l'allarme è stato lanciato da Bosch Automotive, il più grande fornitore per auto nel Vecchio Continente. Il colosso tedesco dei ricambi e accessori ha messo in guardia le case automobilistiche circa la necessità di investire denaro e di assumere un impegno costante nel tempo per evitare il ripetersi in futuro di situazioni come quella attuale.
Harald Krüger, membro del Consiglio di Amministrazione del gruppo ed ex membro del CdA di Tesla, ha dichiarato che le auto moderne ormai usano chip per alimentare qualunque cosa, dai sensori di parcheggio ai sistemi di controllo del motore, pertanto le aziende non possono più permettersi di prendere decisioni all'ultimo momento in base a come va la domanda.
Occorre insomma una pianificazione, ancor più che l'industria automobilistica si troverà costretta a tagliare la produzione di 1 milione di auto rispetto a quanto previsto, proprio per tale condizione contingente. Dal canto suo la stessa Bosch ha inaugurato un nuovo impianto che produrrà chip su wafer da 300 mm a Dresda. La fabbrica è costata circa 1 miliardo di euro e rappresenta il più grande investimento di tutta la storia della società tedesca.