Gli investitori di tutto il mondo prestano la massima attenzione ai dati rilasciati periodicamente dal Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti. Questo istituto svolge una funzione molto importante, realizzando la sua missione attraverso il lavoro di oltre 2 mila collaboratori federali presso la sede centrale, in sei uffici regionali e in località di tutto il territorio statunitense.
Dal tasso di inflazione ai dati sul mercato del lavoro, sono molte le informazioni che è possibile trarre dalle sue pubblicazioni. Vediamo quindi di seguito cos'è è quali sono le funzioni del Bureau of Labor Statistics, come è organizzato e l'importanza che riveste.
Bureau of Labor Statistics: cos'è e caratteristiche
Il Bureau of Labor Statistics è un organo che misura periodicamente l'attività del mercato del lavoro, le condizioni di lavoro, le variazioni dei prezzi e la produttività nell'economia negli Stati Uniti in modo da fornire supporto al processo decisionale pubblico e privato. Per fare questo si avvale della collaborazione di economisti, statistici, ricercatori, esperti di tecnologia dell'informazione, data scientist e professionisti in vari settori. In tale contesto, l'istituto ha stabilito partnership con governi statali e locali, agenzie statistiche federali e fornitori privati per la raccolta dei dati e i servizi a essi connessi.
Il Bureau of Labor Statistics è un'agenzia del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti che si pone come obiettivo fondamentale quello di favorire, promuovere e sviluppare condizioni economiche migliori per i lavoratori, le persone in cerca di lavoro e i pensionati. Ad ogni modo, è un organo indipendente, in modo che i dati e le analisi rilasciate siano assolutamente obiettivi e scevri da ogni tipo di influenza. Questo si inquadra nel sistema decentralizzato della statistica negli Stati Uniti, dove all'interno dei vari dipartimenti vi sono agenzie separate.
Bureau of Labor Statistics: i dati rilasciati
I dati rilasciati dal Bureau of Labor Statistics con cadenza periodica sono molti. Vediamo di seguito nel dettaglio quali sono i più importanti:
L'indice dei prezzi al consumo (CPI)
Il Consumer Price Index (CPI) o indice dei prezzi al consumo esprime la variazione media nel tempo dei prezzi pagati dai consumatori per un paniere di beni e servizi. In sostanza, misura l'inflazione negli Stati Uniti su base mensile e annuale. Il CPI è utilizzato come:
- indicatore economico, perché fornisce informazioni della variazione dei prezzi nell'economia al governo, alle imprese, ai lavoratori e ai cittadini privati, servendo come guida nelle decisioni economiche. Tra l'altro il governo sfrutta le tendenze del CPI per formulare le sue politiche fiscali, mentre la Federal Reserve le utilizza per le politiche monetarie;
- deflatore di altre serie economiche, dal momento che queste vengono adeguate alle variazioni di prezzo. Tra queste serie vi sono le vendite al dettaglio, le retribuzioni orarie e settimanali e le componenti dei conti nazionali del reddito e dei prodotti;
- mezzo di aggiustamento dei valori in dollari, ossia il CPI è spesso utilizzato per adeguare i pagamenti del reddito dei consumatori, adeguare i livelli di ammissibilità al reddito per l'assistenza governativa, e fornire automaticamente adeguamenti salariali al costo della vita.
L'indice dei prezzi alla produzione (PPI)
Il Producer Price Index (PPI) o indice dei prezzi alla produzione misura la variazione media nel tempo dei prezzi di vendita ricevuti dai produttori nazionali di beni e servizi. La differenza rispetto al CPI è che la variazione dei prezzi non è riferita ai consumatori ma ai produttori. I prezzi nei due casi possono variare per via di sussidi governativi, imposte sulle vendite, accise e costi di distribuzione.
Oltre che come indicatore economico e deflatore di altre serie economiche, il PPI può essere utilizzato come base per l'escalation dei contratti. Ciò significa che il prezzo di un prodotto finale può subire delle variazioni più intense nel tempo sulla base degli aumenti dei fattori produttivi. Ad esempio, un contratto a lungo termine per il pane può essere condizionato dalle variazioni dei prezzi del grano applicando la variazione percentuale del PPI per il grano al prezzo contrattuale per il pane.
L'occupazione
Le letture sull'occupazione americana sono tra le più seguite da economisti e investitori. Il primo venerdì di ogni mese, di norma, il Bureau of Labor Statistics pubblica alcuni dati attinenti la forza lavoro degli Stati Uniti, quali:
- l'indice Nonfarm Payrolls, che si riferisce ai salariati dei settori non agricoli, che rappresentano circa l'80% dei lavoratori americani. Questo parametro misura la quantità di nuovi occupati creati nell'ultimo mese;
- il tasso di disoccupazione, che misura il rapporto percentuale tra la popolazione alla ricerca di un lavoro e la forza lavoro totale;
- la retribuzione oraria media, che esprime l'inflazione del costo della manodopera e fornisce una indicazione del reddito personale degli individui nel mese di riferimento.
Un po' di storia
Il Bureau of Labor Statistics fu istituito dal Dipartimento degli Interni nel 1884 e divenne quattro anni più tardi un ufficio indipendente fino al 1903, quando fu incorporato nel Dipartimento del Commercio e del lavoro. Dieci anni più tardi venne creato il Department of Labor e l'agenzia fu trasferita in tale dipartimento. Quell'anno iniziarono la pubblicazione degli indici dei prezzi al consumo e i primi studi mensili sull'occupazione e sui salari.
Nel 1940 invece furono condotti gli studi sulla produzione industriale. Mentre tra il 1947 e il 1948 furono prodotte in serie le prime misure annuali della produzione oraria, la pubblicazione del primo rapporto sulle interruzioni del lavoro e la pubblicazione di accordi di contrattazione collettiva.
Nel 1959 avvenne la pubblicazione dei primi indici di produttività del lavoro per il totale dei settori delle imprese private e private non agricole. Nel 1966 il Bureau of Labor Statistics produsse le prime proiezioni della forza lavoro, della produzione e dell'occupazione industriale, nonché delle opportunità di lavoro. Mentre nel 1976 iniziò con l'Indice del costo del lavoro.
Nel 1996 cominciò a raccogliere i dati sui salari occupazionali e sull'occupazione professionale per ogni Stato. Nel 2014 adoperò le tecniche dell'intelligenza artificiale per l'automatizzazione dei dati in merito all'indagine sugli infortuni e sulle malattie professionali. Cinque anni più tardi effettuò una modifica sull'aggiornamento delle proiezioni sull'occupazione: ogni anno invece che ogni 2 anni.
L'avvento della pandemia nel 2020 fece apportare alcune novità, come l'introduzione di nuove domande di indagine per esaminare l'effetto della pandemia sull'attività del mercato del lavoro, nuove indagini sulle imprese in merito alle modifiche apportate dalle loro operazioni e alle loro politiche in materia di congedo per malattia, nuovi metodi per garantire che i dati sulla produttività riflettessero i rapidi cambiamenti nell'occupazione all'inizio della pandemia, e infine informazioni critiche sui casi di virus respiratorio segnalati dal datore di lavoro.