Molto attesi, i risultati elettorali in India hanno lasciato con l'amaro in bocca a quanti contavano su una vittoria stellare di Narendra Modi e su una conseguente impennata delle azioni indiane. Nell'ultima seduta l'indice BSE Sensex ha chiuso con un guadagno del 3,20%, dopo un tracollo del 5,74% del giorno prima. Il rimbalzo è stato innescato dalla decisione del Bharatiya Janata Party (BJP) di garantire il sostegno all'esecutivo.
Lo spoglio dei voti terminato nella notte ha riportato la perdita della maggioranza alla Camera Bassa del BJP per la prima volta dal 2014, dopo che il partito ha ottenuto soltanto 240 seggi su 543. Si tratta di un esito davvero deludente, considerato che Modi e il suo partito puntavano alla vigilia ad almeno 400 seggi e che nelle elezioni del 2019 avevano ottenuto 303 seggi. Il partito di governo rimane il più grande, ma per governare avrà bisogno delle forze minori dentro l'Alleanza Democratica Nazionale: il Partito Telugu Desam, un attore regionale chiave nello stato meridionale dell'Andhra Pradesh; e il Janata Dal (United), che governa lo stato settentrionale del Bihar. Con 53 seggi conquistati dai partiti più piccoli, la coalizione di Modi raggiunge un totale di 293 seggi. Il primo ministro presterà giuramento l'8 giugno.
Azioni indiane: ecco cosa potrebbe succedere ora dopo le elezioni
Gli investitori si cullavano sul fatto che Modi avrebbe vinto le elezioni con maggioranze quasi bulgare e avrebbe continuato tranquillamente le riforme e i grandi investimenti che hanno fatto così bene all'economia e alla Borsa indiana durante i precedenti mandati. La Borsa, in particolare, è stata la regina di tutti i mercati azionari negli ultimi otto anni, registrando sempre performance positive. Cosa significa ora per le azioni indiane questa battuta d'arresto? Modi avrà sempre la maggioranza per mettere in campo le sue azioni politiche, ma essa sarà più risicata e traballante, e questo potrebbe trasmettere più insicurezza e incertezza al mercato.
Secondo gli analisti di Goldman Sachs, anche con una maggioranza ridotta, la stabilità macroeconomica non verrà compromessa. Tuttavia, "un mandato più debole renderebbe più difficile l'attuazione di cambiamenti strutturali, come le riforme agrarie per favorire la crescita del settore manifatturiero e le riforme del settore agricolo per migliorare la crescita della produttività agricola”.
L'agenzia di rating Fitch evita di sollevare allarmismi dopo il verdetto elettorale. "Ci aspettiamo che persista un'ampia continuità politica, con il governo che mantiene la sua attenzione sulla spinta in conto capitale, sulle misure di facilità di fare affari e sul graduale consolidamento fiscale", ha detto.
Arnab Das, global market strategist di Invesco a Londra, invece ha affermato che "probabilmente c'è ancora un punto debole per i mercati e le aspettative di riforma", aggiungendo che il risultato delle urne "potrebbe rendere più difficile la liberalizzazione del mercato del lavoro e del mercato fondiario".
Le azioni indiane insomma rischiano di andare sotto pressione, come riflesso dell'impatto dell'esito elettorale sull'economia. Non è escluso che a questo punto bisognerà fare una cernita e scegliere quelle che si adeguano meglio ai cambiamenti che il nuovo contesto politico ed economico impone. Alcuni broker stanno ora consigliando agli investitori di stare alla larga dai grandi protagonisti del mercato nell'ultimo anno, ossia le società statali e i beni strumentali. Al contrario, stanno diventando rialzisti sui beni di consumo.