Tassi BCE scendono di 25 punti base | Investire.biz

Tassi BCE scendono di 25 punti base

05 giu 2024 - 16:00

06 giu 2024 - 15:25

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Come da attese, la BCE ha ridotto i tassi di riferimento di 25 punti base. Ora focus sulla conferenza stampa di Christine Lagarde

Tutto confermato: qualche minuto fa la BCE ha annunciato di aver ridotto i tre tassi di riferimento di 25 punti base

Il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno ridotti rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%, con effetto dal 12 giugno 2024.

“La mossa è stata ben preannunciata e i mercati sono più concentrati sulle indicazioni relative al numero e alla tempistica di ulteriori tagli dei tassi da qui a fine anno”, ha commentato Des Lawrence, Senior Investment Strategist di State Street Global Advisors. “Il Presidente Lagarde vorrà trovare un equilibrio che stemperi le eccessive aspettative di taglio dei tassi viste all'inizio dell'anno, riconoscendo al contempo l'attuale orientamento restrittivo della politica e gli effetti di trasmissione”.

“Sebbene le aspettative di inflazione rimangano ben radicate, i recenti dati reali non sono stati del tutto incoraggianti per coloro che sono più orientati verso un atteggiamento morbido: le prime stime per il mese di maggio hanno mostrato un aumento dell'inflazione superiore alle previsioni dei mercati”.

“La BCE vorrebbe avere maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione stia convergendo in modo duraturo verso il target, prima di procedere ai tagli dei tassi. Sembra che ci vorrà ancora un po' di tempo prima che tale fiducia aumenti a sufficienza da consentirle di allentare ulteriormente la propria politica”. 

Nel corso della conferenza stampa che fa da corollario alle riunioni del board, Christine Lagarde ha rimarcato che "la crescita dei salari si modererà nel corso dell'anno" e “l'inflazione dovrebbe fluttuare intorno ai livelli attuali per il resto dell'anno" per poi scendere verso l'obiettivo della BCE nella seconda metà del 2025.

La Banca Centrale Europea ha deciso di tagliare i tassi "perché negli ultimi mesi è aumentata la fiducia nel percorso futuro". "Manterremo i tassi di policy sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario".

 

 

BCE: i punti salienti del comunicato dell'Eurotower 

  • È ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di tassi di interesse invariati.
  • Malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata; l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno.
  • Le ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema per l’inflazione complessiva e quella di fondo sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 rispetto alle proiezioni di marzo.
  • Gli esperti indicano ora che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,8% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026. Ci si attende che la crescita economica aumenti allo 0,9% nel 2024, all’1,4% nel 2025 e all’1,6% nel 2026.
  • Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati.


Riunione BCE: il comunicato ufficiale dell’Eurotower

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di tassi di interesse invariati. Dalla riunione del Consiglio direttivo di settembre 2023 l’inflazione è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive di inflazione sono migliorate notevolmente. Anche l’inflazione di fondo è scesa, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi, e le aspettative di inflazione hanno registrato una flessione su tutti gli orizzonti. La politica monetaria ha mantenuto restrittive le condizioni di finanziamento. Frenando la domanda e facendo sì che le aspettative di inflazione restassero ben ancorate, ciò ha contribuito in misura rilevante al rientro dell’inflazione.

Allo stesso tempo, malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata; l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno. Le ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema per l’inflazione complessiva e quella di fondo sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 rispetto alle proiezioni di marzo. Gli esperti indicano ora che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,8% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026. Ci si attende che la crescita economica aumenti allo 0,9% nel 2024, all’1,4% nel 2025 e all’1,6% nel 2026.

Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.

Oggi il Consiglio direttivo ha altresì confermato che ridurrà le consistenze dei titoli detenuti dall’Eurosistema nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, nella seconda parte dell’anno. Le modalità di riduzione delle consistenze del PEPP saranno sostanzialmente in linea con quelle applicate al Programma di acquisto di attività (PAA).

Tassi di interesse di riferimento della BCE

Il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno ridotti rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%, con effetto dal 12 giugno 2024.

Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)
Il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP sino alla fine di giugno 2024. Nella seconda parte dell’anno ridurrà il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Il Consiglio direttivo intende terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024.

Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Operazioni di rifinanziamento

A fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.

Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione ritorni all’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi.

 

 

Le attese della vigilia

Tassi BCE in focus: nella riunione di domani, 6 giugno 2024, l’istituto guidato da Christine Lagarde è probabile che riduca i tassi di riferimento, attualmente fissati al 4,50/4,75/4% (tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali/marginale/sui depositi), di 25 punti base. 

In un contesto macroeconomico ormai da parecchi mesi caratterizzato da debolezza (anche se nelle ultime settimane si è iniziato ad avvertire un cambiamento di rotta), il via libera a mettere in campo la prima riduzione dei tassi dal 2019 è arrivato dall’andamento dei prezzi al consumo che, dopo un picco toccato al +10,6% annuo ad ottobre 2022, a maggio si sono attestati al +2,6%. Andamento simile per l’inflazione di fondo, passata dal +5,7% nel marzo 2023 al +2,9% nel maggio scorso.

Nonostante la tendenza discendente dei prezzi sia chiara, sono due gli elementi che la BCE deve continuare a tenere sotto stretta osservazione:

  • da un lato troviamo l’andamento dei salari, cresciuti nei primi tre mesi dell’anno del 4,7%, 20 punti base in più rispetto agli ultimi tre mesi del 2023;
  • dall’altro c’è l’inflazione dei servizi, aumentata a maggio 2023 dal 3,7% al 4,1%, un livello doppio rispetto a quello fissato come necessario dalla BCE per raggiungere il suo obiettivo (anche se nuovi indicatori anticipatori segnalano aumenti salariali negoziati più bassi). 

 

 

Taglio tassi BCE: i membri del board ci hanno ripensato?

Alla luce di un contesto macroeconomico più sfidante, è probabile che diversi membri della BCE, in special modo quelli più “falchi”, si siano pentiti di aver preannunciato l’intenzione di ridurre i tassi. 

“Se la BCE non avesse annunciato con tanta enfasi il taglio dei tassi questa settimana, riteniamo che ci sarebbe stato un acceso dibattito sull'opportunità di attendere altri dati dopo le pubblicazioni poco incoraggianti sui salari e sull'inflazione delle ultime due settimane”, ha rilevato David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments.

Di una BCE “pentita” dei recenti annunci parlano anche Tomasz Wieladek, Chief European Economist di T. Rowe Price, e Jason Simpson, Senior Fixed Income Etf Strategist di SPDR ETF (State Street Global Advisors). “I dati più recenti avrebbero potuto mettere in dubbio questo sviluppo, ma la forward guidance fornita dalla BCE è troppo forte per discostarsene ora”, rileva il primo, mentre il secondo evidenzia che “nonostante l’apparente unità di intenti, è improbabile che tutti i membri del Consiglio Direttivo siano del tutto soddisfatti nel sancire un taglio dei tassi in un momento in cui alcuni indicatori di crescita mostrano segnali di miglioramento e l’inflazione rimane al di sopra del target”.

 

 

Cosa succederà dopo il meeting di giugno 2024?

Dalla riunione di domani potrebbe emergere un taglio “hawkish” funzionale a capire meglio la direzionalità dei prezzi. “È molto probabile che Lagarde guidi i mercati verso una sospensione a luglio, con il prossimo aggiustamento a settembre o ottobre”, stima Chappell (BCE: calendario e date delle riunioni e meeting 2024).

Wieladek si attende altri due tagli dato che “sulla base degli indicatori prospettici dei salari e dell'inflazione, ritengo che nella seconda metà del 2024 vedremo un'ulteriore disinflazione” anche se “il rischio che la BCE tagli i tassi solo due volte quest'anno sta aumentando”.

Allungando l’orizzonte temporale, Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist di Schroders, stima che “la BCE effettuerà altri due tagli di 25 punti base nel primo trimestre del prossimo anno, per poi rimanere ferma per il resto del 2025. La pausa sarà probabilmente forzata dal riemergere delle pressioni inflazionistiche”.

 

 

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