Benjamin Graham è stato il padre del value investing. I suoi scritti e i suoi consigli sono ancora oggi seguiti dagli investitori di tutto il mondo. Il grande economista mentore di
Warren Buffett tuttavia faceva una
distinzione tra investitore difensivo e investitore intraprendente.
Il primo è colui che non ha molto tempo per seguire i mercati e soprattutto per analizzare le aziende di cui potenzialmente acquisterebbe le azioni. Tale concetto diverge da quello che si intende generalmente nella definizione di investitore difensivo, ossia di soggetto che non è disposto a rischiare e si accontenta di un rendimento minimo.
Stesso discorso vale per la considerazione di un investitore intraprendente. Per Graham non fa tanto parte della categoria di quelli propensi a mettere a rischio i propri soldi, ma delle persone che attuano uno sforzo maggiore per analizzare il proprio investimento. Quindi, il rendimento atteso dipende sostanzialmente da tale sforzo.
Benjamin Graham: ecco cosa deve osservare l'investitore difensivo
In questo testo ci concentreremo sull'investitore difensivo, mettendo in luce quali sono i criteri che, secondo Benjamin Graham, deve seguire nella scelta delle azioni su cui puntare. In verità, l'economista delinea due approcci al riguardo. Il primo è quello più semplice, ossia di costruire un portafoglio diversificato dei titoli più importanti, ad esempio quelli che costituiscono il Dow Jones Industrial Average.
Il secondo è di inserire le azioni applicando una serie di criteri qualitativi e quantitativi che forniscono la prospettiva di un buon rendimento atteso mantenendo un limitato livello di rischio. Ce ne sono sette in particolare, eccoli di seguito.
Adeguate dimensioni dell'impresa
Per un investitore difensivo, è meglio concentrarsi sulle aziende di una certa dimensione. Non che quelle più piccole non offrano buone possibilità di performance, ma si addicono meno alle esigenze del soggetto preso in considerazione, secondo Graham.
Quale deve essere la dimensione? A suo avviso, non meno di 100 milioni di dollari di fatturato annuo per un'azienda industriale e non meno di 50 milioni di dollari di asset totali per una utility. Ovviamente si tratta di cifre che oggi dovrebbero essere adeguate tenuto conto del tempo che è passato da quando Graham dava questi consigli.
Situazione finanziaria dell'azienda solida
L'investimento deve essere effettuato in aziende che siano solide dal punto di vista finanziario. Ciò rende meno probabile l'affondamento delle azioni derivanti da situazioni inerenti alla stabilità dei conti aziendali. Quindi, Benjamin Graham indica per le aziende industriali attività correnti almeno il doppio delle passività correnti, e debito a lungo termine non oltre l'attivo corrente netto o capitale circolante (attività correnti - passività correnti). Per quanto riguarda le utility, il debito non deve eccedere il doppio del capitale azionario.
Utili stabili
Un'azienda che produce utili costanti nell'arco degli anni è economicamente florida e viene ridotto il rischio che le perdite vadano a intaccare il patrimonio, con conseguenze negative in Borsa. Un utile sporadico, anche se alto, non dice nulla sulla capacità strutturale dell'azienda di essere redditizia.
Per questo, è necessario che una società riesca a guadagnare nel tempo in maniera sistematica, perché dà in questo modo un segnale evidente di gestione positiva. Per Graham, il risultato aziendale deve essere positivo per ciascuno degli ultimi 10 anni al fine di considerare l'azione per l'acquisto.
Utili in crescita
Secondo Graham, un'azienda non deve essere solo redditizia, ma anche crescere nel reddito. La crescita è fondamentale per tenere a distanza la concorrenza, difendere la quota di mercato e essere sul pezzo sotto il profilo dell'innovazione e del cambiamento strutturale del settore di appartenenza. L'economista ritiene che la scelta vada su quelle società il cui incremento minimo degli utili per azione sia almeno di un terzo negli ultimi dieci anni, impiegando medie a tre anni all'inizio e alla fine.
Regolarità dei dividendi
Una società che distribuisce regolarmente dividendi viene quasi sempre vista come azienda solida e redditizia, oltre che attenta alle remunerazioni dei propri azionisti. Non è detto che chi non paga le cedole non lo sia, perché alcune aziende - soprattutto quelle tecnologiche - preferiscono trattenere gli utili per reinvestirli nell'attività. Così come non sempre il pagamento dei dividendi è indice di redditività.
Seppur si tratti di casi sporadici, c'è chi si indebita per remunerare la proprietà, facendo apparire all'esterno una realtà migliore di quello che è. Di norma, tuttavia, le azioni con dividendi regolari trasmettono maggiore fiducia agli investitori. Per Graham, l'investitore difensivo deve selezionare società che hanno pagato ininterrottamente i dividendi almeno negli ultimi 20. anni.
Moderato rapporto price/earnings
Il price/earnings è uno dei principali multipli seguiti dagli investitori per vedere se un'azienda è sopravvalutata o sottovalutata dal mercato. Un rapporto alto significa che un'azienda viene prezzata molto rispetto alla sua capacità di generare utili. Questo potrebbe segnalare che il mercato la stia sopravvalutando e quindi i prezzi potrebbe scendere.
Discorso opposto nel caso in cui il rapporto prezzo/utili sia basso. Qual è il parametro ottimale per un investitore difensivo? Graham opta per azioni il cui prezzo corrente non superi di 15 volte l'utile per azione medio degli ultimi tre anni.
Moderato rapporto price/book value
Un ultimo criterio attiene al rapporto tra il prezzo delle azioni e il book value, ossia il valore contabile dichiarato. Tale rapporto non deve essere superiore a 1,5. Tuttavia, Graham ammette un livello superiore se il prodotto tra il price/earnings e il price/book value non supera il livello di 22,5. Quindi, se ad esempio il prezzo/utili è di 9, il prezzo/valore contabile può anche arrivare fino a 2,5.