Borse: la Fed sfiderà davvero il coronavirus? | Investire.biz

Borse: la Fed sfiderà davvero il coronavirus?

14 feb 2020 - 09:31

05 dic 2022 - 15:05

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Si allenta la diffusione dell'epidemia, ma l'allerta rimane altissima. Forti preoccupazioni per il turismo e i riflessi sull'economia. La Fed come scenderà in campo?

  • Diminuiscono i contagi del coronavirus, ma i dati sul turismo sono preoccupanti, Airbnb sospende le prenotazioni;
  • I beni rifugio continuano ad essere richiesti nonostante le quotazioni azionarie si mantegono a livelli alti. La Fed potrebbe ridurre nei prossimi mesi la liquidità sui REPO;
  • L'Italia rallenta e le prospettive future non sono rosee, lo ha confermato ad Assionforex il governatore di Bankitalia Visco.

 

Gli ultimi aggiornamenti, allarme turismo

Il bollettino di ieri sembra leggermente più incoraggiante, 4.400 nuovi contagi cioè meno della metà di quanto successo il giorno antecedente ma che comunque fanno incrementare la cifra dell'infezione a 63.580 casi, con 1.380 morti. Anche nella nave da crociera tenuta bloccata in Giappone si cominciano a far sbarcare alcuni passeggeri una volta superato il periodo di incubazione senza che si siano ravvisati segnali dell'epidemia, così come in Italia 20 turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani sono stati dimessi.


Nel frattempo Airbnb ha comunicato che la sospensione delle prenotazioni in Cina verrà prolungata fino al mese di maggio, con il rimborso per i passeggeri che avevano già effettuato le prenotazioni dei voli. La perdita per la compagnia specializzata nei viaggi per effetto del coronavirus è stata considerevole, secondo il Wall Street Journal, il ché con ogni probabilità porterà l'azienda a rinviare la sua quotazione in borsa.


Tutto il mondo del turismo comunque ne è colpito, si registrano cancellazioni di voli verso e dalla Cina da Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti. Demoskopika, azienda specializzata nei sondaggi, prevede che il danno per il turismo quest'anno ammonti a oltre 4 miliardi di dollari, peggio di quanto successe nel 2003 con la Sars.

Il coronavirus e i mercati

Il lieve rallentamento della malattia mette sempre in allerta i mercati finanziari che non dimenticano che nell'epicentro della diffusione del virus vi è una città, quella di Hubei, letteralmente paralizzata. Il riflesso maggiore lo si ha in quei beni rifugio come il franco svizzero che è pressato dal mercato sul supporto d'acciaio di 1,06 rispetto all'euro, la cui rottura decisa potrebbe aprire degli scenari inquietanti per il cross e come l'oro che si mantiene su livelli alti, quasi a ridosso di 1.600 dollari l'oncia. E le borse? Per il momento i mercati azionari non ne stanno risentendo più di tanto, ma il pericolo che la situazione sfugga di mano è sempre dietro l'angolo e sarà probabilmente Wall Street che calamiterà tutte le borse in una direzione o nell'altra.

Cosa farà la Fed?

Nell'ultima audizione di Powell alla Camera è stato comunicato che la banca centrale è intenzionata a ridurre le operazioni di pronti contro termine che h messo finora in atto per favorire il sistema interbancario di breve, ma gli ultimi dati però ci dicono che la richiesta di liquidità è ancora molto alta e nel mese di marzo, in cui la malattia probabilmente raggiungerà il livello di maggiore criticità, un calo dell'attenzione in tal senso della Fed potrebbe risultare esiziale per le quotazioni azionarie vista la correlazione stretta tra le borse e le operazioni REPO dell'istituto centrale.
Ci sarà inoltre da valutare tutto il discorso legato ai Leveraged Loans di cui gli investitori istituzionali se ne stanno liberando convintamente. Sarà la presenza della Fed fondamentale per impedire che il deflusso possa destabilizzare il sistema della liquidità sui mercati e creare turbolenza negli indici azionari? Lo snodo di questi punti ci dirà con una certa attendibilità se i prezzi saranno sostenuti ancora per lungo tempo oppure si verrà a creare maggiore equilibrio tra le quotazioni dei beni rifugio e quella dei titoli azionari.

La situazione italiana e le preoccupazioni di Visco

Il governatore di Bankitalia non ha fatto a meno di esprimere le sue preoccupazioni durante il convegno tenutosi in questi giorni ad Assiomforex. Il peso della Cina sull'economia mondiale e quindi anche italiana è troppo rilevante oggi perché un forte rallentamento dell'economia di Pechino non si rifletta in maniera drammatica sulle nostre imprese. La paura del virus, stando alle parole di Visco, limiterebbe i viaggi e i movimenti delle persone, il ché spingerebbe verso una sorta di deglobalizzazione con un calo generalizzato delle domanda. Gli ultimi dati sul PIL dell'economia italiana non sono affatto incoraggianti e, di riflesso, anche il sistema bancario ne potrebbe risentire soprattutto nel comparto legato agli istituti di credito di media e piccola dimensione che hanno più difficile accesso al mercato dei capitali per rafforzare i bilanci con lo scopo di contenere i costi. Intanto però il FTSE MIB continua la marcia verso nuovi record, ma se la situazione dovesse prendere la piega descritta dal governatore ci si chiede se non sia il caso di cominciare ad avvistare il punto di arrivo.

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