11 settembre 2001: l'attentato che ha cambiato il mondo | Investire.biz

11 settembre 2001: l'attentato che ha cambiato il mondo

11 set 2020 - 07:15

06 dic 2022 - 09:36

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Una giornata da incubo. Il più violento attacco terroristico che l'America ha subito nella sua storia. Ripercorriamo quei momenti raccontando cosa successe sui mercati

Molti di quelli che sono presenti quel giorno hanno ancora davanti agli occhi le immagini delle persone intrappolate all'interno degli edifici delle Torri Gemelle, mentre sventolano i fazzoletti bianchi alla ricerca di un aiuto disperato che mai arriverà. Le fiamme che si avvicinano e un palazzo che sta cadendo in pezzi non fanno più desistere: l'ultimo inevitabile salto nel vuoto dai piani alti del grattacielo, ad occhi chiusi, senza pensare al gesto inconsulto. La crudeltà di quell'orrore fotografa una situazione che definirla un incubo potrebbe sembrare addirittura un semplice esercizio dialettico.

Ma cosa successe? Sono le 8:46 di un normale mattino di fine estate, quando un primo aereo di linea si schianta contro la Torre Nord del World Trade Center. Passano appena sette minuti e un secondo velivolo arriva nell'altra Torre gemella. La scena che ne segue è apocalittica, gli edifici bruciano e piano piano la struttura precipita. Alle 9:37 un altro attacco aereo è rivolto verso il Pentagono, mentre alle 10:03 un quarto jet va a finire in un campo poco distante.

Quattro attacchi terroristici in serie da parte di Al Qaeda agli Stati Uniti d'America, con i dirottatori che si impadroniscono della cabina di pilotaggio squartando i piloti di linea e prendendo in ostaggio i passeggeri. Il quarto aereo non centra l'obiettivo programmato perché alcuni passeggeri cercano disperatamente di ribellarsi ai terroristi. Alla fine i morti saranno circa 3.000, ma molti altri saranno coloro che si porteranno negli anni le conseguenze fisiche e psicologiche dello shock provato.

 

11 settembre 2001: la reazione dei mercati

La Borsa americana è paralizzata. Il New York Stock Exchange viene immediatamente evacuato al diffondersi della notizia del primo attentato e le contrattazioni non vengono avviate. A Londra gli scambi sono sospesi, mentre a Milano l'attività va avanti, così come in Sud America. A mano a mano che si capisce la gravità della situazione gli investitori cominciano a vendere a mani basse, soprattutto quando risulta evidente la matrice terroristica degli attentati.

A fine giornata Piazza Affari cede il -7,57%, l'indice di Borsa Bovespa il -9,2%, mentre le perdite in Argentina (-5,2%) e in Messico (-5,6%) sono più contenute. Il giorno successivo, la seduta in tutte le Piazze finanziarie internazionali si svolge all'insegna del panico. Fioccano le vendite: Francoforte sprofonda dell'8,5%, Londra affonda del 5,7% e Madrid crolla dell'4,6%. Il NYSE rimane chiuso per cinque giorni e alla riapertura si inabissa con un -7%.

In particolare crollano l'American Airlines e la United Airlines che bruciano il 40% ciascuna. Entrambe rappresentano le compagnie aeree i cui velivoli sono stati utilizzati dai terroristi per compiere gli attentati. Ovviamente un pò tutto il settore del trasporto aereo viene colpito da vendite violente. Le società devono rimborsare una valanga di biglietti aerei per via del blocco dei voli e alcune compagnie vedono addirittura lo spettro della bancarotta.

Il Dollaro USA viene preso di mira dai trader del mercato valutario e perde terreno nei confronti dell'Euro, della Sterlina e soprattutto dello Yen che in situazioni di trambusto rappresenta anche un bene rifugio. A questo proposito gli investitori si dirigono verso l'altro bene rifugio per eccellenza: l'oro. Le quotazioni del metallo giallo infatti s'impennano del 6% e la stessa sorte tocca al petrolio nel mercato delle materie prime. La FED decide di correre ai ripari per arginare l'effetto panico e inietta per tre giorni consecutivi liquidità per 100 miliardi di dollari al giorno.

 

11 settembre 2001: gli strani movimenti finanziari dei giorni precedenti

Qualcosa di strano succede tra il 26 agosto e l'10 settembre 2001. La SEC individua un gruppo di speculatori israeliani che shortano 38 differenti azioni che dopo l'attentato giorno crollano violentemente. Tra le società coinvolte diverse compagnie aeree, assicurative e banche d'affari. In particolar modo qualcuno compra opzioni put su 2.075 azioni della United Airlines il 6 settembre e su 2.282 azioni dell'American Airlines il 10 settembre. Gli speculatori operano sui mercati azionari di Toronto e Francoforte, avvalendosi di società partner. I guadagni alla fine saranno di circa 22 milioni di dollari.

La CIA, che monitora tramite il software Promis gli anomali movimenti di Borsa, chiede a Londra di indagare sulla questione già alcuni giorni prima l'attentato. Gli investigatori hanno sempre mantenuto il massimo riserbo sulla questione e, secondo alcuni, questo può essere interpretato in un modo: le operazioni di Borsa sono state condotte dai terroristi e qualcuno a conoscenza della tragedia che sta per compiersi ha taciuto in cambio di ingenti benefici economici.

Nonostante il silenzio, le indagini comunque vanno avanti, condotte da FBI, SEC e DOJ. E non si limitano solo agli USA, ma coinvolgono anche il Giappone, la Germania, l'Inghilterra, la Francia, la Svizzera, Hong Kong, il Lussemburgo e la Spagna. Sullo sfondo dell'inchiesta il forte sospetto di insider trading, parola che fino a quel momento non è mai stata utilizzata dagli investigatori.

 

11 settembre 2011: le conseguenze

Le conseguenze di quel disastro sono sotto gli occhi di tutti. La domanda di viaggi diminuisce e la cosa ha conseguenze negative anche sul settore turistico, soprattutto per quello statunitense. Anche la sicurezza subisce un cambiamento epocale dopo l’11 settembre: non solo gli USA ma il mondo intero inizia a investire più soldi per rafforzare le proprie difese.

Ovviamente le conseguenze economiche maggiori emergono a New York, dove negli ultimi tre mesi del 2001 e per tutto il 2002 il PIL crolla di 30,3 miliardi di dollari. A intervenire è il Governo federale che fornisce immediata assistenza alla città con 11,2 miliardi nel mese di settembre e con altri 10,5 miliardi a gennaio per lo sviluppo e la ricostruzione delle infrastrutture.

Ultime tra le conseguenze economiche dell’11 settembre sono le guerre dichiarate dall'America all’Afghanistan e all’Iraq: entrambi i conflitti sono costati ben 5 bilioni di dollari e hanno lasciato alle loro spalle altre centinaia di migliaia di morti.

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