Automotive: ecco quali impatti dalle politiche di Trump | Investire.biz

Automotive: ecco quali impatti dalle politiche di Trump

22 gen 2025 - 07:00

22 gen 2025 - 08:56

Il settore dell'automotive potrebbe essere messo sotto pressione dalle misure del presidente USA Trump sui crediti di imposta e sui dazi. Ecco quali saranno gli effetti

Il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump potrebbe infliggere un colpo pesante al settore dell'automotive attraverso una serie di misure destinate a mettere sotto pressione le principali case automobilistiche mondiali. Nel suo discorso durante l'inaugurazione della presidenza alla Casa Bianca, il leader repubblicano ha annunciato l'intenzione di mettere fine ai crediti di imposta da 7.500 dollari introdotti dall'amministrazione Biden per l'acquisto di auto elettriche.
 
Questo si coniuga con l'indirizzo che Trump vuole dare in merito alla transizione energetica. Il tycoon intende puntare ancora sui combustibili fossili per garantire la sicurezza energetica alla nazione e mettere gli USA in una posizione di forza rispetto agli altri Paesi.
 
Secondo gli analisti di Wells Fargo, una legislazione che rimuove i crediti di imposta potrebbe arrivare entro maggio. La banca americana prevede che entro il Memorial Day del 26 maggio, ci saranno uno o due disegni di legge, con la possibilità che i crediti finiscano di essere attivi poco dopo senza un periodo di grazia. In questo scenario, Well Fargo vede Tesla e General Motors tra le case automobilistiche più colpite, dal momento che la maggior parte dei loro modelli è idonea a ricevere i crediti.  
 
 

Automotive: cosa significano i dazi a Messico e Canada

L'automotive potrebbe essere messo in subbuglio da Trump anche con l'entrata in vigore dei dazi annunciati per febbraio a Messico e Canada. I due partners degli Stati Uniti saranno assoggettati a tariffe del 25% per i beni che esportano in territorio americano. Fino ad oggi, un accordo di libero scambio tra USA, Messico e Canada ha permesso a diversi produttori di fabbricare auto laddove i costi sono più bassi.
 
Quasi tutte le principali case automobilistiche hanno almeno uno stabilimento in Messico. Wells Fargo ha citato General Motors e Stellantis come due delle aziende particolarmente esposte agli  Estados Unidos Mexicanos e, di conseguenza, dazi del 25% metterebbero a rischio i guadagni.
 
Nei giorni scorsi, il presidente di Stellantis John Elkann ha incontrato Donald Trump per discutere della vicenda. La casa automobilistica italo-francese gestisce due stabilimenti di assemblaggio in Messico: Saltillo, che produce pick-up e furgoni Ram, e Toluca, per il Suv medio Jeep Compass. In Canada, invece, ha due siti in Ontario, a Windsor, dove produce modelli Chrysler, e a Brampton, per la fabbricazione di Jeep. Inoltre, l'azienda importa circa il 40% dei veicoli che poi vende negli Stati Uniti.
 
Tuttavia, Stellantis ha affermato di essere ben posizionata per adattarsi ai cambiamenti derivanti dalle scelte dell'amministrazione Trump. Anzi, in una nota ha affermato che vede in maniera positiva le politiche che sostengono una base manifatturiera robusta e competitiva negli Stati Uniti.
 
 
 

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