La Federal Reserve nel 2023 taglierà 300 posti di lavoro. Lo ha annunciato proprio la Banca centrale americana attraverso un portavoce. Si tratta di una mossa anomala, in quanto l'organico è cresciuto costantemente dal 2010 dopo che da inizio millennio era stato ridotto da 24.000 a 19.735 unità. Quei licenziamenti erano arrivati come conseguenza della
fine dell'era cartacea e dell'inizio di quella digitale.
In seguito, però, la Fed ha iniziato la più grande espansione monetaria della storia, il che ha richiesto una capacità di elaborazione non indifferente e quindi ha spinto la forza lavoro ai massimi storici. Sulla base dei rapporti annuali e dei documenti finanziari dell'istituto centrale, il numero complessivo dei dipendenti era preventivato in diminuzione da 24.428 a 23.895 unità dal 2022 al 2023.
Fed: ecco chi riguardano i licenziamenti
Il portavoce della Fed ha riferito che i tagli del personale includono un insieme di licenziamenti, pensionamenti anticipati e la scelta dell'istituto di non coprire le posizioni vacanti.
In particolare, le riduzioni riguardano 12 banche regionali e sono concentrate sul settore dell'informatica, a causa della diffusione di software basati sul cloud, e sul comparto dell'elaborazione dei pagamenti, che è in una fase di consolidamento.
Fed: perdite per 100 miliardi di dollari
I licenziamenti della Fed arrivano in un contesto in cui la Banca centrale ha riportato perdite negli ultimi mesi che si aggirano intorno ai 100 miliardi di dollari. Il motivo è che l'autorità monetaria guadagna meno dal suo portafoglio obbligazionario da 7.500 miliardi di dollari rispetto a quanto corrisponde alle banche in termini di interessi sui depositi di riserva.
Per contenere i circa 6,3 miliardi di dollari di spese annuali per il personale, la Fed si autofinanzia attraverso i guadagni derivanti dalle commissioni applicate alle banche e dalle partecipazioni patrimoniali. Di norma, la Banca centrale genera un profitto (che poi gira al Tesoro), ma da quando ha iniziato ad alzare i tassi d'interesse ha speso più di quanto ha guadagnato. Il passivo conseguito potrebbe in qualche modo aver inciso sui tagli al personale.
L'aspetto significativo è che i licenziamenti arrivano pochi giorni dopo che il governatore
Jerome Powell si era detto sorpreso della resilienza dell'economia americana e della
tenuta del mercato del lavoro, nonostante la serie di aumenti dei tassi d'interesse partita a marzo 2022 per contrastare l'inflazione. In ragione di questo, i funzionari della Fed hanno anche rivisto al rialzo le stime sulla crescita economica e sull'occupazione, facendo predire un atterraggio morbido dell'economia statunitense.